Riceviamo da Luisa Laurelli, ex consigliere regionale del Partito democratico, e pubblichiamo.
"Ho letto esterrefatta il contenuto della proposta di legge regionale prima firmataria Olimpia Tarzia, che propone una radicale modifica del funzionamento dei consultori familiari in spregio alle leggi nazionali e ai diritti delle donne all'autodeterminazione, alla sessualità consapevole e alla procreazione responsabile. La proposta è firmata da tanti consiglieri di centro destra e anche da alcuni consiglieri regionali del PD che prima di firmare dovrebbero mettersi in sintonia con i valori e i programmi del loro partito e delle donne del PD. La mancanza di donne elette nella lista del PD non può e non deve consentire ai consiglieri regionali uomini, di violare i diritti delle donne che loro dovrebbero rappresentare, che dovrebbero almeno essere interpellate e coinvolte. Invito i consiglieri del Pd a ritirare le loro firme dalla proposta di legge perchè il consultorio viene definito come servizio preposto alla tutela della famiglia, della vita e del figlio concepito in violazione della legge istitutiva dei consultori familiari e della legge sull'aborto. Dalla proposta sparisce la donna con il suo diritto alla salute, compare la famiglia come entità che comprende e annulla tutte le identità, vengono rilanciati fortemente i consultori privati e le associazioni di volontariato private con equiparazione anche ai fini dei finanziamenti pubblici, si istituiscono comitati bioetici indipendenti che interferiscono con l'autonoma e libera attività dei professionisti che operano nei consultori pubblici, vengono istituite figure professionali di dubbia utilità in un servizio sanitario. La proposta contiene un attacco fortissimo alla legge 194 che disciplina il ricorso all'aborto da parte delle donne, insiste strumentalmente sulla prevenzione dell'aborto proponendo l'istituzione di un assegno a favore delle donne che rinunciano all'aborto fino al quinto anno di età del bambino. Nulla si dice sulla pillola abortiva e su sistemi che rendano meno traumatico possibile il ricorso all'intervento abortivo da parte delle donne.
Invito la Presidente Polverini a voler rappresentare i diritti di tutte le donne, a far ritirare tale proposta di legge e a voler proseguire nell'azione di rafforzamento della rete consultoriale pubblica in tutte e cinque le province del Lazio con idonei finanziamenti, così come fatto dall'amministrazione Marrazzo".
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