Sophia Aram, comica francese originaria del Marocco, ironizza sulle dichiarazioni di Christine Lagarde dell'FMI, la quinta donna più potente del mondo.
Sophia Aram - celebre umorista della tv francese nata a Ris-Orangis nel '73, ma marocchina d'origine - ha trasmesso lunedì scorso, sul "7/9" di France Inter, un audace stacchetto satirico, che fa il verso, a colpi di sfottò, ad alcune spinose dichiarazioni di Christine Lagarde ancora nel mirino di certa stampa internazionale.
Christine Madeleine Lagarde - nata a Parigi nel '56 - è l'attuale direttrice del Fondo Monetario Internazionale. Avvocato ed esponente dell'UMP, è la protagonista di una carriera politica ascendente e brillante nel panorama internazionale. Non a caso, la rivista statunitense Forbes l'ha inserita nella sua lista delle 100 donne più potenti del mondo, insieme con Angela Merkel, Janet Yellen, Melinda Gates, Dilma Rousseff. Christine Lagarde si troverebbe cioè al quinto posto, prima di Hillary Clinton e avrebbe ormai quasi doppiato Michelle Obama.
Le dichiarazioni di Lagarde, espresse in occasione della cerimonia funebre di re Abdullah - il monarca dell'Arabia Saudita deceduto nella notte tra il 22 e il 23 gennaio scorso, uno degli uomini che per circa 3 decenni è stato fra i più influenti nei territori del Golfo - hanno seminato non poche perplessità. Il re saudita - visto da alcune autorevoli testate angolofone addirittura come un "riformatore" - è stato definito da Christine Lagarde come "un paladino molto discreto dei diritti delle donne" («a strong advocate of women» riporta letteralmente The Guardian).
La risposta radiotelevisiva di Sophia Aram è stata, di rimbalzo, schietta e sarcastica. La cabarettista ha voluto ribattere con amara ironia, vestendo per la trasmissione di Patrick Cohen un simbolico niqab ed evidenziando invece tutte le privazioni di cui le donne sono vittime in Arabia Saudita. «Ah! Che dire? Sono inconsolabile da quando il re Abdullah, il povero... (oh, povero per modo di dire) è morto... E' tutto il giorno che piango, e piango talmente che semplicemente mi chiedo come possa avere altro da versare nei miei occhi... cascate di lacrime mi scendono dagli occhi [...]. Quando ho sentito dire da Christine Lagarde che re Abdullah è stato, in maniera molto discreta, un fervente difensore delle donne... mi sono detta: "ah, sì, senz'altro. In maniera tanto discreta che nemmeno mi sono accorta di tutto quello che ha fatto per le donne"».
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