Mostre d'arte - La doppia discriminazione delle artiste ebree e la loro sapienza. Una mostra a Padova fino al 13 ottobre
Domenica, 06/10/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2013
Riflettere sull'identità di genere, sullo spazio e ruolo della donna nella tradizione ebraica e favorire la conoscenza e la comprensione di una realtà come quella della Comunità Ebraica a Padova. Questi gli obiettivi di Ebraicità al femminile. Otto artiste del Novecento, mostra allestita a Padova e visitabile fino al 13 ottobre. L'iniziativa intende dare “il giusto risalto a quelle esperienze femminili che sono state in grado di trasformare una condizione di minorità sociale in una ragione di affermazione, di indipendenza creativa, tali da valorizzare sia le loro esistenze che la vita culturale del nostro paese. Se artisti quali Modigliani, Cavaglieri o Cagli sono stati ampiamente studiati e rappresentati anche al grande pubblico, artiste come Antonietta Raphaël o Adriana Pincherle sono figure di secondo piano nel mondo artistico contemporaneo o per lo meno non ancora abbastanza conosciute” afferma Marina Bakos, che cura l’esposizione insieme a Virginia Baradel. Penalizzate dall’appartenenza ad una minoranza che di per sé ne condiziona l'emergere sulla scena culturale, queste artiste si vedono accomunate alle sorti delle loro contemporanee non ebree dal pregiudizio che vede l’uomo quale solo depositario della vera professionalità. In più il ruolo che le donne hanno ricoperto nell’arco dei secoli in seno all’ebraismo le porta ad una posizione maggiormente defilata nell’ambito sociale, nonostante questo non poche riuscirono ad assumere con la massima competenza iniziative di primo piano sulla scena culturale e artistica. Anche perché, in seno alla tradizione ebraica, il valore della cultura è basilare nella formazione individuale e collettiva. Esemplare, in tal senso, il caso di Margherita Sarfatti, che leggeva i classici romantici nelle lingue originali (Goethe in tedesco, Ruskin in inglese e Stendhal in francese) e all’inizio del ‘900 era già apprezzata giornalista d’arte, destinata a diventare regista indiscussa (e mal tollerata dagli apparati politici del regime) della fondamentale stagione del Novecento Italiano. Paola Consolo, Eva Fischer, Alis Levi, Gabriella Oreffice, Adriana Pincherle, Charlotte Radnitz, Antonietta Raphael, Silvana Weiller sono le otto artiste che firmano le oltre 120 opere esposte a testimonianza della qualità dei singoli linguaggi artistici che richiamano inevitabilmente al nesso imprescindibile fra impegno artistico e identità ebraica, vita pubblica e vita privata. Artiste che, nonostante le numerose e oggettive difficoltà delle loro esistenze, hanno saputo rivendicare una piena indipendenza creativa e intellettuale nel tessuto culturale del secolo scorso. La mostra è allestita a Padova presso il Centro culturale Altinate San Gaetano ed è a ingresso gratuito.
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