Strategie private - Dove le donne contano di più stanno meglio tutti
Melchiorri Cristina Lunedi, 26/09/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2011
Sono Loredana, lavoro in un'azienda di maglieria in provincia di Ferrara e sento dire spesso che le "quote rosa" non servono, perché fanno carriera le persone capaci, non importa che siano uomini o donne... sarà, ma nel nostro settore alle macchine ci sono solo donne, i capi invece tutti uomini, ed è così da cent’anni. Una legge ci può aiutare a cambiare le cose? Allora bisogna farla, e per due motivi: il primo, perché gli uomini non si faranno mai da parte per far posto a noi, il secondo, perché noi donne non sappiamo fare squadra fra di noi… o no?
Loredana Santini (Ferrara)
Gentile Loredana, come non essere d'accordo con te? Economisti e politici di tutto il mondo dichiarano che il vero indicatore del progresso di una società è la condizione delle donne. Lo stesso Presidente Obama, parlando delle sommosse popolari nei paesi arabi, ha detto: "La storia dimostra che le nazioni sono più prospere e più pacifiche quando le donne hanno maggior potere. Concentreremo i nostri aiuti sulla possibilità per le donne di creare imprese, di candidarsi a funzioni pubbliche e di governo." Per gli Stati e le imprese vale la stessa regola: dove le donne contano di più stanno meglio tutti, donne e uomini. Quanto alle “quote rosa”, diverse sono le opinioni dei partiti, delle Associazioni, delle singole persone. La mia, personalissima, è che una legge dovrebbe sancire uno stato di fatto, una conquista già avvenuta della società. Ma occorre un atto di forza per far alzare gli uomini dalle poltrone su cui sono incollati e offrire pari opportunità di sedersi ai posti di comando a donne e uomini a parità di valore. Ben venga una legge che li costringa a farlo!
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