Progetto Urban - La Sottosegretaria di Stato Donatella Linguiti in occasione del convegno finale del progetto che il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità sostiene dal 1998
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2007
“Il convegno di oggi Il silenzio e le parole è l’atto finale di un progetto che il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità sostiene dal 1998, quello cioè della ricerca/azione realizzata con la ‘Rete antiviolenza tra le città Urban-Italia’. Un momento particolarmente importante per il nostro lavoro – dichiara la Sottosegretaria di Stato per i Diritti e le Pari Opportunità Donatella Linguiti, che ha aperto stamattina i lavori - perché è possibile, grazie ai dati recenti elaborati dall’Istat, oggi attribuire una patente di scientificità a quello che l’esperienza e i saperi delle donne avevano già messo a frutto”.
L’analisi della violenza di genere, ricorda la Sottosegretaria, non può essere svincolata da un’analisi delle strutture patriarcali che regolano il concreto e il simbolico delle culture; quelle strutture si ripetono identiche e necessitano di un’unica chiave di lettura, sia che investano soggetti femminili a noi geograficamente lontani, sia vicini e definiti, anche, dall’appartenenza ad altre etnie; forme e manifestazioni di quelle strutture si aggiornano e diventando una variabile da decodificare ogni volta con maggiore attenzione, dal momento che incidono fortemente nella perpetuazione di modelli identitari che vanno decostruiti con urgenza. La Sottosegretaria ricorda a questo proposito le responsabilità della scuola e dei mass media e sottolinea con questi ultimi l’urgenza di “patti sensati affinché svolgano fino in fondo un ruolo ‘educante’ contro la diffusione di stereotipi degradanti”.
Per combattere la cultura della violenza tuttavia una legge non basta; è necessaria l’attuazione di un Piano d’Azione nazionale con linee d’intervento precise, che preveda campagne massicce di prevenzione, premessa indispensabile all’emersione del fenomeno; un fenomeno sul quale intervenire con una formazione adeguata di tutti i soggetti in campo e un accompagnamento reale delle vittime nella costruzione di nuovi percorsi. Tutto questo, sottolinea la Sottosegretaria, prevede un ruolo attivo degli enti locali, le Regioni in primis, e la valorizzazione di quei soggetti privati che in tutti questi anni hanno accumulato esperienza sul campo, come le Case d’Accoglienza e i Centri Antiviolenza.
Per uscire dalla mera solidarietà e costruire azioni efficaci per un cambiamento civile della nostra società è infine necessario costruire un patto tra donne, dentro e fuori le istituzioni. Un patto che deve costringere anche gli uomini, conclude la Sottosegretaria, a dissociarsi da una cultura violenta che li schiaccia, rendendo loro impossibile costruire un orizzonte di convivenza davvero democratica con tutti gli altri soggetti della società civile.
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