Si parla tanto di un Paese in recessione economica, questo è indubbiamente vero, ma della manifesta RECESSIONE CULTURALE, si parla poco, e , cosa ancora più grave, si fa molto poco per arginarla. Infatti, i continui tagli delle risorse economiche ed umane alla scuola, all'università, alla ricerca ed alle iniziative artistico- culturali, sono l'esempio più significativo. Del resto, a buona parte della classe politica, non conviene che il popolo migliori il proprio livello di conoscenze e competenze, con l'ignoranza si governa senza problemi ed è più facile trovare delle schiere di creduloni, che con il miraggio di facili guadagni e favori, votano chi ritengono più adatto ad assecondare il loro desiderio di evadere e raggirare le regole democratiche. Naturalmente i più adatti ed esperti del come fare, sono indubbiamente i disonesti e per questo che tanti preferiscono una classe politica opportunista e, a volte, anche affiliata alle cosche mafiose, perchè costoro garantiscono un sistema di illegalità, impunità, facili ed illeciti guadagni. Bisogna porre fine a questa deriva culturale, non può, il nostro Paese essere preda di affaristi e malviventi, la risposta deve essere una RIVOLUZIONE CULTURALE. Per raggiungere tale obiettivo è necessario migliorare il livello culturale,economico e sociale della popolazione italiana. Le risorse sono abbondanti nel Paese, basta aprire spazi di partecipazione sociale, incrementare l'economia, la scuola, l'università e la ricerca, migliorare la qualità dell'offerta artistica e comunicativa, e, cosa importante, non consentire a soggetti di dubbia integrità morale, di accedere alla gestione dello Stato e di tutte le strutture che devono tutelare il bene comune. Bisogna impegnarsi tutti in prima persona, ognuno nel proprio ambito lavorativo e ambientale, perchè senza una presa di coscienza collettiva , cambiare e migliorare lo stato delle cose non sarà possibile. PIERA REPICI
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