Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2007
Quando in un luogo apre o riapre i battenti un teatro per ogni cittadina e cittadino questo evento è sempre foriero di grande gioia ed è giusto così anche per coloro che il teatro non lo frequentano, ma che vedono nel teatro un luogo di aggregazione, condivisione e rappresentazione della vita.
Lo scorso 16 novembre, all’interno delle celebrazioni dei 40 anni dell’alluvione, con lo spettacolo “Città di fango” di Laura Forti, Firenze ha visto la riapertura - dopo 25 anni di chiusura per inagibilità - del Teatro dell’Affratellamento, o meglio del teatro della “ Società Ricreativa l’Affratellamento di Ricorboli nata il 1° luglio 1876 evoluta in Società di Mutuo Soccorso come strumento di crescita politico culturale che dalla mutualità, per continuità e rottura, porterà alla fondazione di cooperative di consumo, produzione, lavoro e credito, alla fondazione della prima Camera del Lavoro. Gli oltre cinque metri dell’acqua dell’Arno che la mattina del 4 Novembre 1966 devastarono lo stabile significarono non solo danni e perdita di arredi, di attrezzature del bar, della biblioteca e dell’archivio sociale, ma anche la perdita di gran parte del corpo sociale per le lesioni degli edifici di residenza circostanti che ne richiesero l’abbattimento. Riavviata con Dario Fo (fine anni ’60), l’attività teatrale assunse un ruolo fondamentale diventandone il carattere peculiare e raggiungendo una dimensione nazionale di qualità anche con la Bottega di Vittorio Gassman e la formazione di nuovi talenti fiorentini. Senza risorse per un adeguamento, dopo innumerevoli ipotesi di finanziamento, finalmente - grazie al contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Monte dei Paschi, Unicoop e all’impegno dell’ARCI- e in chiave moderna un altro spazio restituito a cittadine e ai cittadini che vede “l’antico spirito del Mutuo Soccorso per una rinnovata e più alta solidarietà in cui sperimentazione, esercizio e formazione ma anche luogo piacevole d’intrattenimento potranno favorire la riscoperta della frequentazione reciproca e uno scambio di umanità quasi smarrita”. Al plauso del pubblico per lo spettacolo e degli abitanti del quartiere per la riapertura del luogo uniamo il nostro con l’augurio di un proseguimento ricco di successi.
(4 gennaio 2007)
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