Lunedi, 12/05/2025 - A partire dal 12 maggio 2025 è attivo il servizio per la presentazione delle nuove domande per il Reddito di libertà, misura a favore delle donne vittime di violenza, finalizzato a favorirne l’indipendenza economica e il reinserimento sociale. L' Inps ha reso noto di aver elaborato le domande, in prima battuta rigettate per mancanza di fondi, ripresentate nella fase transitoria e di aver determinato l'esito delle stesse sulla base delle risorse disponibili a livello regionale, utilizzando come criterio la data e l'ora di invio della domanda originaria. Nello specifico, le destinatarie del contributo sono le donne con o senza figli, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, residenti nel territorio italiano, che siano cittadine italiane, cittadine comunitarie o cittadine di uno Stato extracomunitario, in possesso di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea previste dagli articoli 10 e 17 del decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, o in possesso di regolare permesso di soggiorno UE di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, o della ricevuta della richiesta o del cedolino, o del permesso per protezione speciale di cui all’articolo 32 del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25. Con il D.P.C.M. del 4 marzo scorso, del Dipartimento per la famiglia e le pari opportunità, sono stati stanziati nuovi fondi, per una somma complessiva di 10 milioni di euro annui, con ciò innalzando l'importo del contributo mensile ad euro 500,00 ( erogabile fino ad un massimo di dodici mesi). Alle cittadine italiane sono equiparate le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria. Per poter fruire del contributo, il rappresentante legale del centro antiviolenza che ospita la donna vittima di violenza, deve attestare il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso mentre il servizio sociale professionale di riferimento deve attestare lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria od urgente. Le domande dovranno essere inoltrate tramite i Comuni nel cui ambito è avvenuta la presa in carico da parte del centro antiviolenza e del servizio sociale, a prescindere dalla residenza o dal domicilio. Il loro accoglimento sarà determinato sulla base delle risorse regionali e dell'ordine cronologico di presentazione. Sarà l’amministrazione comunale a inviare la domanda all’INPS attraverso il canale telematico dedicato. Ogni richiesta riceverà un codice identificativo attestante la data e l' ora dell'inoltro: è questo elemento a determinare la priorità nell’assegnazione dei fondi. Se la procedura si conclude con esito positivo, sarà l’INPS a comunicare direttamente alla beneficiaria l’avvenuto riconoscimento del contributo, utilizzando i contatti indicati nel modulo di richiesta. Le richieste presentate nel 2025, comprese quelle presentate nuovamente entro il termine del 18 aprile 2025 e che avranno priorità, resteranno valide fino al 31 dicembre dell'anno in corso e saranno accolte nei limiti delle risorse trasferite all'Inps; in caso di mancata accettazione si potrà presentare nuova domanda a partire dal primo gennaio 2026. Per l’accesso al servizio è necessario essere in possesso di SPID di livello 2 o superiore o di una Carta di identità elettronica 3.0 (CIE) o di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
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