Regione Sicilia: al Presidente sulla composizione della Giunta regionale
Al presidente Musumeci costernazione e scoramento: la sua Giunta formata da soli uomini
Sabato, 02/01/2021 - Egregio Presidente della Regione Sicilia,
p.c. Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri
p.c. Egregio Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie
Roma, 1° gennaio 2021
Oggetto: composizione Giunta regione Sicilia
Da oltre un decennio, Noi Rete Donne ha posto al centro della propria azione la democrazia paritaria, intrecciando l'obiettivo della partecipazione delle donne negli organi decisionali con quello della promozione della legalità e della piena attuazione dell’art. 3, 2° comma Cost., sotto il profilo dell’uguaglianza sostanziale dei generi e della parità di accesso alle cariche pubbliche: rientra in questo obiettivo la maggiore inclusione del genere femminile all’interno degli organi di Governo dello Stato e delle Regioni, ormai imposta da norme di rango costituzionale (artt. 3, 51, 1° comma, ultima parte e 117, 7° comma Cost.) e da leggi ordinarie dello Stato italiano: come è noto, l’art. 1 della l. 20 del 2016 ha annoverato fra i principi cristallizzati dall’art. 4 della l. 2 luglio 2004, n. 165 di attuazione dell’art. 122 della Costituzione la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell'accesso alle cariche elettive. Peraltro, anche l’Unione Europea promuove i medesimi principi all’art. 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (“La parità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione […]” e salvaguarda le azioni positive volte a prevedere vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato (art. 23, 2° comma della citata Carta e art. 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea).
Abbiamo appreso con grande costernazione e scoramento che nonostante siano trascorsi ben 72 anni dall’entrata in vigore della Carta costituzionale, che ha sancito il principio di eguaglianza formale e sostanziale, la Giunta della Regione Sicilia, presieduta dall’on. Musumeci, risulta attualmente formata da soli uomini. Tale circostanza pone il governo della Regione siciliana in aperto contrasto con i principi costituzionali sanciti appunto dagli artt. 3, 51, 1° comma, ultima parte e 117, 7° comma Cost., nonché in contrasto con il chiaro principio di equilibrio fra i generi dettato dall’art. 3 della stessa legge regionale 28 ottobre 2020, n. 26 ai sensi del quale la nomina degli Assessori da parte del Presidente deve essere effettuata “assicurando che ogni genere sia rappresentato in misura non inferiore ad un terzo”.
Sottolineiamo peraltro che le disposizioni costituzionali invocate debbono ritenersi immediatamente precettive, così come recentemente affermato dal Consiglio di Stato con l’ordinanza del 18 dicembre 2020, n. 7323, che ha sospeso le operazioni per l’elezione dei Consigli degli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e dei collegi dei revisori in carica dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2024, proprio sul presupposto del mancato rispetto delle citate norme costituzionali. Ne discende pertanto che l’attuale formazione della Giunta della Regione Sicilia non solo rappresenta un pericoloso passo indietro nella storia delle conquiste democratiche del nostro Paese, ma è in contrasto con gli stessi principi cardine dell’ordinamento italiano e con la stessa legge regionale n. 26 del 2020.
Invitiamo pertanto il Presidente della Regione Sicilia a porre in essere tutti gli atti necessari per rimediare a questa grave violazione delle norme, in modo da iniziare il nuovo anno sotto i migliori auspici; invitiamo altresì il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ciascuno per quanto di competenza, ad assumere le necessarie iniziative per ripristinare uno dei valori fondanti della nostra democrazia.
Sono inoltre inaccettabili e offensive per tutte le donne e maggior ragione per le donne siciliane le dichiarazioni sessiste che il Consigliere regionale Vincenzo Figuccia ha usato per difendere la scelta di escludere le donne dalla Giunta e ci auguriamo che il Presidente della Regione Sicilia voglia prendere vigorosamente le distanze e censurarle.
Le donne siciliane meriterebbero più attenzione non solo rispetto al linguaggio usato nei loro confronti, non solo per l'esclusione da incarichi di vertice nei c.d.a. delle partecipate regionali (meno del 10% delle nomine alla presidenza), non solo per il divario retributivo ben peggiore della già allarmante media nazionale, ma soprattutto rispetto al preoccupante indice di disoccupazione femminile (dato peggiore a livello europeo).
NOI RETE DONNE
Daniela Carlà, Marisa Rodano, Marilisa D’Amico, Eva Desana, Laura Onofri, Antonella Roselli
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