- La legislazione che si è conclusa ci ha consegnato importanti leggi sulla presenza delle donne negli Enti pubblici
Carlà Daniela Domenica, 03/03/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2013
La legislazione che si è conclusa ci ha consegnato importanti leggi sulla presenza delle donne nei Consigli di Amministrazione e nei Collegi Sindacali, nei Consigli e nelle Giunte degli Enti Locali e nei Consigli Regionali, in materia di pari opportunità nella composizione delle Commissioni di concorso nelle Pubbliche Amministrazioni. Nella nuova legislatura si potrà andare oltre i compromessi iniziali, ponendo ulteriori traguardi e individuando linee percorribili per l'evoluzione del quadro normativo Ma, soprattutto, deve essere prioritariamente avvertita la responsabilità di assicurare l'applicazione delle leggi approvate, anche attraverso un attento monitoraggio e una franca valutazione. L'attenzione in sede di attuazione costituisce lo strumento più utile per elaborare i nuovi interventi normativi. Molte problematiche sono state già approfondite in materia di democrazia paritaria nelle assemblee elettive, a tutti i livelli. E ciò soprattutto grazie all'attività delle associazioni e delle reti riunite nell'Accordo di azione comune per la democrazia paritaria Ma anche la legge sul riequilibrio di genere nei CdA e nei collegi sindacali necessita di monitoraggio e di ulteriori valutazioni sull'impatto, soprattutto sul versante delle società pubbliche, nonché di orientamenti condivisi per quanto riguarda gli sviluppi. Dobbiamo anche chiederci a quali ulteriori ambiti possa essere estesa. Sono personalmente convinta che si imponga l'estensione dell’obbligo del riequilibrio di genere in ogni occasione in cui il legislatore interverrà riformando governance di enti o assetti di organismi pubblici, intrecciando riforme della governance e garanzie di pari opportunità. E ciò anche nei casi in cui l’obbligo di garanzie per il riequilibrio tra i sessi nei luoghi di potere non sembri a prima vista percorribile. Qualche esempio? La riforma della governance dei grandi enti pubblici, come INPS e INAIL. Perché non discutere di come interpretare il riequilibrio negli assetti per i quali il legislatore opterà? Sino ad ora tale aspetto non ha interessato le soluzioni in materia di governante. Oppure si pensi alla riforma delle Autorità di Vigilanza: tante, sovrapposte, confuse nei compiti e nei poteri, disciplinate in modo disomogeneo accomunate però sino ad ora dall'assenza di previsioni sulla garanzia della presenza dei due generi. È generalizzata l’opinione che occorra mettere ordine tra le Authorities. Quando (e finalmente!) si interverrà, occorrerà chiedersi: è veramente impossibile prevedere "quote" laddove si richiedano (ed è il caso delle Authorities) alte competenze specifiche per i membri? Io non credo Ma in ogni caso si potrebbero fissare obiettivi politici per giungere al 50 e 50 in un certo lasso di tempo. In altri termini, l'obiettivo delle pari opportunità può essere perseguito e adattato: occorre riflettere sulle specificità. Anche nei numerosi casi di designazioni di organi monocratici (direttori, presidenti, sindaci) occorrerà garantire il riequilibrio tra i sessi, fissando obiettivi di medio periodo, tempi, strumenti. In generale, nel dibattito sulla riforma di importanti segmenti dello Stato l'aspetto del riequilibrio di genere non può più essere oscurato, ma va considerato come leva per l 'innovazione e veicolo per l'utilizzo di competenze e saperi. Tanto più nei casi in cui si tratti di organismi di garanzia (ad esempio l 'AGCOM o le Authorities con competenze dirette in materia di diritti umani, ambito che necessita di riordino vigoroso di competenze). Dunque, e vi è materia per ulteriori interventi normativi, intrecciando la promozione di pari opportunità con riforme generali di segmenti decisivi per il paese. Contestualmente, nell'immediato e col vigente assetto normativo, non devono più essere perse occasioni. In ogni scadenza, per qualsiasi rinnovo dovrà essere perseguito l'obiettivo della equilibrata presenza dei generi, valorizzando competenze e specificità. Più o meno improvvisate auto-raccolte di curricula più o meno certificati hanno avuto un grande significato politico e impatto mediatico. Ora, però, si apra la stagione della "normalità" della presenza consolidata delle donne nei luoghi di potere!
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