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Resti di Gaza: quando il dolore parla con il linguaggio dell’arte

Resti di Gaza: quando il dolore parla con il linguaggio dell’arte

In una mostra presso la Casa Internazionale delle donne di Roma Jasmine Aljarba, artista palestinese in esilio, racconta il suo modo di vivere la situazione di lontananza ma anche l’amore per il suo paese

Mercoledi, 26/03/2025 -

Jasmine Aljarba è nata nel campo profughi di Al-Bureij nella striscia di Gaza. Come molte giovani donne aveva intrapreso un percorso nel campo artistico e culturale, per seguire la sua passione. Aveva vinto anche una borsa di studio a Milano ed è durante il suo soggiorno in questa città che è arrivato il terribile 7 ottobre con il tragico pogrom contro donne, uomini e bambini israeliani. Lo scoppio della guerra nella sua terra ha impedito a Jasmine di tornare, e da quel momento vive divisa a metà tra l’essere in Italia e il grande dolore e la grande paura per le sorti della sua famiglia e di tanti amici e amiche che aveva. A Milano deve ricostruire condizioni di sopravvivenza utilizzando anche la sua vena di artista e così intensifica il suo percorso di ricerca e produzione soprattutto nella pittura, cominciando anche a partecipare a mostre, eventi, festival internazionalI.
Nella sala Liliana Ingargiola della Casa Internazionale delle donne di Roma tanti sono i suoi quadri di dimensioni e temi diversi. Oltre a immagini e volti che richiamano il mondo palestinese, a lei piace anche fare pitture riproducendo frasi importanti con il ricco alfabeto arabo.
Nella sala insieme ai quadri c’è anche un manichino con un bellissimo abito femminile palestinese, arrivato alla Casa come dono passando da una mano all’altra di donne.
Un dono per ricordare la tradizione e la ricca cultura delle donne palestinesi. Nell’incontro che ha accompagnato la mostra promossa dall’associazione “Cultura è libertà”, Jasmine Aljarba, con la traduzione dall’inglese di Alessandra Mecozzi, donna impegnata da tanti anni per la pace e i diritti delle donne in Palestina, ha parlato del suo sforzo di auto-imprendimento che l’ha portata a misurarsi con diverse forme creative: pittura ma anche installazioni e fotografia concettuale. Con grande dignità spiega che, anche di fronte a tanta tragedia e distruzione della Striscia di Gaza, con le sue opere vuole fare conoscere e trasmettere cosa sia veramente la Palestina, il suo popolo e la sua cultura. Il giorno prima, racconta, l’esercito israeliano ha bombardato il Centro culturale di scambio Palestina-Italia, un riferimento importante per chi lavorava per costruire dialogo e prospettive di pace.
“In questo attacco - continua con chissà quanto dolore nel cuore - è morto un mio caro amico che organizzava sessioni di cinema rivolte ai bambini per portare a loro un po’ di tregua e serenità sotto le bombe e nella distruzione di tutte le strutture civili“.
Jasmine ha anche un regalo per la Casa: un quadro che raffigura Marisa Rodano, una grande donna italiana impegnata per i diritti delle donne anche a livello internazionale. All’incontra tra le altre era presente l’attivista Luisa Morgantini, appena tornata dalla Cisgiordania dove prosegue il suo impegno di ponte tra donne anche in questa tragica e pericolosa situazione.


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