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Ricordo di Arnoldo Foà di Maria Cristina Nascosi Sandri

Ricordo di Arnoldo Foà di Maria Cristina Nascosi Sandri

Ricordo di Arnoldo Foà. Addio ad un grande artista e uomo, voce immensa tra mente e cuore

Domenica, 12/01/2014 - Ricordo di Arnoldo Foà.

Addio ad un grande artista e uomo,

voce immensa tra mente e cuore



di Maria Cristina Nascosi Sandri







E’ morto ieri a Roma l’attore di origini ebraiche Arnoldo Foà.

Il 24 gennaio avrebbe compiuto 98 anni, essendo nato Ferrara nel 1916.

Burbero, passionale e razionale ad un tempo, Foà fu attore, autore, regista, scultore, pittore e poeta.

La sua biografia, raccontata in prima persona dallo stesso artista sul suo sito ufficiale, parla di un trasferimento a 3 anni a Firenze, dove aveva iniziato a studiare Economia e Commercio, “…facoltà abbandonata dopo un litigio con mio padre…”, ammetterà poi.

Successivamente fu a Roma al Centro Sperimentale di Cinematografia, da dove fu cacciato nel 1938, a seguito della promulgazione delle leggi razziali fasciste.

E arriva la fuga da Roma, nel 1943, verso Napoli, ‘dove eran arrivati gli alleati’ e diventa speaker in chief ed autore di testi per la radio alleata, PWB: a lui spetterà la comunicazione dell'armistizio con gli Alleati, proprio l'8 settembre 1943.

PWB era la sigla di psychological warfare branch, l’ufficio anglo-americano che durante la Seconda guerra mondiale ebbe il compito di controllare il settore della stampa, radio e cinema e propaganda anche nei paesi di occupazione militare alleata.

Si deve al PWB la nascita dell’ ANSA: per evitare che le agenzie di stampa private finissero sotto il controllo del governo italiano, il PWB ottenne dal capo del governo militare alleato in Italia, Ellery W. Stone, la creazione di un'unica agenzia di notizie, di proprietà dei giornali e da essi gestita.

Finalmente la fine della guerra, il lavoro nelle grandi compagnie teatrali, Ferrati-Cortese-Scelzo-Cimara e Stoppa-Morelli-Cervi, guidato da Luchino Visconti.

Intensa e prestigiosa la sua carriera in teatro: autori classici e contemporanei, oltre a Visconti, registi del calibro di Luigi Squarzina, Luca Ronconi e Strehler.

Nel 1945, entra nella Compagnia di Prosa della RAI dove svolgerà un'intensa attività sino agli anni Ottanta.

Foà fu, infatti, tra i protagonisti di alcuni dei più celebri sceneggiati televisivi della RAI, diventando uno dei primi divi della tv: Piccole donne, Capitan Fracassa, Le mie prigioni, Le cinque giornate di Milano, La freccia nera, L'isola del tesoro, Il giornalino di Gian Burrasca, David Copperfield, I racconti del maresciallo, I racconti di padre Brown, coprotagonista con l’indimenticato Renato Rascel, Nostromo, Fine secolo e Il Papa buono.

Per quanto attiene la sua carriera cinematografica, la sua filmografia si avvale di oltre 100 pellicole. Tra i registi con cui ha lavorato figurano: Pietro Germi, Giovanni Pàstina (Il cardinal Lambertini), Alessandro Blasetti (Altri tempi), Orson Welles (Il processo), Joseph Losey, Jacques Deray (Borsalino), Damiano Damiani (Il sorriso del grande tentatore), Giuliano Montaldo (Il giocattolo), Giuseppe Ferrara (Cento giorni a Palermo), Giovanni Soldati (L'attenzione), Paolo Costella (Tutti gli uomini del deficiente), Ettore Scola (Gente di Roma), Alessandro Benvenuti (Ti spiace se bacio mamma?), Alessandro D'Alatri (La febbre).

Forse la più bella voce della storia del glorioso ed unico doppiaggio italiano, Arnoldo Foà: fra gli altri, John Wayne, Toshiro Mifune (Tajomaru) in Rashomon del grande Akira Kurosawa ed Anthony Quinn, interprete di Zampanò, nel capolavoro di Fellini La strada.

Famose le registrazioni di dizioni poetiche.

Molte le sue pubblicazioni. Tra le più recenti: “Recitare. I mie primi 60 anni di teatro”, “Joanna Luzmarina”; “Autobiografia di un artista burbero”. Persona di grande impegno civile e politico fu nelle file del Partito Radicale.

Tra gli innumerevoli premi si ricorda il Nastro d’Argento, nel 2004, destinatogli dal più antico sindacato cinematografico italiano, il S.N.G.C.I.

Padre di cinque figlie, a 84 anni si era sposato per la 4a volta con Anna Procaccini, più giovane di 46 anni.

Lunedì 13 gennaio 2014 a Roma l’addio, laico come laico si mantenne, coerentemente, per tutta la vita.

“Con Arnoldo Foà scompare una figura esemplare di artista, di interprete della poesia e del teatro, animato da straordinaria passione civile e capace di trasmettere emozioni ed ideali al pubblico più vasto”, ha detto Napolitano per ricordare l’attore scomparso a Roma.



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Arnoldo Foà venne a Ferrara, tra le ultime volte, alla seconda edizione della Festa del Libro Ebraico con sede nello storico chiostro di San Paolo, a maggio del 2011. Uomo di arte e di spettacolo a tutto tondo, ospite con un altro eclettico entertainer, come lui di origine ebraica del ’900 come Teddy Reno – al secolo Ferruccio Merk Ricordi – fu, quel pomeriggio, come sempre, all’altezza della situazione, tra battute e rampogne tipiche della sua grande coscienza burbera e civile. Ho avuto, fortuitamente e fortunatamente, l’occasione di conoscerlo di persona a Ferrara durante un’altra delle sue capatine di ritorno al luogo natìo, alcuni anni fa, a Palazzo dei Diamanti. C’era un concerto di rilievo quella sera: durante l’intervallo, vagando in quelle splendide sale piene d’arte immortale ferrarese, ebbi modo di parlargli brevemente: una grande emozione–l’avevo provata così solo un’altra volta, nel corso di un indimenticabile incontro con Giorgio Bassani–mi prese.Ricordo che avrei voluto baciargli la mano.No, non per piaggeria, ma per stima, riconoscenza, riconoscimento di aver di fronte, per alcuni minuti, un grande essere umano, oltreché una grande personalità artistica a tutto tondo, piena, come quella di Bassani, di ineludibile ed unico wiz ebraico d’altri tempi, ormai impossibile da ritrovare tra i ferraresi d’oggi. (mcns)

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