Sulle Riforme istituzionali e in particolare sulla Riforma del Senato in discussione nell'aula di palazzo Madama le donne Parlamentari lavorano in prima fila, ma questa volta non si può certo dire che la solidarietà di genere stia giocando un ruolo per spianare l'iter tormentatissimo di questa legge.
La ministra Boschi, di cui porta il nome il Disegno di legge, è infatti accusata dalle parlamentari delle opposizioni di violare la Costituzione e forse si ricorderà che il ddl Boschi sta dividendo il partito e anche le parlamentari PD più rappresentative sui temi istituzionali, vale a dire le senatrici Anna Finocchiaro e Doris lo Moro. Ma a che punto è il dibattito su questo ddl, dibattito avviato da mesi con l' aiuto di "saggi", vale a dire Costituzionalisti autorevoli di tutti gli schieramenti e che avrebbero dovuto preparare e spianare il cammino parlamentare delle Riforme?
Il punto in cui ci si è ora arenati è quello del ruolo assegnato ai cittadini elettori nel decidere i nomi dei futuri componenti del Senato. Un ruolo troppo esiguo secondo le opposizioni e secondo la minoranza dei Democratici. L'articolo del Ddl che definisce chi e come si eleggeranno i nuovi Senatori è il famigerato articolo 2 sul quale si sta giocando da giorni una partita a cui partecipa anche il Presidente del Senato Grasso, che è chiamato a decidere se questo articolo 2 (già approvato sia dal Senato che dalla Camera senza modifiche) è blindato o può essere cambiato. Sono la Costituzione ed il Regolamento del Senato ad attribuirgli questa facoltà decisionale, e Grasso non vuole decidere prima di vedere quali sono gli emendamenti che verranno proposti su questo articolo 2.
In pratica ha ancora una decina di giorni per temporeggiare e sono forti le pressioni del Governo affinché si pronunci contro l'emendabilità.
Intanto le Senatrici giocano le loro carte, anche all'interno del PD. La Presidente della Commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro tende la mano e propone di aumentare il potere elettivo dei cittadini modificando l'articolo 35 della legge che potrebbe essere ritoccato senza stravolgere l'iter del provvedimento come accadrebbe se si andasse a riaprire l'articolo 2. Ma Doris Lo Moro, e tutta la minoranza interna, non stringono la mano tesa sostenendo che si tratterebbe di soluzione pasticciata, che non garantirebbe realmente i diritti costituzionali dei cittadini.
Su questo braccio di ferro c'è chi sostiene che si sta giocando il futuro del Governo Renzi e della stessa legislatura ma secondo la minoranza del PD si tratta solo di uno spauracchio agitato per spaventare i dissidenti interni e le opposizioni.
Il duro confronto politico quindi continua e dovrebbe terminare entro il 15 Ottobre, quando le Camere dovranno dedicarsi interamente alle leggi sulla stabilità economica che si varano ogni fine anno.
Per quella data si saprà quindi se la stagione delle Riforme Costituzionali continua e conclude la sua strada o se questa sarà sbarrata da una valanga che, secondo il Governo, ci farebbe retrocedere politicamente di decenni.
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