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Politica/ La lettera alle mogli - La lettera alle mogli dei politici, e l'appello al presidente Ciampi, del Comitato di Pressione per le Leggi Paritarie

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2005

Lettera aperta a: Franca Ciampi, Livia Andreotti, Veronica Berlusconi, Lella Bertinotti, Patrizia Borselli, Manuela Bossi, Azzurra Caltagirone, Rosaria Cesa, Giuseppa Cossiga, Emilia Cossutta, Scilla Craxi, Linda D’Alema, Susanna Di Pietro, Gabriella Diliberto, Donatella Dini, Anna Serafini Fassino, Daniela Fini, Daniela La Malfa, Sandra Lonardo Mastella, Anna Parisi, Antonia Pera, Carla Pertini, Flavia Prodi, Barbara Palombelli Rutelli, Marianna Scalfaro, Vichy Segni, Flavia Veltroni

Carissime, certamente anche voi sarete rimaste indignate e offese per il voto quasi unanime dei deputati che hanno respinto gli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione, finalizzati a dare concreta attuazione all'art. 51 della Carta Costituzionale.
Indignate per il voto che nega le pari opportunità alle donne ed offese per il comportamento con il quale molti hanno festeggiato l'esito delle votazioni.
Abbiamo pensato di rivolgere un appello al Presidente Ciampi, quale garante dei diritti di cittadine e cittadini.
L'appello sarà presentato se la Riforma Elettorale verrà approvata al Senato priva di norme antidiscriminatorie.
La raccolta delle firme costituisce un elemento di pressione anche perché il Senato ponga rimedio all'incostituzionalità della Legge.
Numerose donne e uomini appartenenti a mondi più diversi hanno già aderito all'appello.
Siamo certe che anche voi darete il vostro sostegno all'iniziativa sottoscrivendo per adesione

APPELLO
" SIGNOR PRESIDENTE,
LA DEMOCRAZIA, SE NON E' PARITARIA, E' UNA DEMOCRAZIA INCOMPIUTA.
PER L'ARTICOLO 3 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITA' SOCIALE E SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, SENZA DISTINZIONE DI SESSO.
LE DONNE, PERO', SONO MENO UGUALI IN PARLAMENTO, ISTITUZIONE CARDINE DI OGNI DEMOCRAZIA PARLAMENTARE.
INFATTI, STORICAMENTE, LE DONNE PARLAMENTARI SONO STATE SEMPRE E SOLO CIRCA IL 10% DEI DEPUTATI E SENATORI.
PER SUPERARE QUESTO GAP NEL 2003 E' STATO MODIFICATO L'ART. 51 DELLA CARTA COSTITUZIONALE DALLO STESSO PARLAMENTO CHE OGGI VOTA CONTRO LA SUA CONCRETA ATTUAZIONE.
PER QUANTO RIGUARDA LE CARICHE ELETTIVE, PREMESSO CHE TUTTI I CITTADINI POSSONO ACCEDERVI IN CONDIZIONI DI UGUAGLIANZA, L'ART. 51 DELLA COSTITUZIONE STABILISCE CHE LA REPUBBLICA DEVE PROMUOVERE, CON APPOSITI PROVVEDIMENTI, LE PARI OPPORTUNITA' TRA DONNE E UOMINI.
LA LEGGE PER LA RIFORMA DEL SISTEMA ELETTORALE, INVECE, NON CONTIENE NESSUNA INDICAZIONE IN TAL SENSO. ANZI, GLI EMENDAMENTI IN LINEA CON IL DETTATO COSTITUZIONALE PRESENTATI DALLE VARIE FORZE POLITICHE, CHE AVREBBERO PERMESSO UNA MAGGIORE RAPPRESENTANZA FEMMINILE IN PARLAMENTO, SONO STATI TUTTI BOCCIATI A GRANDE MAGGIORANZA.
NE CONSEGUE CHE LA NUOVA LEGGE ELETTORALE SI PONE IN PALESE CONTRASTO CON GLI ARTICOLI 3 E 51 DELLA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE.
CI RIVOLGIAMO PERTANTO ALLA SUA PREZIOSA ATTENZIONE QUALE GARANTE DEI DIRITTI DI QUEL 50% DI CITTADINI ITALIANI DI SESSO FEMMINILE".


Avv. Tina Lagostena Bassi
Comitato di Pressione per le Leggi Paritarie
Presidente Rita Capponi

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