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Radici

Radici

A volte ci si accorge delle cose, quando tutto diventa anormale. Nella normalità si è distratti dalla quotidianità. Nell'emergenza invece attimi di quiete svelano verità non ascoltate.

Venerdi, 27/07/2012 - La valvola di sfogo alle emozioni è il pianto, almeno per me da sempre. In questi giorni sono una bomba ad orologeria, una diga che sta per rompere, un palloncino gonfiato all’impossibile. In questi giorni sento scendere gocce sulle guance dopo averle sentite salire dallo stomaco nella gola, dalla gola nella testa e poi giù verso gli occhi…sono lacrime strane, non appartengono a un dolore soltanto, appartengono a una certezza. E se penso a quella certezza mi accorgo che è una certezza bella, positiva, rassicurante. Una certezza che se non fosse per la circostanza che me l’ha rivelata avrebbe attorno solo pensieri positivi. In questi giorni mi è successo di prendere il treno per tornare a “casa,” dormire in tenda davanti ai palazzoni “verdi”, che verdi non sono più forse da anni, ma che sono stati scenografia di tante iniziative in Largo Sarzi, pensare alle cose che le persone hanno lasciato dentro a tutte le case violate dal terremoto, a tutte le menti ferite dal terremoto. Fantasmi, anni di vita che in stanze silenziose aspettano di essere cancellati da una qualche gru, mentre qualcuno in una qualche tenda o in una casa non sua avrebbe bisogno di spolverarli, di guardarli, di usarli. Tornare a “casa”, per seppellire la 28a vittima del terremoto, l’amico che non ha potuto affrontare la paura del dopo, il teniamo botta imposto quasi come un’etichetta, e ha scelto di lasciarsi tutto alle spalle. Cose tristi, ma mi è capitato anche di tornare a “casa” e di sentire le radici camminando di notte scalza dalla tenda al bagno chimico e pensare che di tutti i posti abitati nel mondo nessuno aveva saputo essere “casa” come la Bassa. e nessuno aveva sapute essere famiglia come la sua gente.

Emozioni forti. Quelle radici “adottive” sono state le persone a nutrirle e quelle persone adesso sono lì con tutti i loro problemi, ma anche con tutta la loro forza, come sono forti le cattedrali della Valle, quei casali in disuso che nessuno ricostruirà più ma che resteranno un film che scorre nitido nella memoria di tanti, quelli che le hanno abitate, quelli che le hanno sentite raccontare, quelli che le hanno solo guardate distrattamente e quelli che ricordano i loro nomi. La Paltrinia, la Losca, la Disturbata nuova…e tutte le altre…



La Paltrinia dei baci mi guarda

io vedo solo estate e girasoli,

a occhi chiusi so che già dormiva

lontana dalla vita dei suoi giorni.

Però era lì, cattedrale di valle,

staffetta tra passato e domani,

alcova dai discreti nascondigli

per amanti sperduti nella nebbia.

La tireranno giù per sicurezza

e taglieranno un tronco di ricordi

con la linfa che scorre come sangue

e colora i mattoni di segreti.

Era bella ed è bella anche nel dopo

come tutte le case della Bassa

quelle che ancora aprono le porte

e quelle invece che aprono i rimpianti.



Antonella luglio 2012

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