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Ricordo di Pier Paolo PASOLINI in poesia, 42 anni dopo...di Maria Cristina NASCOSI SANDRI

Ricordo di Pier Paolo PASOLINI in poesia, 42 anni dopo...di Maria Cristina NASCOSI SANDRI

Ricordiamolo con una sua splendida giovanile poesia, La pioggia, in lingua dialettale 'furlana' ed in traduzione italiana, 'giusta' per ricordarlo e giusta per questo mese di Novembre, alfa ed omega dell'Anno...

Mercoledi, 01/11/2017 - Quarantadue anni fa, nel 1975, usciva dalla scena della vita - in un'unità di luogo, tempo ed azione da lui stesso previsti, come ebbe a dire più volte, in seguito, il suo amico e sodale, il pittore friulano Giuseppe Zigaina - Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, cineasta, splendido ed unico intellettuale ante litteram.



Così, quarantadue anni dopo, in vista della data fatidica che ricorda il tragico ritrovamento del suo corpo senza vita – giovedì 2 novembre - Pordenone si ammanta ancora di poesia, nella giusta tradizione di PORDENONELEGGE e lo fa, questa volta, in modo tangibile e permanente, con i versi di una lirica 'speciale' del poeta di Casarsa, La pioggia.



È il Teatro Comunale Giuseppe Verdi ad immortalare con la calcografia della lirica, su una parete della sua centralissima facciata in viale Martelli, il 'segno' dell'Autore.

“La pioggia - spiega il direttore artistico di PORDENONELEGGE, Gian Mario Villalta che l’ha scelta - è una poesia emblematica per composizione, per atmosfera, per l’evocazione di luoghi da condividere con i propri affetti. Sono versi nei quali spicca la forza poetica di Pasolini al di là di qualsiasi indirizzo ideologico, al di là del fattore di identificazione linguistica con l'area friulana...".

Ma, forse, ciò non è completamente vero: Pasolini poeta aveva scritto i suoi versi come La pioggia per l'appunto in lingua dialettale - l'idioma materno per eccellenza, come affermava il Foscolo - usando proprio quella friulana della madre Susanna, ma pubblicandoli nel 1942 con il titolo Poesie a Casarsa per i tipi della Libreria Antiquaria di Bologna, luogo di nascita del padre.

Pier Paolo PASOLINI



Ploja tai cunfíns (Originale in lingua dialettale 'furlana')



Fantassút, al plòuf il Sèil

tai spolèrs dal to país,

tal to vis di rosa e mèil

pluvisín al nas il mèis.



Il soreli scur di fun

sot li branchis dai moràrs

al ti brusa e sui cunfíns

tu i ti ciantis, sòul, i muàrs.



Fantassút, al rit il Sèil

tai barcòns dal to país,

tal to vis di sanc e fièl

serenàt al mòur il mèis.



Pioggia sui confini (trad.)



Giovinetto, piove il Cielo

sui focolari del tuo paese,

sul tuo viso di rosa e miele,

nuvoloso nasce il mese.



Il sole scuro di fumo,

sotto i rami del gelseto,

ti brucia e sui confini,

tu solo, canti i morti.



Giovinetto, ride il Cielo

sui balconi del tuo paese,

sul tuo viso di sangue e fiele,

rasserenato muore il mese.

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