Giovedi, 09/06/2016 - Vorrei poter trovare una definizione a questo romanzo: una storia di amore, una biografia, un esercizio di stile, un dipinto di parole, un thriller. No, non è niente di tutto questo ed è tutto questo.
Questo romanzo ti avvince come un thriller e non vedi l'ora di arrivare all'ultima pagina per scoprire se ciò che immagini è in sintonia con ciò che ha immaginato l'autrice; eppure ti fa rallentare ad ogni pagina perché la precisione delle descrizioni dei fatti o dei personaggi è troppo amorevole per non farti desiderare di leggerla e farla tua fino in fondo. E' una storia che gioca con i tempi, i flashback in disordine sono un tocco di classe, da vero giocoliere.
L'autrice ha preso tutto quello che aveva dentro: il ritmo, la musica, la pittura, il gioco, li ha uniti con le parole (che ha il dono di saper addomesticare) e le ha scaraventate sulle pagine per farne un piccolo gioiello.
Il poeta che diventa romanziere rischia di essere stucchevole, oppure rischia che la sua sintesi diventi freddo distacco dalla storia. Non è il caso di Loretta Sebastianelli, non è il caso di questo romanzo. In esso la poesia e la trama diventano una sorprendente simbiosi e portano alla luce un lavoro pregevole. Sono felice che sia un romanzo di esordio, così potrò attendere il resto.
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