Quel treno che può cambiare la vita

Colla Elisabetta Domenica, 23/06/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2013

La trasposizione cinematografica del romanzo Treno di Notte per Lisbona, best-seller dello scrittore svizzero Peter Bieri (professore di filosofia in pensione) - più noto con lo pseudonimo di Pascal Mercier - non era affatto facile dato il carattere filosofico dell’opera, pur all’interno di una trama di tutto rispetto: ma il regista Bille August, anche grazie alla scelta di un cast straordinario, sembra aver davvero confezionato una pellicola in grado di riportare lo spettatore alle atmosfere dense di fascino e mistero del libro, tradotto in 15 lingue diverse e venduto in più di 2 milioni di copie solo nei paesi di lingua tedesca. Protagonista della storia un professore di Latino, Raimund Gregorius, che conduce una monotona esistenza da single a Berna, tra casa e scuola, finché un giorno, in una triste mattina piovosa, poco prima delle consuete lezioni, s’imbatte in una ragazza che sta per gettarsi dal ponte. Da quel momento la vita di Raimund prenderà una piega inaspettata: il salvataggio della ragazza e la sua immediata scomparsa, il ritrovamento di un libro poetico-filosofico nel cappotto perduto dalla donna insieme ad un biglietto ferroviario con destinazione Lisbona, l’irrazionale decisione di lasciare tutto e salire sul treno inseguendo una narrazione o forse, finalmente, la sua voce interiore, l’incontro ‘ideale’ e l’identificazione con la figura del medico, filosofo e rivoluzionario lusitano Amadeu Prado, autore dell’opera che Raimund ha trovato e letto avidamente. Uno degli aforismi che echeggia più vicino alla ricerca esistenziale del protagonista è infatti il seguente: “Se così fosse, che viviamo solo una piccola parte della nostra vita, cosa succede al resto?”. Il contenuto del libro, quasi fosse stato scritto dal suo alter ego, lo colpisce profondamente ed ogni pagina contiene aforismi e riflessioni che sembrano scritte proprio per lui o da lui, al di là dl tempo e dello spazio. Ma oltre le belle pagine si cela una storia di uomini e donne in carne ed ossa, amore, passione e rivoluzione, al tempo della feroce dittatura di Salazar: quando scopre che alcuni dei protagonisti di quella vita ‘veramente vissuta’ - in un impietoso confronto con la propria - sono ancora vivi, Raimund inizia a cercarli, uno dopo l’altro, con l’aiuto di Mariana, un’avvenente oculista (l’intensa Martina Gedeck protagonista de ‘Le vite degli altri’), non a caso una donna che dà nuove lenti al protagonista per guardare e scoprire il mondo. Ricostruendo gli eventi passati, tra flash back ed attualità, l’uomo entrerà in contatto con i protagonisti degli eventi di un tempo, come Estefania (Lena Olin), la donna amata da Amadeu, o il suo amico pianista, finché, composto il puzzle, ritroverà una motivazione per guardare al futuro e, forse chissà, sarà di nuovo in grado di lasciar entrare l’amore nella sua vita. “Non volevamo nessuna location che non fosse Lisbona - afferma il produttore, Günter Russ -. Si voleva trasmettere al pubblico, infatti, lo charme unico di questa bellissima città, ugualmente affascinante per il protagonista Raimund Gregorius.” Il film ha un cast d’eccezione, fra gli altri Jeremy Irons (nel ruolo del professore), Bruno Ganz, il leggendario Christopher Leee la splendida Charlotte Rampling. Frutto di una co-produzione tedesco-svizzero-portoghese, il film è stato fortemente voluto da Peter Reichenbach, il produttore svizzero della C-FILMS AG, che nel 1996 ha acquistato i diritti dell’opera (da allora sono trascorsi sei anni prima che la produzione del film iniziasse nel 2012), colpito da una trama che costituiva la base perfetta per un’autentica co-produzione europea: un autore svizzero, un bestseller tedesco e una storia principalmente ambientata in Portogallo.