Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2006
La Commissione Europea, nel Libro Verde ad essa dedicato, definisce la responsabilità sociale d’impresa come “l’integrazione volontaria delle problematiche sociali ed ecologiche nelle operazioni commerciali e nei rapporti delle imprese con le Parti interessate”.
La Responsabilità Sociale d’Impresa si estende al di là del perimetro dell’impresa stessa coinvolgendo non solo i lavoratori e gli azionisti, ma integrando la comunità locale e un ampio ventaglio di Parti interessate.
Questo importante argomento è stato oggetto nei giorni scorsi, di un convegno organizzato a Reggio Emilia dalle Consigliere di Parità, che hanno voluto iniziare un percorso di sensibilizzazione, diffusione e approfondimento del tema, con l’auspicio che le aziende si accostino alla tema considerando tra gli indicatori strategici proprio quelli relativi alla gestione delle Risorse Umane e che ciò avvenga in un’ottica di genere.
A questo proposito, segnalano alcuni fattori che definiscono “gender sensitive”: le scelte della direzione del personale sulle Pari Opportunità come obiettivo strategico, la ricerca-selezione e reclutamento del personale, l’organizzazione del lavoro e la conciliazione, lo sviluppo di carriera e la leadership, la cultura aziendale e l’ambiente di lavoro.
Uno degli ambiti presi in considerazione dalla RSI, insieme alla qualità del lavoro, è quello delle Pari Opportunità uomo/donna e quindi parità di trattamento, uguaglianza sostanziale, assenza di discriminazioni e di ostacoli alla partecipazione in ogni ambito della vita, considerazione e valorizzazione delle diverse condizioni, bisogni e motivazioni.
Che ruolo possono giocare gli Enti locali e in particolare la Regione Emilia-Romagna, rappresentata per l’occasione dal dirigente dott.Giuseppe Drei?
Innanzitutto, osserva quest'ultimo, sono indispensabili regole, vantaggi e finanziamenti. A livello Comunitario non ci sono al riguardo regole precise, ma solo “buoni consigli o inviti” e quindi non c’è nessun impedimento ai prodotti che sono frutto di processi contrastanti e difformi.
A tal proposito, negli ultimi cinque anni non si sono fatti passi avanti, contrariamente invece alle normative sulle Pari Opportunità e a quanto realizzato dalla Regione Emilia-Romagna. La legge regionale 17/2005 ha dedicato diversi capitoli alla Responsabilità Sociale delle imprese, con l’obiettivo principale di tradurre in norma la definizione.
Le imprese, sottolinea il dott. Drei, si rivolgono in prevalenza alle Istituzioni territoriali e per questo sono importanti le alleanze tra chi produce, chi lavora e chi consuma. La legge regionale prevede spazi di intervento in questo senso, valorizzando il rapporto imprese-territorio, sottolineando il ruolo della concertazione. Si possono ipotizzare sistemi incentivanti per i soggetti socialmente responsabili, che potrebbero beneficiare ad esempio, di sgravi fiscali. La RSI si articola su reti di collaborazione, indispensabili per la promozione e la sensibilizzazione culturale, con conseguenti confronti territoriali. Oggi forse ci sono le condizioni per fare qualche passo avanti, lo auspichiamo e lo verificheremo.
(1 giugno 2006)
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