Società/ Una testimonianza - Mina Ornano se n’è andata lo scorso mese. La sua vita e la sua storia rappresentano un esempio di impegno sociale da raccogliere
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2005
Il 13 giugno 2003 Mina Ornano, in compagnia della nipote Lucilla, 'si raccontava' a due giovani donne dell'U.D.I di La Spezia e parlando delle sue battaglie e del suo impegno, in verità raccontava un'epoca, quella che vide donne di diversa estrazione sociale e culturale intervenire concretamente nella storia, dando il proprio decisivo contributo alla costruzione del nostro Stato democratico.
La risposta alla lacerazione che la guerra aveva inflitto al tessuto sociale era stata l'impegno: forti di questa energia di opposizione costruttiva e consapevoli del resto che sul piano del riconoscimento di pari diritti tra uomo e donna tutto era ancora da fare, molte donne, ciascuna secondo i propri mezzi e il proprio modo di essere, chi più timidamente chi con maggiore energia e decisione, scelsero finalmente di uscire da quello stato di 'domesticità' e 'minorità' cui la storia le condannava da sempre.
Parità salariale, costituzione degli asili nido, legge sull'aborto, legge sulla violenza sessuale: per ognuno di questi punti enorme fu lo sforzo dispiegato su tutto il territorio nazionale da parte di donne che avevano come unica 'arma' la motivazione e la convinzione di essere dalla parte del giusto, di portare avanti prima di tutto una lotta di civiltà per sé e per le generazioni future.
Nel nostro territorio accadde la stessa cosa. Mina infatti sottolineava con una voce flebile ma incisiva, segno di un temperamento determinato e per niente intaccato dai problemi di salute degli ultimi anni, che dal '47 in poi le donne di questa provincia dovettero lavorare molto per il riconoscimento di diritti che forse noi oggi diamo per scontato.
Ricordava per esempio la battaglia per la parità salariale combattuta insieme alle contadine della Val di Vara, culminata in un grande incontro in Sala Dante cui presero parte quasi cinquecento contadine di quella zona: 'facevano il lavoro degli uomini. Lavoravano come matte con stipendi molto inferiori rispetto ai colleghi uomini. Lavoravano come pazze. Nessuno si preoccupava di loro. Arrivavo con la macchina con altre compagne. Piano piano si avvicinavano. E poi la piazza diventava piena'. Ricordi di un modo forse passato ma che fu estremamente efficace di fare informazione, di trasmettere alle altre donne le proprie conoscenze, le proprie consapevolezze.
Tra le immagini più vivide richiamate alla mente in quella giornata estiva da Mina Ornano due in particolare: la partecipazione, a Copenaghen, alle celebrazioni per l'otto marzo 1961 e lo sforzo compiuto dalle donne dell'U.D.I e dall'intera città, nel '51, per dare assistenza a una sessantina di bambini provenienti dalle campagne devastate dall'alluvione del Po in Polesine.
Mina adesso non c'è più, se n'è andata un mese fa silenziosamente, quasi fosse troppo forte e insopportabile per lei la 'tristezza di non poter più scendere in piazza'. Passa a noi il testimone dell'impegno e un monito a vigilare su quel che con tanta fatica si è conquistato e a essere pronte – se è il caso – a 'riscendere in piazza'.
(UDI - La Spezia)
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