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RENATA POLVERINI / Coalizione centro-destra

RENATA POLVERINI / Coalizione centro-destra

Candidata 2010 - Presidenza della Regione Lazio -

Giovedi, 18/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010

- Prima domanda un po’ ovvia: l’aspettava – e da quando – questa candidatura?



Non me l’aspettavo. Almeno non quando nel maggio scorso è stato fatto per la prima volta il mio nome. Poi quando mi è stato chiesto ufficialmente non ci ho pensato su neppure un momento: ho accettato consapevole della responsabilità dover fare tutto il possibile per migliorare la qualità della vita dei cittadini della regione nella quale anche io vivo.



- Io e Lei ci conoscemmo nella mia città (Avellino) diverso tempo fa, durante un convegno. Lei era stata appena eletta Segretaria Generale dell’Ugl: ebbi l’impressione di una donna molto schiva, quasi timida, ma anche molto disponibile ed alla mano. Ha conservato queste sue caratteristiche?



Io non ho maschere. Sono schietta, semplice, proprio così come mi vedete. La disponibilità credo debba essere la dote fondamentale di ogni sindacalista e di ogni politico: sono contenta mi si riconosca questa qualità.



- Lo sa che la Sua immagine è molto popolare? Al di là del ruolo che ha rivestito nel Suo sindacato, hanno contato molto i suoi interventi in trasmissioni televisive a farsi conoscere di più e meglio? La pronta conoscibilità mediatica è una risorsa?



Viviamo in una società in cui i media hanno un ruolo importante. Godere di una buona stampa, essere un volto televisivo noto aiuta, ma certamente non basta. Alla fine dei conti il giudizio degli elettori si fonda sui valori di cui si è portatori, sull’impegno, sui programmi che si propongono. Per questo mi sto impegnando in una campagna elettorale in mezzo alla gente, per ascoltare tutti e prendere impegni.



- La Sua capacità di elencare i guasti e i disagi dei cittadini e dei lavoratori in maniera chiara e semplice – perché donna e perché donna del Sindacato - è una novità in politica. Riuscirà a mantenere questa

freschezza e questa chiarezza?



Sono sicura di sì, e la mia non è presunzione, ma credo di aver acquisito queste caratteristiche grazie ai tanti anni passati a lavorare per il sindacato.



- Nel Lazio si confrontano due donne esperte e competenti, Emma Bonino e Lei. È vero che le donne possono condurre una competizione elettorale diversa? In che modo?



Questa campagna elettorale è iniziata tutta in rosa. Poi però ha assunto colori diversi. Nelle ultime settimane il dibattito elettorale si è spostato su questioni che poco hanno a che con l’amministrazione della regione e con ciò che più sta a cuore ai cittadini. Da parte mia, nonostante le difficoltà, non mi sono fermata nemmeno un attimo per far arrivare le mie proposte di governo e per promuovere la mia idee per portare la Regione Lazio ai primi posti in Europa.



- Oltre il Suo programma elettorale, quali saranno le proposte e le iniziative per favorire l’eguaglianza di genere e per abbattere ogni altra diseguaglianza sociale e civile?



Una delle parole d’ordine del mio programma, e uno dei principi che caratterizzerà la nostra azione politica, è la solidarietà. Questo significa che l’intera azione amministrativa sarà volta a sostenere le famiglie, il lavoro, la salute dei cittadini, fornendo migliori servizi e migliori opportunità per tutti. Credo sia questo il modo di combattere le disuguaglianze.



- In questi anni nel Sindacato ha maturato anche una coscienza più ‘politica’, evidentemente. È alquanto infrequente che i sindacalisti si sperimentino come amministratori (ricordo solo Lama e Cofferati). Più spesso si danno alla politica tout court, e non sempre riescono bene. Lei cosa ritiene di poter portare con sé della Sua esperienza sindacale, qualora venisse eletta?



L’abitudine a trattare, a cercare soluzioni, a guardare in faccia il tuo interlocutore e a parlare con le persone il cui futuro dipende dal tuo lavoro, le persone sulle quali il tuo impegno avrà conseguenze dirette e tangibili.



- La CGIL viene ancora stigmatizzata sulla famosa “cinghia di trasmissione”, mai tagliata per alcuni, necessaria, invece, per altri, in questi tempi di fallimento partitico. Anche Lei pensa che il ruolo del Sindacato italiano sia sussidiario o addirittura sostitutivo dei partiti, spesso e volentieri? Cercherà di colmare questo gap della politica italiana, almeno per quanto riguarda il suo territorio? Si dirà finalmente anche dell’UGL “cinghia di trasmissione"?



I sindacati e i partiti hanno ruoli diversi e tali devono rimanere. Quanto all’Ugl, sono sicura che manterrà la sua piena autonomia.



- Le battaglie sindacali sul welfare spesso collidono con le politiche del Partito cui Lei fa riferimento. Troverà un punto di mediazione, considerato che già solo la sua uscita sulle coppie di fatto ha provocato qualche reazione? Senza parlare delle politiche di risanamento in Sanità, che nel Lazio non ha meno problemi che in Campania, anzi.



Con il governo centrale avrò un rapporto giustamente dialettico, se e quando necessario, senza asservimenti da parte della Regione. E sono sicura che si troveranno, insieme, tutte le soluzioni migliori per i cittadini del Lazio.



- Riuscirà a mantenere la Sua idea sulle politiche fiscali a favore delle fasce deboli e dei nuovi poveri, quando non sarà più sindacalista, ma – glielo auguriamo – Governatrice?



Non solo manterrò le mie idee, ma lavorerò per tradurle in provvedimenti in favore dei cittadini laziali



- E sulla privatizzazione dell’ACEA? Come candidata sindacal-popolare propenderebbe per il no. Ma la sua coalizione non sarebbe d’accordo. I cittadini di Roma, i suoi elettori, cosa ne pensano?



Ho detto e ribadisco che l’acqua è deve rimanere un bene pubblico. Sull’Acea ho già spiegato come per recepire una direttiva europea il Comune di Roma dovrà ridurre la propria partecipazione al 30 per cento entro il 2015. Auspico pertanto che le quote eccedenti vengano offerte sul mercato così da avere una proprietà diffusa mantenendo il controllo del Comune come azionista di riferimento.



- Ultima domanda. Non le saranno sfuggite le ricerche dei politologi e dei ricercatori di Scienza della Politica in cui si marca la differenza dell’appeal di schieramenti e coalizioni a seconda della condizione occupazionale. Una popolazione di impiegati, pensionati, giovani altamente scolarizzati e professionisti – in maggioranza nella Sua Regione - tenderebbe a preferire lo schieramento a lei contrapposto. Ma Lei viene dal Sindacato. Questo potrebbe davvero fare la differenza?



La differenza la faranno proposte, idee, valori e programmi.

 

a cura di Marika Borrelli

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