Torino - Positività dell’agire della managerialità al femminile
Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Donne che occupano ruoli di responsabilità ai vari livelli nel mondo del lavoro, oltre ad essere un dato consolidato è anche un mutamento, non solo economico, che coinvolge la vita delle protagoniste, delle loro famiglie e di tutta la società.
Si sta sempre più affermando la figura della donna-manager anche in ambiti finora quasi esclusivamente maschili, sia nel settore pubblico che privato.
Donne che contribuiscono alla definizione di un nuovo modello organizzativo, basato sull’innovazione e sulla conoscenza, capace di modificare le relazioni interne, di inserire la creatività come valore. “Il mondo delle manager è una ricchezza conosciuta ma non adeguatamente valorizzata – ha spiegato Laura Cima Consigliera di parità della Provincia di Torino che ha commissionato la ricerca alla d.ssa Anna Ferrero -. Occorre ascoltare le indicazioni e i valori che ne derivano, utilizzarli nel ridisegno dei nuovi modelli organizzativi, nelle aziende e dei ruoli nella società che siano alternativi all’’arte di arrangiarsi’ e alla solitudine che ne consegue per le donne. La ricerca ha portato a valore condiviso le positività dell’agire della managerialità al femminile, aprendo le porte a una serie di idee su come andare oltre”.
Lo scopo della ricerca è stato anche quello di verificare se questa nuova tendenza ha portato dei cambiamenti o se li sta portando, verificare se esistono stili manageriali in base al genere ed eventualmente quali siano i nuovi modelli.
Dai dati INPS della provincia di Torino si registra un incremento pari al 40% di donne in posizione manageriale tra il 96 e il 2004 in particolare nelle aziende di servizi.
L’identikit della donna manager oggetto della ricerca è nell’80% dei casi laureata e nel 70% dei casi è sposata con figli.
Tra le risposte date una sicuramente trova molti consensi e il riferimento è alla necessità di un’organizzazione del lavoro ed un sistema di valutazione che valorizzi le competenze delle persone, riconosca l’impegno, aiuti a crescere professionalmente.
Il punto di vista delle manager torinesi mette in evidenza l’assenza di casualità che le ha portate a ricoprire questo ruolo importante sottolineando la tenacia, la determinazione e la professionalità impiegate.
Contrariamente a quanto pensa l’immaginario collettivo, le donne torinesi, ma non solo, non disdegnano la carriera in quanto lo ritengono il giusto riconoscimento al proprio lavoro e alle proprie competenze.
Rispetto al tema delle Pari Opportunità, l’interpretazione che emerge dalla ricerca, giustamente, è che la gestione declinata al femminile deve essere l’occasione per rendere le organizzazioni del lavoro migliori per tutti. Infatti alcune aziende cominciano a dimostrare che modelli organizzativi più femminili generano più benessere organizzativo e quindi più competitività per l’azienda.
E’ importante quindi non perdere mai di vista il modello manageriale femminile perché può essere vincente solo è davvero “femminile” e non una copia di quello maschile.
E’ noto che la crescita nelle posizioni apicali è legata alla conciliazione vita-lavoro e ai modelli culturali di tutta la società e non solo delle specifiche aziende.
Da più parti si sta spingendo verso un modello più Europeo ma in Italia si ha l’impressione che non ci siano “modelli” ma altresì “l’arte dell’arrangiarsi” che spesso genera la solitudine.
L’auspicio è che il trasferimento delle buone pratiche e dei modelli consolidati possa far crescere anche la cultura organizzativa italiana.
Lascia un Commento