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Ricerca libera, etica, responsabile

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Staminali - Via libera al governo italiano per sostenere anche in sede europea le ricerche sugli embrioni crioconservati non più impiantabili

Ferraguti Isa Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2006

Una mozione concordata dall'Unione e votata in Senato impegna il governo ''a sostenere sotto il profilo finanziario, in sede di Consiglio europeo per la competitività, ricerche che non implichino la distruzione di embrioni e quindi la valorizzazione della ricerca sulle cellule staminali adulte, comprese le cordonali'', vale a dire quelle su cui sono più attivi gli scienziati italiani. Il governo è anche impegnato a ''promuovere la ricerca scientifica avanzata tesa a individuare la possibile produzione di cellule staminali totipotenti non derivate da embrioni e a verificare la possibilità di ricerca sugli embrioni crioconservati non impiantabili''. Inoltre all'esecutivo viene chiesto di ''sostenere le ricerche e le iniziative comunitarie che, innalzando il livello di educazione scientifica della popolazione, contribuiscano a costruire una più completa cittadinanza attiva, anche sotto il profilo scientifico, promuovendo modalità innovative di coinvolgimento attivo dei cittadini nelle scelte di carattere scientifico e tecnologico che hanno effetti rilevanti per la loro vita e per quella delle generazioni future''. Un passo decisamente importante quello compiuto nel mese di luglio in sede di Commissione dopo l'esito negativo del referendum abrogativo della legge 40 e cogliendo l'occasione del "Settimo programma quadro' dell'Ue sulla ricerca, cioè il piano pluriennale di finanziamento alla ricerca scientifica e tecnologica. Interessante sottolineare la firma della senatrice Paola Binetti, tra i promotori del 'no', e le dichiarazioni dei senatori cattolici: ”..abbiamo vissuto questa fase di elaborazione pienamente consapevoli della nostra responsabilità …per questo grande impegno, che ogni giorno ha la sua fatica e la sua bellezza, abbiamo bisogno che lo spazio della comunità cristiana e del mondo cattolico sia largo di dialogo, di confronto, di rispetto reciproco”.
Richieste disattese dall’Osservatore Romano, che ha scritto: “certe cose non cambiano, non cambia neanche il repertorio fraseologico: ai tempi del divorzio si parlò di entrare nello spazio del progresso; quando si cominciò a parlare di aborto, si preferì una piccola variazione sul tema, sbandierando un oscuro 'progresso della civiltà (come se la civiltà potesse progredire uccidendo un essere vivente al quale non è riconosciuto alcun diritto)", così commentate da Roberto Villetti: “con le argomentazioni del foglio vaticano si arriva al punto di trasformare una battaglia per difendere i principi della Chiesa in attacchi denigratori inaccettabili nei confronti di larga parte della comunità scientifica". Esprimendo la sua piena soddisfazione, la senatrice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo dell'Ulivo e tra i protagonisti del paziente lavoro che ha consentito di raggiungere una posizione unanime tra i partiti di governo, ha osservato che non è stato un compromesso. "Siamo andati oltre la mediazione possibile per spingerci su di un terreno inesplorato e difficile, nel tentativo di superare le posizioni già conosciute'' e ha valorizzato altri aspetti di questo passaggio. "Laicità per me vuol dire ribadire che il luogo della decisione politica deve offrire ospitalità ad ogni convinzione etica. Abbiamo fatto un buon lavoro che non rappresenta forse un modello, ma certamente costituisce una buona prassi". Secondo il Ministro della Ricerca Fabio Mussi l'Italia deve recuperare il ritardo cumulato e le imprese italiane "devono tornare a competere con quelle europee e più avanzate nel settore dei beni ad alto valore aggiunto di conoscenza. Ci muoviamo in un campo disseminato di evidenze scientifiche, possibilità tecniche, probabilità statistiche, opzioni etiche, speranze umane. Credo che dobbiamo confidare in questo: responsabilità della scienza, libertà della ricerca, controlli e protocolli pubblici rigorosi".
(01 settembre 2006)

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