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Quanto valgono i cervelli delle donne

Quanto valgono i cervelli delle donne

Note ai margini - Riconoscere le difficoltà che le lavoratrici incontrano in modo particolare nel nostro Paese

Castelli Alida Lunedi, 31/01/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2011

‘Ancora una discriminazione’ ho pensato leggendo dell’approvazione in via definitiva in Senato (23 dicembre 2010) del disegno di legge “Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”. I destinatari sono i giovani under 40 che hanno maturato esperienze all’estero e desiderano rientrare in Italia per svolgere attività di lavoro dipendente, autonomo o d’impresa. Il beneficio è fiscale e consiste in una riduzione della pressione fiscale per i tre anni successivi al rientro: 30% in meno sull’imponibile Irpef per gli uomini e 20% in meno per le donne. Fonte: Il Sole 24 Ore, 24 dicembre 2010”.

Ma non ci ho voluto credere. Ed infatti avevo ragione. Leggendo meglio gli atti parlamentari e il sito di Alessia Mosca, la deputata che insieme ad altri ha pensato a questo provvedimento, ho capito che in realtà si tratta di una discriminazione positiva, ovvero di un’azione positiva.

La differenza è a favore delle donne in quanto ai ''fini delle imposte sui redditi concorrono alla formazione dell'imponibile in misura ridotta - (rispetto ai redditi da lavoro autonomo o ai redditi d’impresa del 30%) - in una misura pari al 20% per le lavoratrici dipendenti impiegate nell'intero territorio nazionale e per i lavoratori dipendenti destinati a una struttura produttiva ubicata nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo o Molise''.

Si riconoscono in sostanza le difficoltà che le lavoratrici incontrano in modo particolare nel nostro Paese.

La buona notizia richiede però due riflessioni. La prima è che i giornalisti hanno scritto sul tema senza segnalare la palese discriminazione.

La seconda è che, appena si rileva l’azione positiva, la reazione maschile è generalmente velenosa (vedi i commenti nel sito dell’onorevole Mosca). Va sottolineata, oltre alla mancanza di cultura sulle pari opportunità che pesa come un macigno, quella che è una vera e propria cattiveria nei confronti delle donne: viste come privilegiate dietro comode scrivanie, a differenza di uomini forzuti su ponteggi di 40 metri. O ancora peggio, quando si dice che le donne vivendo di più sono fortunate perché la vita è più importante del lavoro. Ma sul fatto che questa longevità si traduca in esistenze per lo più povere visti i bassi redditi e, di conseguenza, le basse pensioni, nessuno ha niente da dire. Eppure l’Europa si interroga con preoccupazione.





(31 gennaio 2011)

 

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