Login Registrati
Quelle “sciagurate” madri da cassonetto

Quelle “sciagurate” madri da cassonetto

Parità/ Media - Una nostra lettrice ci ha scritto: "Il modo in cui i media trattano le notizie dei neonati trovati nei cassonetti..."

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2005

Il modo in cui i media trattano le notizie dei neonati trovati nei cassonetti, mi riporta alla memoria le notizie che, solo pochi anni fa, ci giungevano sulle donne bosniache dalla loro patria in guerra. Molte di loro, fatte oggetto di stupri di massa (così li avevano definiti), avevano poi ucciso i piccoli al momento della nascita.
Di quello scempio venne data una spiegazione univoca: il rifiuto, da parte delle donne, di dar vita a creature di razza nemica. Nessuno potrà mai convincermi che una tale spiegazione dell’accaduto, tanto fredda nella sua razionalità, sia venuta da quelle madri violentate, degradate a bestie, annientate in giorni e giorni di tortura. Credo invece che sia stata suggerita da un orgoglio nazionale maschile che deve aver rappresentato per quelle donne una sorta di copertura razionale, unico possibile appiglio al bisogno di sentirsi riportare ad una condizione di livello umano.
Chi si illude che possano aver dimenticato? Del loro “dopo” chi si è occupato?
Chi si sta occupando dei casi di donne che ancora oggi, come secoli fa, buttano via da sé “il frutto del proprio ventre”?
Tempo fa mi trovai ad assistere al primo parto della giovanissima gattina della mia amica Anna che partorì tre piccoli. Tagliò a tutti e tre la gola, uno alla volta, man mano che nascevano. Anna, che aveva adottato quella bestiola e le voleva un gran bene, trovò una giustificazione per quel comportamento contro natura. La gattina al suo primo estro, del tutto inesperta e ancora troppo piccola, anche come struttura fisica, non aveva potuto sottrarsi all’assalto di due grossi gatti randagi.
Quando, alle sue urla di terrore (ben diverse da quelle di richiamo), Anna si era precipitata in giardino a soccorrerla, lo stupro era già avvenuto. Che il rifiuto di quella maternità fosse dovuto al rifiuto psichico della violenza subita, si chiarì del tutto al momento del secondo parto che la vide protettiva e attenta nella cura dei nuovi nati.
Nel diffondere quelle notizie, i media parlano ogni volta solo di madri “sciagurate”. Eppure, a meno che si continui a credere in fecondazioni ad opera dello spirito santo, dove c’è una madre dovrebbe esserci anche un padre. Devono pur esserci dei responsabili. Sono stati mai cercati? E, se trovati, sono mai stati responsabilizzati o puniti in modo adeguato? A chi spetta tale compito? Perché si dà notizia, battendo la grancassa, solo della vergognosa azione della madre e non dell’azione del padre che, a maggior vergogna, ne è la causa?
Non si può non riconoscere quanto sia nel vero l’etologo, Premio Nobel, Konrad Lorenz, quando sostiene che “il tanto ricercato anello di congiunzione fra l’animale e l’uomo, veramente umano, siamo proprio noi”.
Non è allora il caso di fare un altro passo in avanti dallo stadio animale verso un livello più umano? Per esempio cominciando intanto con il perseguire, rendendoli ben noti all’opinione pubblica, tutti coloro che, con la forza o con la frode, fanno violenza sulle donne che, per essere loro le madri delle generazioni future, dovrebbero essere invece molto ben curate e protette. Tutt’altro che trovarsi a dover subire oltre alla violenza fisica anche l’ingiuria.
Una tale presa di coscienza rivelerebbe già di aver raggiunto un livello umano più elevato.
A. Bernardini
Roma


Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®