Ricette femministe per un futuro sostenibile. Da applicare subito in Italia
Il Position Paper “Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino” e le proposte presentate
Lunedi, 27/07/2020 - Comincia oggi la pubblicazione su NOIDONNE di una serie di articoli che approfondiscono i contenuti del Position Paper“Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino”,presentato lo scorso 9 luglio e frutto del lavoro di un ampio gruppo di esperte femministe coordinato da D.i.Re – Donne in rete contro la violenza.
Testo tanto più importante in questa fase, che vede il paese alle prese con la definizione di interventi per far fronte alla crisi scatenata dalla pandemia Covid19 e con le decisioni in merito a come utilizzare le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea, dopo la pessima prova delle task force governative dei mesi passati in cui le donne sono state incluse solo dopo le proteste e lo spazio per misure specificamente dedicate al divario di genere è stato a dir poco marginale.
Il Position Paper non si accontenta però della gittata corta di misure per far fronte a una crisi vista nell’ottica ristretta degli effetti della pandemia e del lockdown. Coglie piuttosto questa occasione e sulla scia del movimento femminista internazionale, per proporre misure che ambiscono ad affrontare le disparità tra uomini e donne in una chiave sistemica e tenendo conto degli impegni internazionali assunti anche dall’Italia per migliorare la condizione delle donne.
Per farlo volge il suo sguardo prima all’indietro – a 25 anni orsono – quando i governi di tutti gli stati del globo all’unanimità sottoscrissero la Dichiarazione e la Piattaforma d’azione di Pechino al termine della quarta Conferenza mondiale delle donne organizzata dalle Nazioni Unite.
“La chiara indicazione di quali fossero i diritti delle donne da realizzare”, spiegano le autrici nell’introduzione,“la richiesta di gender mainstreaming – ovvero dell’inserimento di un approccio di genere in tutte le politiche e la considerazione del diverso impatto che queste hanno su uomini e donne, l’assunzione di impegni concreti per una maggiore realizzazione dell’uguaglianza di genere trovano a tutt’oggi un’Italia inadempiente, permeata da una cultura retrograda ancora basata su stereotipi tradizionali, con gravi carenze in termini di definizione di strategie, formulazione e valutazione delle politiche pubbliche e dei meccanismi istituzionali”.
Poi volge lo sguardo in avanti, a quell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dall’ONU, nella quale è stato inserito – grazie proprio alla costante azione di pressione del movimento femminista globale – uno specifico obiettivo, l’Obiettivo 5 “sull’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, e che queste siano incluse come tema trasversale in tutti gli altri 16 Obiettivi. Il fine è far sì che il ruolo delle donne nella società sia inquadrato in una visione della società del suo insieme che si prefigga la realizzazione di uno sviluppo sostenibile, eguaglianza e pace, in modo che “’nessuno/a rimanga indietro’”, spiega l’introduzione del Position Paper.
Per questo il Position Paper ha fatto propria la struttura del rapporto che le Nazioni Unite avevano chiesto di redigere in vista dell’Assemblea generale dell’ONU che avrebbe dovuto rilanciare la Piattaforma d’azione di Pechino in relazione proprio con l’Agenda 2030, articolandosi nei seguenti capitoli
1. Sviluppo inclusivo, crescita condivisa e lavoro dignitoso
2. Povertà, protezione sociale e servizi sociali
3. Violenza maschile contro le donne
4. Partecipazione, accountability e istituzioni gender-responsive
5. Società pacifiche e inclusive
6. Protezione, conservazione e rigenerazione dell’ambiente
7. Istituzioni e meccanismi per l’uguaglianza di genere
a ciascuno dei quali NOIDONNE dedicherà un approfondimento.
Il Position Paper cita il blog femminista internazionale www.feministcovidresponse.com per sottolineare come “la pandemia globale costituisce un evento che non agisce certamente per eliminare le disuguaglianze. Anzi. Agisce come il cambiamento climatico che rende maggiormente evidenti, aumenta e sovrappone le disuguaglianze. Ma si tratta anche di un evento che ci sfida a creare un cambiamento urgente e sistemico, dato che mette a nudo le false linee secondo le quali le nostre società sono organizzate”.
Questa sfida è stata raccolta dalle 68 esperte femministe di diverso orientamento teorico, con percorsi non omogenei ma in costante relazione, rappresentanti 45 organizzazioni non solo di donne – ci sono anche la CGIL, Amnesty International, organizzazioni non governative quali Action Aid e COSPE, la FISH, Federazione italiana per il superamento dell’handicap e Escapes-Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate – oltre che ricercatrici indipendenti, che hanno redatto il Position Paper “indicando proposte per contrastare le disuguaglianze sociali, economiche e di genere, sempre più profonde ed evidenziando il fallimento (accentuato dalla crisi della pandemia) dell’attuale sistema economico e politico. Il fallimento di un sistema patriarcale, sessista e razzista, dove lo sfruttamento delle persone e dell’ambiente è da troppo tempo la norma. Vogliamo contrapporre a questo sistema distruttivo di gestione del potere e delle risorse le proposte delle donne, portatrici di altre priorità e valori, affinché si inneschi davvero un cambiamento nella nostra società post-Covid”.
Come ha detto la presidente di D.i.Re Antonella Veltri aprendo la conferenza stampa organizzata in collaborazione con l’agenzia di stampa Dire e DireDonne lo scorso 9 luglio, “La ricostruzione dell’economia e della società in generale dovrà tenere conto dell’esperienza e del sapere delle organizzazioni femministe che continueranno a lavorare per una società più giusta, ma non accetteranno più di essere considerate marginali”.
Al Position Paper “Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino” hanno contribuito esperte di numerose organizzazioni aderenti alla rete D.i.Re e di Action Aid, AIDOS, Amnesty International, Be-Free, CGIL, COSPE, Differenza Donna, Donne in Quota, Donne in nero, DonnexDiritti Onlus, Effe – Rivista femminista, Escapes, LEDHA FISH e FISH, CPO FNSI, USSI, Forum Associazione Donne Giuriste, GIUdIT, GiULia, IF, Ladynomics, LeNove, Associazione Orlando, Coop. Soc. PARSEC, SCoSSE, CPO Ordine dei medici, Associazione italiana donne medico, SNOQ Torino, USIGRai, Università di Padova e progetto AGEMI, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Bologna e progetto Alice, Rete italiana contraccezione e aborto Pro Choice, oltre ad alcune esperte indipendenti.
Al Position Paper hanno già aderito: AMICA – Associazione medici italiani contraccezione e aborto, ANDE – Associazione nazionale donne elettrici, AOI – Associazione delle ONG italiane – Cooperazione e solidarietà internazionale, ARCI Nazionale, Aspettare stanca, Casa internazionale delle donne – Roma, Centro di documentazione e informazione sulla salute di genere – Brescia, Centro Universitario di Studi sulla Medicina di Genere – Università di Ferrara GMC-UNIFE, Centro di Women’s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria, Concord Network, GenPol – Gender & Policy Insights – Cambridge (UK) e Napoli, Network Italiano Salute Globale, Noi Rete Donne, Pane & papaveri, Prima gli esseri umani, Step Up! Campaign – WAVE, Telefono Rosa Piemonte – Torino, Terni Donne – Casa delle donne di Terni, UIL – Coordinamento pari opportunità, WAVE – Women Against Violence Europe, WOMEN – Women of the Mediterranean and Eastern Europe Network – Forlì.
Lascia un Commento