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Quando l’Obiettivo è LEI

Quando l’Obiettivo è LEI

Foto e molto di più - Rassegna fotografica con fotografie di Annalisa Natali Murri, Sara Palmieri e Luciana Passaro per l’ottava edizione di Obbiettivo Donna di Officine Fotografiche Roma

Maria Fabbricatore Domenica, 07/04/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2013

Si è svolta dal 7 al 29 marzo l’ottava edizione di Obbiettivo Donna, rassegna curata da Lina Pallotta ed Emilio D'Itri, organizzata e prodotta da Officine Fotografiche Roma con il Patrocinio del Municipio Roma XI. Sono state tre le mostre fotografiche con una selezione - novità di quest’anno - realizzata attraverso un bando indirizzato alle socie e fotografe di Officine Fotografiche Roma. “Percorsi Atemporali.

Memoria, sofferenza e problematicità sociale” è il titolo della rassegna appena conclusa. La selezione degli oltre 50 progetti è stata affidata a Lina Pallotta, fotografa e docente che vive tra Roma e New York, dove si è diplomata in Fotogiornalismo all’International Center of Photography. “Le tre autrici scelte, Annalisa Natali Murri, Sara Palmieri e Luciana Passaro hanno sviluppato in maniera organica ed esaustiva i soggetti che hanno deciso di affrontare e approfondire - ha spiegato Lina Pallotta, aggiungendo che si tratta di - progetti che ho selezionato perché li ritengo professionalmente e concettualmente compiuti. Il linguaggio indipendente e personale, la scelta di privilegiare un approccio intimo, che non penalizza la ricerca formale o strutturale, arricchiscono il dialogo sul linguaggio visivo contemporaneo”.

Obbiettivo Donna si conferma quale spazio aperto al confronto e alle contaminazioni visive che, pur affrontando temi profondi e spesso di sofferenza, riesce a mantenere un tenore stimolante.

“I temi presentati spaziano dalla documentazione sociale di Annalisa Natale Murri che con Cinderellas riporta con partecipazione ed empatia femminile la condizione delle Hijras, transessuali del Bangladesh” osserva Pallotta. La sofferenza di un giovane corpo è rappresentata con grande sobrietà dal “dolore e dalle limitazioni connesse alle problematicità che la malattia impone” in Algòs da Luciana Passaro. Sara Palmieri fa del racconto autobiografico e dell'esplorazione della memoria storica personale lo strumento idoneo a sviscerare il presente.

Si tratta di tre percorsi visivi diversi, “uniti dall'uso che le autrici hanno fatto del bianco e nero e dall’affermazione di libertà espressiva da loro seguita”. Da segnalare che Annalisa Natale Murri, col progetto Cinderellas, si è recentemente aggiudicata il primo premio al Pictures of the Year International (POY).

Confermata per il secondo anno consecutivo la collaborazione con Female Cut, associazione che organizza eventi live e che ha curato un apposito evento (presso il Lanificio159). Nel corso della rassegna si sono tenuti anche momenti di confronto “aperti alle contaminazioni visive tra fotografia ed editoria, per discutere di come la fotografia si sia affermata, anche grazie al contributo delle donne” e si è svolta un lezione-incontro condotta dall'esperta in discipline delle arti visive Annarita Curcio: ‘La Dolce Vita: come la fotografia ha raccontato le dive del cinema italiano negli anni '50 e '60’. Ha chiuso la rassegna Simona Guerra con la presentazione

di ‘Bianco e Oscuro’, romanzo ispirato a una storia vera di panico e fotografia (ed. Postcart 2012) e realizzato con fotografie di Giovanni Marrozzini e postfazione di Giuseppe dell’Acqua, psichiatra successore di Franco Basaglia e da allora direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste.





Informazioni:

www.obbiettivodonna.org - www.officinefotografiche.org


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