Promossa dalle donne dello SPI-CGIL in collaborazione con l’Archivio di NOIDONNE, una mostra a Correggio (RE) ripercorre passaggi storici, lotte e conquiste dal dopoguerra agli anni '70
Parlare di 'NOIDONNE' è sempre parlare della storia delle donne. Dentro a quel NOI scelto con slancio e lungimiranza politica dalle fondatrici in una fase davvero difficile c’è sempre un filo rosso da cercare, tirare, mostrare, raccontare.
Un filo che collega il passato al presente e al futuro, un filo di lotte per diritti sociali e civili, di conquiste faticose politiche e legislative che ogni volta richiama non solo una memoria ma una consapevolezza che, malgrado questi percorsi lunghi fatti nulla è mai acquisito completamente per le donne.
L’evento promosso a Correggio il 15 ottobre in occasione dell’inaugurazione della Mostra centrata sulla raccolta di alcune immagini significative della rivista storica delle donne si muove in questa direzione.
Nata dall’iniziativa del Coordinamento donne dello SPI-CGIL di Correggio e Reggio Emilia, patrocinata dal Comune di Correggio e costruita attraverso un lavoro di stretta collaborazione con l’Archivio storico di 'NOIDONNE', la mostra 'NOIDONNE. Una lunga storia' si snoda attraverso una raccolta di copertine uscite in occasione dell’8 marzo e pannelli che ripercorrono gli intrecci tra passaggi importanti del protagonismo delle donne e il ruolo fondamentale della rivista 'NOIDONNE' concentrandosi dal periodo della lotta clandestina alla fine degli anni '70.
La Resistenza, la nascita dell’Unione Donne Italiane, il voto alle donne, il lavoro delle costituenti, l’attivismo solidale per aiutare donne e bambini nel dopoguerra, il contributo alla ricostruzione del paese materiale e democratica, le battaglie per la pace, le lotte contro lo sfruttamento nel lavoro e poi via via i processi di grande cambiamento politico e culturale impressi nella condizione delle donne negli anni '60 e '70, che con lo sviluppo del femminismo hanno aperto la strada di una fase di nuovi protagonismi delle donne in tutti i campi.
La scelta della Mostra è quella di raccontare velocemente tutto questo attraverso richiami e immagini che vengono dall’archivio giornalistico di NOIDONNE di quegli anni.
La giornata del 15 ottobre non si limita all'inaugurazione della mostra, ma vuole dare anche vita ad un confronto sul senso del fare memoria. Così dopo i saluti di Marianella Casali, responsabile del coordinamento donne SPI- CGIL di Reggio Emilia e di Costanza Fanelli responsabile dell’Archivio storico NOIDONNE viene proiettata una videointervista ad una protagonista delle lotte legate alla storia del territorio di Reggio Emilia, Anna Bianchi. La sua infanzia in una famiglia povera di braccianti, il lavoro precoce e faticoso, la partecipazione alle lotte bracciantili di quelle zone, il suo impegno nell’UDI e nel sindacato CGIL stanno dentro a questa storia collettiva. Anna ricorda anche il ruolo di Nilde Iotti, prima come attivista locale e poi come parlamentare.
Nei ricordi di Anna Bianchi la giornata dell’8 marzo è centrale e questo ha mosso l’idea di ridare con la mostra alle copertine di NOIDONNE per l’8 marzo un valore concreto di testimonianza di un protagonismo che dura negli anni. L’intervista è parte di un progetto “La memoria che ci lega” che viene presentato quel giorno dai curatori Simone Gennari e Andrea Foroni.
La conclusione della giornata è affidata a Emanuela Tonacci , responsabile coordinamento donne di Correggio.
La mostra sarà visitabile nei fine settimana successivi.
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Chi è Anna ….
Anna Bianchi nasce a san Rocco di Guastalla il 29 novembre 1938 da una famiglia di braccianti nell’azienda agricola del Barchessino .L’infanzia la trascorre tutta nella località detta Ca’ Robioli .Insieme al papà Arturo , alla mamma Elide e alla sorella Afra e al fratello Luigi rimane nel comune della bassa reggiana fino a 20 anni. Si sposa nel 1962 e si trasferisce a Correggio con il marito Iames Munari.
Anna frequenta fino alla 5^ elementare ma le condizioni economiche particolarmente difficili le impediscono d continuare gli studi. All’età di 14 anni comincia a lavorare come bracciante alle dipendenze della Cooperativa Agricola del Barchessino ; fin dall’inizio partecipa attivamente alle lotte sindacali che coinvolgevano le cooperative agricole della zona per il raggiungimento dei diritti fondamentali delle lavoratrici
Il desiderio di emancipazione come donna sui diritti insieme a un profondo desiderio di giustizia sociale hanno caratterizzato l’esperienza di Anna. L’UDI in quella fase valorizzò una coscienza di genere provvedendo a una formazione e a un ascolto delle giovani donne lavoratrici.
Una delle artefici di queste battaglie di dignità e di consapevolezza fu Nilde Iotti che a partire dal 1955 animò le assemblee, sostenendo le braccianti a partire da quelle più giovani nei diritti di lavoratrici e di donne.
Anche l’incontro con il Sindacato è stato significativo per Anna e per molte ragazze come lei che consolidarono a partire da quell’esperienza una forte motivazione all’appartenenza fino alla difesa dei luoghi stessi in cui si faceva formazione. Da sempre iscritta alla CGIL, in quegli anni aderisce alle diverse iniziative del sindacato e diviene attivista dell’UDI, esperienze essenziali per la propria formazione
Anche le giovani braccianti come Anna si unirono nelle battaglie dell’UDI per la distribuzione dei garofani il 1° Maggio, per la mimosa l’8 marzo e o per la diffusione di NOI Donne.
Le braccianti insieme ai lavoratori della tenuta del Barchessino organizzarono dei blocchi della produzione e delle azioni di boicottaggio al sistema mezzadrile e padronale
Anna con una delegazione UDI andò a trovare Nilde Iotti a Roma in Parlamento. Anna mantiene vivissimo il segno e la forza delle battaglie per i diritti delle lavoratrici e il valore dell’emancipazione delle donne per una democrazia autentica. Alle ragazze di oggi dice che non basta un’emancipazione per imitazione ma un impegno personale contro ogni discriminazione e contro ogni violenza.
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