Venerdi, 12/06/2020 - Dopo varie e note vicissitudini, dovute all’emergenza Covid-19, la mostra dedicata al cinquecentenario della morte di Raffaello, ha riaperto il 2 giugno, la data iniziale di chiusura e Festa della Repubblica divenuta così più simbolica che mai e sarà visitabile fino al 30 agosto 2020 - naturalmente con precauzioni speciali per la sicurezza dei fruitori e del personale ed orari di visita ampliati, dalle 9 alle 22 di ogni giorno.
Un grazie tutto ‘particuliér’ va giustamente anche alla disponibilità dei musei e dei collezionisti che hanno prestato le opere: uno dei dubbi che assillavano maggiormente, riguardava proprio la possibilità di estendere il prestito per un tempo così prolungato.
“La mostra Raffaello 1520 – 1483 ha un valore inestimabile dal punto di vista artistico e offre la possibilità di ammirare una concentrazione di opere del Maestro nello stesso contesto come mai era stato possibile fino ad oggi. Ogni sforzo per garantire al maggior numero di persone possibile di godere di tale meraviglia è doveroso: le Gallerie sono dunque ben liete di prolungare il loro prestito di una cinquantina di capolavori a questa mostra unica ed epocale per tutto il tempo che sarà necessario” - ha detto il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt.
Con oltre 200 opere, tra le quali 120 dello stesso Raffaello, l’esposizione, realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi, e curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi, Direttore di Scuderie del Quirinale, è la più grande rassegna mai vista prima, fatta di capolavori provenienti dalle più importanti collezioni e realtà museali italiane ed internazionali, un vero ‘unicum’.
L’Immenso, in questa incredibile mostra, viene sviscerato a tutto tondo: l’evento soddisfa appieno le aspettative, confermando il mai conosciuto abbastanza eclettismo di Raffaello che spazia dalla pittura ad un virtuosismo del disegno che solo grandi pari a lui – Michelangelo e Leonardo – hanno potuto dimostrare.
Ma, seppur in modo diverso ed originale, ovviamente, l’Urbinate si confermò anche architetto, studioso di archeologia, fine letterato e soprattutto grande, grandissimo intellettuale e come tale precursore ed ‘inventor’ ancora una volta paragonabile, ‘mutatis mutandis’, solo ai due sopra citati.
Non a caso fu artistico interprete di due grandissimi papi quali Giulio II e Leone X, figlio secondogenito di Lorenzo il Magnifico, quelli a cui si deve il progetto moderno della Cultura Italiana 'in toto', non solo riferito all’ arte della Città Eterna.
Lascia un Commento