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Quando lo swing ha i riccioli

Quando lo swing ha i riccioli

Intervista Donatella Clerici - Il primo e unico festival di jazz al femminile, Woma Jazz, a Formigine si è concluso da poco

Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006

Incontriamo la donna che firma il festival Woma Jazz da amministratrice pubblica, primo ed unico festival jazz esclusivamente al femminile nel nostro paese. Donatella Clerici giovane assessora del Comune di Formigine, in provincia di Modena, ha tante idee e tutte di grande rilevanza.

Ci vuole parlare della genesi di questo importante avvenimento?
Prima di rispondere alle domande faccio una precisazione. Sono una assessora nominata nelle ultime amministrative e per questo molto giovane, ma per l’anagrafe sono una donna con esperienza, piena di entusiasmo e voglia di fare. Per quanto riguarda il festival, tutto è avvenuto per caso. Nel novembre del 2004 abbiamo ricevuto una richiesta di patrocinio per Woma Jazz da parte dell’organizzatore Rodrigo Vacchi, l’amministrazione ha aderito più con curiosità che consapevolezza della portata dell’avvenimento. Nel 2005 come assessore alle Pari Opportunità e Turismo ho ritenuto importante inserire tra le attività del mio assessorato questa manifestazione, ritenendola unica ed originale nel suo genere, ma estremamente efficace per cominciare a diffondere la cultura di genere e contemporaneamente promuovere la mia città. Le difficoltà di tipo economico sono state molte perché l’utilizzo di fondi per la cultura porta sempre ad una riflessione che riguarda la necessità di privilegiare in primo luogo i bisogni sociali della città. Ma anche in periodi economicamente non floridi investire in cultura e progresso vuole dire investire sulla speranza per un futuro migliore. Su questo principio ho insistito e sono riuscita a far ripartire il Festival. D’altra parte Il Woma Jazz oltre ad essere una manifestazione culturale è firmata “donna” e questo gli dà una doppia valenza.

Un festival jazz al femminile fa intendere che possa rientrare all'interno di un progetto più vasto dedicato alla creatività di genere. E' così?
Il Woma Jazz è una manifestazione dove l’espressione artistica e la creatività di genere trovano la piena esaltazione. Le donne artiste e non, che si impegnano in qualsiasi attività, hanno la capacità di esprimere una loro autenticità unica di essere “donne” il che le rende creative ed originali. Il festival jazz è solo l’inizio di un percorso che ha come obiettivo la “visibilità” delle donne.

Come nasce la sinergia col Comune di Salsomaggiore?
Ttutto è nato dalla mia voglia e dalla possibilità reale di inserire la città di Formigine, che è bene ricordare è il quarto comune della Provincia di Modena con 31.000 abitanti, in un circuito turistico più ampio e, si spera, di rilevanza nazionale. Il Woma Jazz ha rappresentato il mezzo per promuovere in modo singolare questo comune che ha molto da offrire: Il Castello Medievale del XIII secolo, il circuito delle Ville Storiche, l’Oasi ambientale di Colombarone, enogastronomia locale di ottimo livello e la nostra ospitale tradizione.

Altri progetti sulla cultura di genere con altri comuni?
Il comune di Formigine è inserito nella commissione “Pari Opportunità” del distretto ceramico che comprende i comuni di Sassuolo, Fiorano e Maranello. Sono previsti alcuni progetti che riguardano: la sensibilizzazione sulla violenza alle donne, cultura di differenza di genere all’interno delle scuole oltre ad iniziative specifiche per il 60° anniversario del voto alle donne.

Di questi tempi si fa un gran parlare di donne in politica. Che cosa rappresenta la politica per lei?
La politica è la scienza e l’arte di governare uno stato, ma anche lo strumento per esplicitare, affrontare e risolvere i bisogni e le aspirazioni di un popolo. Per me che provengo da una esperienza studentesca ed universitaria per certi versi irripetibile rappresenta la possibilità di provare ad affermare principi, valori che ritengo debbano far parte stabilmente del patrimonio comune contro un vezzo che invece tende a destabilizzare tutte le conquiste politiche, sociali ed umane che si sono ottenute con lotte strenue e sacrifici umani.

Riesce a conciliare la sua vita privata e la sua vita professionale con l'attività politica?
Fortunatamente l’opportunità di “fare politica” è arrivata in un momento “giusto” della mia vita familiare e professionale. Insegno Igiene e Microbiologia in una scuola superiore. Ho due figli, una già ben avviata sulla via di una buona professionalità e un altro che ha intrapreso da poco gli studi universitari, mio marito svolge una professione che lo impegna molto. Tutto questo mi dà il tempo necessario per svolgere le mie attività di Assessora al Turismo, alle Pari Opportunità ed al Decentramento e Partecipazione. Purtroppo ho dovuto togliere un po’ di tempo alle mie letture preferite, al teatro ed al cinema, ma mi rifaccio nei fine settimana e nei periodi di vacanza in cui queste attività e la vicinanza dei miei cari mi ritemprano adeguatamente.

Che cosa ne pensa della proposta delle quote rosa per le prossime elezioni politiche?
Parlare di quote rosa nel 2006 è uno scandalo. Siamo oltre la metà del cielo e credo sia normale che il almeno per il 50% del parlamento sia rappresentato dalle donne. Innanzitutto perché la voce di tutti, cittadine e cittadini, possa essere ascoltata ed inoltre è indubbia la diversa sensibilità che caratterizza il genere femminile dal maschile nell’affrontare i vari problemi e a cogliere le varie sfumature degli stessi. La presenza di uomini e donne almeno in egual misura non solo arricchirebbe il dibattito politico ma soprattutto sarebbe espressione di una democrazia reale.

Possiamo dire che esiste un approccio di genere anche su questo tema e che dove ci sono donne esiste una maggiore attenzione alla cultura?
Penso che dare importanza alla cultura non è prerogativa esclusiva del genere femminile, sono diversi gli esempi di uomini di cultura, intellettuali, artisti, letterati etc. che si sono impegnati affinché le menti degli uomini potessero mantenersi vitali e soprattutto capaci di pensare in modo critico ed autonomo, ma credo altresì che da troppo tempo la cultura ha espresso un pensiero unico quello maschile. Reputo pertanto che la cultura attuale non possa vantarsi di aver offerto una visione libera, totale e critica del mondo, la mancanza del pensiero femminile rende il mondo zoppo e lento nel suo processo evolutivo. Quindi credo che solo le donne più degli uomini sentano con gran forza il desiderio di costruire in modo armonico il pensiero universale della vita. L’educazione alla cultura di genere fin dai primi anni rappresenta l’unico strumento per arrivare al suddetto obiettivo.
(10 marzo 2006)


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