Quanta energia mi trasmetteva lo sguardo di Nilde…
Nilde Iotti, la biografia - “Nilde Iotti una storia politica femminile” (ed Donzelli) di Luisa Lama è la " la prima vera biografia di Nilde Iotti..."
Turco Livia Domenica, 08/09/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2013
Nel corso dei 14 anni che ci separano dalla morte di Nilde Iotti sono stati scritti libri e svolti convegni di approfondimento sulla sua figura. L’opera più rilevante è la raccolta dei suoi discorsi parlamentari curata dalla Biblioteca della Camera dei Deputati, pubblicata nel 2003 con la prefazione di Giorgio Napolitano che, in modo nitido e profondo, delinea il pensiero e le battaglie riformatrici di Nilde Iotti attraverso il vaglio del suo lungo percorso legislativo. Quello che ci offre Luisa Lama, “Nilde Iotti una storia politica femminile” (ed Donzelli), costituisce a mio avviso, la prima vera biografia di Nilde Iotti innanzitutto per la ricerca accurata, per il vaglio rigoroso ed approfondito delle fonti e perché affronta gli anni cruciali della sua vita, della formazione e della “progressione” politica dal 1945 al 1964. Che sono anche quelli meno conosciuti e su cui si è costruita una aneddotica che oscilla confinando la figura di Nilde Iotti o nello schema della vittima o in quello della privilegiata dalla sua relazione con Togliatti. Gli anni dal 1945 al 1964 abbracciano gli eventi fondamentali della storia politica, sociale e culturale del nostro Paese: la lotta antifascista, la nascita della Repubblica, il protagonismo delle donne, la modernizzazione dell’Italia, la Guerra Fredda, l’avvio di un nuovo corso riformista. Luisa Lama ci offre un racconto della donna Nilde Iotti, fuori da ogni agiografia, con l’intento di scandagliare in profondità la sua vicenda umana, cogliendo il nesso tra esperienza umana e scelte politiche. Il filo conduttore della narrazione basato su una rigorosa documentazione dei fatti, spiazza il lettore e soprattutto la lettrice, perché ci dice che in Nilde Iotti privato e politico sono sempre stati indissolubilmente connessi. Il privato è politico, non è stata un’invenzione del femminismo? Leggendo la storia di Nilde Iotti proprio in quegli anni 1945-1964 dobbiamo ricrederci. L’esperienza personale di Nilde Iotti che contò moltissimo nella sua formazione, nel suo profilo politico e soprattutto nell’esercizio della funzione istituzionale lo leggiamo fin dalle prime pagine del libro, il “viaggio” quando Nilde Iotti discute la sua tesi di Laurea all’Università Cattolica di Padre Gemelli a Milano, il 30 ottobre 1942 su “L’attuazione della riforma in Reggio Emilia nella seconda metà del secolo XVIII”. (….) La professoressa Nilde Iotti è una donna di 23 anni che vede attorno a sé la devastazione del fascismo ed ascolta le tante e diverse voci che si levano per condannarlo e si organizzano per combatterlo. Anche qui, conta il suo “privato” la sua formazione a Reggio Emilia, le diverse voci del suo riformismo, quello socialista prampolinano e quello cattolico. Nilde Iotti non si butta subito nella politica. “Esita”, ascolta, riflette, partecipa in modo discreto. (….) Dentro queste pluralità di voci due sono quelle decisive: le donne ed il discorso di Togliatti a Salerno che preannuncia la nascita del “Partito Nuovo”. Le donne sono state il legame umano e politico di tutta la vita cui lei ha fatto riferimento nelle fasi cruciali della sua carriera politica, come dirigente politico e come Presidente della Camera. Per questo, definire quella di Nilde Iotti una “storia politica femminile” non è un diminutivo rispetto alla sua autorevolezza di dirigente politico e di donna delle istituzioni ma una peculiarità che rivendicava e che l’ha resa speciale nel panorama delle autorevoli madri della nostra Repubblica. Colpisce il capitolo “Amore e lettere”. Si tratta di quaranta lettere d’amore fino ad ora inedite, che Nilde Iotti e Palmiro Togliatti si erano scambiati nel corso di un anno..(…) Nel 1947 erano ”concubini” e quella convivenza costituiva un reato penale. Ciò che più colpisce, è la libertà con cui scelsero di vivere il loro amore. Perché troppo profondo e vitale per entrambi. (…) La storia di Nilde Iotti si intreccia con quella collettiva del movimento di emancipazione femminile. Nel ripercorrerla Luisa Lama offre una chiave interpretativa di quella storia che ne sollecita una lettura più approfondita. Ci fa vedere in filigrana che la storia dell’emancipazione non fu solo la battaglia per i diritti nel lavoro, per la tutela della maternità e per i servizi sociali ma pose essa stessa la questione del rapporto con gli uomini, del cambiamento del costume, della libertà sessuale. (…) Sono stata l’ultima responsabile femminile nazionale del PCI e con la Carta delle donne ed il suo “dalle donne la forza delle donne”, l’apertura al femminismo della differenza sessuale, la politica dei tempi di vita, la battaglia per il riequilibrio della rappresentanza che portò in Parlamento il trenta percento di elette nelle liste del PCI, vivemmo una stagione di grande passione politica. Eravamo giovani ed irruenti con la pretesa di innovare ma amavamo moltissimo le nostre madri: Nilde, Giglia, Marisa e prima Adriana. E, loro, erano sempre con noi..anche quando non erano d’accordo con le nostre idee. Erano capaci di grandi generosità. Come quando, Nilde, Presidente della Camera, rompendo il protocollo, volle essere la prima firmataria della nostra proposta di legge di iniziativa popolare “Le donne cambiano i tempi” per dimostrare che lei sapeva bene quanto quel tema fosse cruciale per le donne e voleva condividerlo in prima persona. Nel corso degli anni ho portato nel mio cuore come un dono prezioso lo sguardo materno e complice che Nilde Iotti mi ha trasmesso durante passaggi politici cruciali dandomi forza e coraggio. Quando ero Ministro della Solidarietà Sociale dei Governi dell’Ulivo appena entravo nell’Aula di Montecitorio avevo bisogno di incontrare quello sguardo e lo trovavo ancora più intenso e luminoso degli anni precedenti, perché nei suoi occhi brillava la luce dell’orgoglio della prima volta della sua sinistra al governo del paese. Quanta energia mi trasmetteva lo sguardo di Nilde… Per questo credo che anche oggi nella politica debba esserci un legame tra le madri e le figlie. Le madri devono sapere quando è il momento di lasciare spazio alle figlie ed avere la generosità di trasmettere ciò che hanno imparato anche perché è costato molta fatica. Le figlie devono decidere se riconoscere le madri, se lasciar scattare dentro di sé la curiosità di imparare da loro qualcosa. Scrivere questa genealogia femminile nella scena pubblica è fondamentale per essere donne libere ed autorevoli.
Versione integrale su http://www.noidonne.org/blog.php?ID=04598
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