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Ricette per un mondo migliore

Ricette per un mondo migliore

Desiderio e armonia - “I rasoi fanno male; i fiumi sono freddi; l’acido macchia; i farmaci danno i crampi. Le pistole sono illegali; i cappi cedono; il gas fa schifo... Tanto vale vivere…” Dorothy Parker

Ribet Elena Venerdi, 17/04/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2009

I

Al mercato della felicità




Viviamo in un’economia senza gioia in cui l’unica mossa consentita è consumare?



Ma ci sono tanti modi di "andare al mercato, contro la parzialità della ragione e a difesa delle ‘illusioni’ che la poesia e la religione ci aiutano a intrattenere oltrepassando il livello del conformismo, forti nella certezza di essere destinati a qualcosa di grande” introduce il risvolto di copertina dell’ultimo libro di Luisa Muraro: “Al mercato della felicità La forza irrinunciabile del desiderio” (Mondadori, 2009).



Muraro, che nell’introduzione parla di questo suo come di un libro di congedo, affronta in 171 pagine (indice compreso) grandi temi filosofici alla portata di (quasi) tutti e tutte. Un’eredità di pensiero, con ampie citazioni antiche e contemporanee, in cui si mischiano filosofie, pratiche ed esperienze in un viaggio di conoscenza e autoconoscenza.



Cosa sarebbe la vita senza grandi desideri? Molte risposte a questa domanda, a partire da alcune considerazioni sulla mediazione e i compromessi indotti dal vivere sociale e dal riconoscimento del valore della parola, della lingua, dei linguaggi, dei “movimenti” intesi sia come movimenti di pensiero che come tensione dell’anima e delle persone “verso” qualcun’altra o qualcosa.



“Non è forse illusione credere che possiamo sapere e decidere alcunché senza sottostare al sistema delle mediazioni in vigore?” si interroga Muraro, ben sapendo che si deve “obbedire alla necessità, ma non necessariamente”.



Il desiderio ci anima nella ricerca di qualcosa di “oltre”, un “plus” che non sia “plus valore” in senso materialistico: “per guadagnare il nostro stesso essere dobbiamo aprire un passaggio tra il tutto già deciso e il non ancora”. Da una parte c’è il tutto già interpretato, già detto, già codificato e giudicato, già saputo, già deciso dai poteri economici e politici. Dall’altra c’è il non ancora “un filo appena, ma, a seguirlo, si arriva a un mare, un oceano, tre oceani di possibile”. E la discriminante tra loro, è il desiderio di quel “qualcosa di grande” che passa inevitabilmente per un esercizio di libertà, vista come causa ed effetto di quell’equilibrio instabile di competenze simboliche, che ci fa andare al di là dei sistemi di dominio.



Nel capitolo “Vite di santi, lavoro di artisti, politica delle donne” Luisa Muraro parla della straordinaria caratteristica delle parole e di ogni segno, sottolineando “la sproporzione tra la loro fragilità e la loro energia. Ci mettono a disposizione tutto quello che siamo e tutto quello che è, ci liberano dalla servitù della nostra fisicità con tutto il suo pesante corteo di vincoli fra causa ed effetto, azione e reazione, mezzi e fini, ci fanno passare dalla felicità alla disperazione e viceversa, ci introducono nell’irreale e nell’impossibile (pensate ai numeri)… E tutto questo in poco tempo, con poca fatica, con mezzi materialmente esilissimi, tipo la voce o quella traccia di nero su bianco che tu leggendo segui con gli occhi e che puoi conservare e portarti in giro dentro una scatola (anche il cervello è una scatola) o una borsetta, e riprodurre”.



È con fiducia che Muraro si affida alle parole (oltre che alle pratiche). In esergo al libro, a conferma di ciò, due poesie: Mondo, sii, e buono; / esisti buonamente / fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto, / … / Su bravo, esisti, / non accartocciarti in te stesso, in me stesso. [Andrea Zanzotto (Al mondo)]. Una parola è morta / quando l’hai detta, / dicono alcuni. / Io dico invece / che incomincia a vivere / proprio quel giorno. [Emily Dickinson (A word is dead)]





II

Entusiasmo, furore, ironia




Questi i temi dei tredici saggi pubblicati in “Studi sull’entusiasmo”, a cura di Amalia Bettini e Silvia Parigi (collana Filosofia, FrancoAngeli editore, 2001). Una ricognizione seppur non esaustiva di momenti e figure rilevanti nella storia della filosofia dal V secolo avanti Cristo al Novecento. Il concetto di entusiasmo in ambito etico-religioso ed estetico è ricco di significati anche ambigui e contraddittori. Nel volume citato si affrontano i diversi modi di intendere l’entusiasmo in autori e periodi della storia della filosofia, la difficoltà di definire questo concetto, anche da un punto di vista etimologico e linguistico, la distinzione tra lo statuto teoretico dell’entusiasmo, da un lato, la sua fenomenologia (cause scatenanti, sintomi, effetti) e la sua tassonomia (il genio, l’artista, l’amante, il profeta, l’ossesso, il sognatore, il demente, il malinconico, il folle), dall’altro. Dall’analisi delle sue accezioni positive e negative, si esplorano temi quali l’ispirazione, l’ironia, la trascendenza; l’entusiasmo può essere quella voce segreta che rivela la propria missione nel mondo, che suscita poteri profetici, poetici ed erotici.





III

La via dell’amore




A ogni persona le sue vie d’amore, ma Luce Irigaray nel suo libro La via dell’amore (Bollati Boringhieri, 2002), esplora poeticamente e filosoficamente le relazioni, le differenze, un nuovo modo di vivere e pensare che coinvolga arte, religione e filosofia. Nel dialogo di anime e corpi sta la ricetta di una felicità possibile: per “condividere la parola”, “essere con l’altro” e “ricostruire il mondo”.





IV

Le sette regole dell'arte di ascoltare




Ci insegna, anche con esercizi pratici e piccoli trucchi, le basi della gestione creativa dei conflitti. Ironia e capacità di ascoltare possono dare buoni frutti, parola di Marianella Sclavi, insegnante di etnografia urbana e antropologia culturale.



1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.



2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.



3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.



4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi.



5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.



6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.



7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sé.





Tratto da: “Arte di ascoltare e mondi possibili / come si esce dalle cornici di cui siamo parte” (Bruno Mondatori editore, 2003) di Marianella Sclavi.



(17 aprile 2009)

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