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Reggio Emilia 'This Body Made of Stardust', esposizione personale di Viviane Sassen

Reggio Emilia 'This Body Made of Stardust', esposizione personale di Viviane Sassen

In mostra fino al 27 luglio presso la Collezione Maramotti oltre cinquanta fotografie e un’opera video realizzate dal 2005 al 2025, con alcuni nuovi lavori ideati specificamente per questa occasione.

Mercoledi, 16/04/2025 -

Riceviamo e pubblichiamo
La Collezione Maramotti presenta This Body Made of Stardust, ampia esposizione personale di Viviane Sassen composta da oltre cinquanta fotografie e un’opera video realizzate dal 2005 al 2025, con alcuni nuovi lavori ideati specificamente per questa occasione.

Ogni fotografia è un memento mori.
Fare una fotografia significa partecipare della mortalità, della vulnerabilità e della mutabilità di un'altra persona (o di un'altra cosa). Ed è proprio isolando un determinato momento e congelandolo che tutte le fotografie attestano l'inesorabile azione dissolvente del tempo.

S. Sontag, Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società

La mostra – che si inserisce nella XX edizione del festival Fotografia Europea, dal titolo Avere vent’anni – costituisce la più estesa presentazione del lavoro di Sassen in Italia fino ad oggi ed è curata dall’artista stessa.
Riuniti intorno al concetto e all’iconografia del memento mori, gli scatti esposti tracciano ramificate traiettorie sulle infinite possibilità e sfumature della vita, feconda, intensa e traboccante quanto intrinsecamente fragile: (astrazioni di) corpi umani, paesaggi, polvere, terra, materie organiche divengono simboli e ricorrenti promemoria della morte – inevitabile passaggio di trasformazione del vivente.
 
In un percorso non narrativo, costruito per frammenti visivi e collegamenti formali tra immagini in apparenza molto diverse, Sassen ci invita a entrare nel suo universo poliedrico, onirico e seducente, di-stillato dal quotidiano, intriso di Surrealismo, scaturito dall’incontro dell’artista (le sue fantasie, le sue ossessioni, le memorie e le paure) con il mondo esterno.
In dialogo con alcune sculture della Collezione Maramotti (di Evgeny Antufiev, Kaarina Kaikkonen, Fabrizio Prevedello, TARWUK), nelle quali Sassen ha intercettato un’immediata empatia, le fotografie esposte fanno parte di diverse serie di lavoro provenienti dal suo ampio archivio, che da anni l’artista rielabora in differenti configurazioni, in una sorta di progetto di ricerca a lungo termine.
Intimamente legata alle arti plastiche, oltre che al design e alla moda, Sassen si definisce anche scultrice: plasma la luce – e ancor più l’ombra, metafora di angosce e desideri della psiche umana –, modella corpi e oggetti, dà forma a opere dai colori intensi, vibranti e vitali, giungendo a introdurre nella propria pratica anche pittura, inchiostri e collage, con cui imprime una dimensione extra all’immagine fotografica.
Le sue opere multiformi attraggono e trattengono lo sguardo tra gli interstizi del loro mistero, nella generazione perpetua di nuovi echi e livelli di senso. Sovrapponendo strati differenti, Sassen rivela ciò che è nascosto sotto alla superficie. Quasi nulla è ciò che sembra a prima vista: nell’intreccio tra realtà e finzione, osservando composizioni ambigue che sembrano mutare e rinnovarsi ad ogni sguardo, la percezione è continuamente messa in discussione.
Una grande foglia di palma stretta nell’abbraccio tra due ragazzi; proliferazioni di funghi e vegetali, ammassi cellulari e creature rizomatiche; corpi di carne e di pietra senza volto, mutili e disarticolati, accolti dalla terra o dall’acqua, avvolti, fasciati, soggetti a tentativi di posizionamento e ricomposizione; tronchi d’albero come cippi e fosse funerarie sulla soglia di territori sconosciuti; inconsapevoli guerrieri e mutaforma dal futuro: nel tentativo di “introdurre una struttura nel caos”, Sassen trasfigura la locuzione latina classica in un personale memento amoris, invitando l’osservatore a cogliere la bellezza e lo stupore dell’attraversamento. Siamo polvere (e polvere ritorneremo), ma polvere di stelle.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione con testi di Federica Angelucci di STEVENSON, Città del Capo, e del critico d'arte e curatore Marco Scotini.

This Body Made of Stardust
27 aprile – 27 luglio 2025
Visita alla mostra con ingresso libero nei seguenti orari: Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 1° maggio

Info: Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66 - 42124 Reggio Emilia
tel. +39 0522 382484 info@collezionemaramotti.org collezionemaramotti.org

Note biografiche
Viviane Sassen
è nata nel 1972 ad Amsterdam, dove vive e lavora.
Dopo aver trascorso l’infanzia in Kenya con la propria famiglia, è cresciuta nei Paesi Bassi. Ha studiato fashion design e, successivamente, si è formata in fotografia presso l’Università delle Arti di Utrecht (HKU) e Ateliers Arnhem.
Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui Prix de Rome (2007), Infinity Award for Applied/Fashion/Advertising Photography - International Center of Photography, New York (2011), David Octavius Hill Medal - German Photography Academy (2015).
Il suo lavoro è stato presentato in prestigiose gallerie e istituzioni in tutto il mondo. Tra le mostre personali più recenti: FOAM, Amsterdam; Fotografiska, Shanghai; Kyotographie festival, Kyoto (2024); Maison Européenne de la Photographie - MEP, Paris; Ruurlo Castle, Paesi Bassi; Dat Bolwerck, Zutphen, Paesi Bassi (2023); National Museum of Modern Art, Zagabria; Foto Forum, Bolzano (2022); Huis Marseille, Amsterdam (2020); Musée des Beaux-Arts, Le Locle, Svizzera (2019); The Hepworth Wakefield, Regno Unito (2018); Fotografiska, Stoccolma; Foto Kunst Stadform, Austria; Deichtorhallen, Amburgo; Museum of Contemporary Art, Chicago (2017).


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