Piemonte - Cosa cambia se nei Centri per l’impiego c’è un’esperta di pari opportunità
Lunedi, 26/10/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2009
di Roberta Dho e Elena Ribet
Superare l’approccio “neutro” alle politiche del lavoro è fondamentale per favorire quel “salto di qualità” verso l’effettiva uguaglianza tra uomini e donne. È con questo intento che la Rete di Parità nei centri per l’Impiego (CPI) della Provincia di Torino è riuscita a proporre un esempio eccellente, nel contesto piemontese da quasi vent’anni all’avanguardia su questo fronte; una buona prassi che introduce concretamente il “mainstreaming di genere” nell’azione dei nuovi Servizi per l’impiego.
Il percorso, nato da una felice intuizione della dirigenza del Servizio lavoro e della Consigliera di Parità della Provincia di Torino nel 2000, ha portato all’individuazione della figura di Referente di Parità in ciascuno dei 14 Centri per l’Impiego e, successivamente, alla formalizzazione di una Rete coordinata dal Servizio Lavoro, in stretta collaborazione con le Consigliere.
Oggi la rete è una realtà consolidata, fiore all’occhiello del Servizio Lavoro della provincia di Torino, grazie a percorsi di formazione specifica (nel 2003 e 2008) e alla nascita dell’Unità Organizzativa Pari Opportunità (2004), che ha contribuito a migliorare l’operatività e a focalizzare gli obiettivi.
Nell’ambito delle attività ordinarie di accoglienza e accompagnamento, ascolto e consulenza, orientamento e promozione delle donne nel mercato del lavoro, la Rete ha contribuito alla diffusione di un’ottica di genere nei CpI e all’attivazione di canali informativi su normative, finanziamenti, agevolazioni, formazione.
Tra i compiti specifici
• Promozione Voucher per la conciliazione a sostegno di donne disoccupate e con carichi familiari (bambini/e, anziani/e)
• Progettazione sulle Lavoratrici Over Quarantacinquenni
• Rilevazione, emersione, prevenzione e contrasto delle discriminazioni di genere comprese molestie sessuali e mobbing in stretto raccordo con le Consigliere di Parità provinciali
• Coinvolgimento nella campagna “I nostri auguri tra opportunità e diritti” per la promozione della L.53/2000 (congedi parentali) sul territorio
• Diffusione opuscolo “Azienda amica delle Mamme e dei Papà”
• Incontri con commercialisti e consulenti del lavoro per promuovere le opportunità offerte dalla normativa e dal FSE alle imprese
• Contrasto al divario retributivo e alle discriminazioni su progressioni di carriera
• Campagne per favorire la condivisione delle responsabilità familiari
Le tappe della Rete e le testimonianze delle referenti di parità sono raccolte in una pubblicazione (realizzata da Kami comunicazione) curata per la Provincia di Torino - Assessorato al Lavoro, Attività di Orientamento per il Mercato del Lavoro - da Paola Merlino.
LE OPINIONI
Cristina Romagnolli - Dirigente dell’Unità Organizzativa Pari Opportunità
La rete delle referenti di parità si è inserita negli obiettivi dei CpI mirati a soddisfare la richiesta dell’utenza e a rafforzare il rapporto con le imprese.
Il modello di “rete capillare”, che ha favorito ascolto del territorio, incontro con le persone, capacità di risposta, raccordo con le Consigliere di Parità, ha permesso di modellizzare “Servizi per l’Impiego” capaci di integrare le pari opportunità nelle politiche del lavoro, dando vita a una esperienza unica nel contesto nazionale.
Paola Merlino - esperta di politiche del lavoro e di politiche di genere
Le Referenti di Parità hanno rappresentato un’innovazione nelle politiche del lavoro e di genere, oggi più vicine alle persone. Sono state “antenne territoriali” fondamentali per l’emersione dei problemi ma, soprattutto, per l’individuazione di soluzioni “a misura” delle donne sia rispetto alla ricerca del lavoro, sia nella gestione del duplice ruolo di madri-lavoratrici, sia rispetto all’affermazione dei diritti e della parità.
Laura Cima e Ivana Melli - Consigliere di Parità della Provincia di Torino
Rispetto alla tutela sul lavoro le Referenti di Parità hanno saputo raccogliere e informare, ma anche indirizzare le donne, intessendo con la Consigliera di Parità una sottile rete di protezione per le donne che subiscono discriminazioni, molestie sessuali e mobbing. Sono state un tramite importante per affrontare il discorso delle discriminazioni multiple che interessano le donne rispetto all’età, alla disabilità e alla provenienza etnica e per creare reali prospettive di integrazione territoriale delle politiche di genere.
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