Domenica 29 - "Una magnifica esperienza, Roya e Alka Sadat sono state ricoperte di onori. L'organizzazione della rassegna è impeccabile" questa la dichiarazione a caldo della direttora di 'noidonne' Tiziana Bartolini, che tra poc
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
La presenza a Pozzuoli delle due registe afghane è stata possibile, oltre per la sensibilità delle organizzatrici dell’evento, anche grazie al concreto sostegno della Consigliera Provinciale di Parità, che ha osservato: “A corto di donne" è un manifestazione che io ritengo particolarmente lodevole, valorizza l’abilità femminile in un ambito, quello cinematografico, che fino a pochi anni fa era esclusivo appannaggio degli uomini. La rassegna, giunta ormai alla sua quarta edizione mi è sembrata immediatamente lo spazio ideale per presentare ‘3,2,1?’, un cortometraggio realizzato da due giovanissime ragazze afghane, che è insieme arte e denuncia della condizione femminile e che volevo che avesse la giusta visibilità. Avevo visto il cortometraggio qualche mese fa, perché la direttora di noidonne Tiziana Bartolini l’aveva presentato in anteprima alla rete delle Consigliere di Parità e, in seguito, mi aveva messo al corrente della storia delle due ragazze e del suo progetto, che dura ormai da mesi, di raccolta fondi per permettere alle due giovani cineaste di venire in Italia a presentare il documentario. Da allora il progetto è diventato realtà grazie alla sinergia tra varie forze: quella di noidonne, quella delle organizzatrici di “A Corto di Donne” che hanno avuto immediatamente la sensibilità di ospitare il documentario in un’apposita sezione fuori concorso affiancandolo a documenti dello stesso tema, e quella della figura della Consigliera di Parità. Questa volta, come altre, in qualità di consigliera di Parità, ho cercato di conciliare la valorizzazione di una lodevole iniziativa al femminile in un territorio della provincia a me molto caro, come Pozzuoli, portando sotto i riflettori una condizione femminile indegna, che merita tutta l’attenzione perché muti quanto prima e l’ho fatto utilizzando uno strumento che da quando sono in carica cerco di coltivare perché credo profondamente nella sua efficacia, quello della rete al femminile, dei contatti, che permettono a chi come me, lavora in quest’ambito ed è forte di una carica istituzionale, di adoperarsi al massimo creando contatti, mettendo insieme energie e fungendo da vero e proprio link perché le buone prassi si diffondano e diventino, davvero, cultura della parità”.
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