Valdesi - Richiesto che il 17 febbraio, data simbolo per i Valdesi e della messa al rogo di Giordano Bruno, diventi “Giornata nazionale della libertà di pensiero, di coscienza e di religione”
Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2007
È nel febbraio 1848 che si sono poste le basi per i diritti civili e politici di ebrei e valdesi. Per la precisione il 17 febbraio del 1848 Carlo Alberto promulgò un editto secondo il quale i valdesi erano ammessi “a godere di tutti i diritti civili e politici de' Nostri sudditi; a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici”, dopo una serie di petizioni e atti che avrebbero portato, nello stesso anno, al riconoscimento di tali diritti anche agli ebrei.
Tullia Zevi, unica donna ad aver presieduto l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha parlato di ebrei ed evangelici italiani come di “cugini primi”. Il 17 febbraio viene ancora oggi ricordato e festeggiato in Italia e all’estero dai valdesi, per non dimenticare le persecuzioni e la diaspora di un popolo-chiesa, come lo ha definito Giorgio Tourn, che era emarginato e discriminato come gli ebrei nel ghetto.
I valdesi, discepoli di un mercante lionese di nome Valdo vissuto intorno al 1160, praticavano la povertà a imitazione degli apostoli. Presenti in Italia sin dal Medioevo furono successivamente scomunicati e perseguitati dall’Inquisizione; aderirono poi alla Riforma, furono esiliati e repressi dai poteri civili e religiosi fino a quando furono ammessi ai diritti con le Lettere Patenti di Carlo Alberto.
In questo contesto è maturata la proposta affinché il 17 febbraio, o "festa della libertà", diventi la “Giornata nazionale della libertà di pensiero, di coscienza e di religione”. La data si richiama non solo alle Lettere Patenti del 17 febbraio 1848, ma anche al rogo in cui fu arso il filosofo Giordano Bruno proprio il giorno 17 febbraio 1600.
In un convegno svoltosi a Torino in ottobre sul rapporto che oggi intercorre tra religioni e libertà, è stato sottolineato che “la religione ha rappresentato paradossalmente il maggior impedimento alla tutela e al perseguimento della libertà religiosa, pregiudicando in tal modo la realizzazione delle congiunte libertà di coscienza e di pensiero” (intervento del teologo Paolo Ricca citato da Alessandro Esposito in Riforma n. 43 anno XIV).
“Il 17 febbraio 1848 è il giorno in cui per la prima volta in Italia è stato affermata il principio non della libertà religiosa, che non esisteva ancora, ma dell’uguale dignità civile dei cittadini.” ha affermato Ricca “Questo è un fatto di enorme valore perché è una vittoria decisiva del principio democratico costitutivo di uno stato di diritto come noi oggi lo concepiamo e lo vogliamo. Non si tratta di una difesa o rivendicazione della libertà soltanto religiosa. Si intende la libertà nel senso più ampio e inclusivo del termine; è laico perché è globale e investe tutti gli aspetti umani; è l’affermazione dei diritti della persona, non solo del credente; è laico nella radice, non ha carattere di privilegio per chiese o religioni, ma afferma i diritti della persona in quanto tale, che pensa, ha una coscienza e può essere credente avendo libertà di esprimere la fede”.
Tullia Zevi ha affermato riguardo all’istituzione di una giornata della libertà di coscienza, pensiero e religione: “Il 17 febbraio, data del protestantesimo, mi sembra rafforzi la sua valenza simbolica”; dandole questo carattere, di libertà nella laicità, quindi, “si enfatizza il legame indissolubile che collega questi due valori”.
Tullia Zevi ha espresso un parere positivo per questa iniziativa, laica e anche ecumenica. “Il termine Ecumenico si associa in genere al riavvicinamento delle chiese, ma il termine è più ampio” riguarda cioè in generale la dimensione umana (la parola infatti deriva dal greco oikouméné che significa terra abitata).
Per chi volesse partecipare ai festeggiamenti, nelle Valli Valdesi la sera del 16 febbraio sono in programma falò e fiaccolate per ricordare la concessione dei diritti civili e politici a valdesi ed ebrei. Il giorno 17, incontri e cortei con il tradizionale costume valdese, come nella tradizione delle maestre valdesi; maestre e donne dell’evangelismo italiano, linfa della rete di scuole, convitti, orfanotrofi, scuole di artigianato, ospedali, ricoveri per anziani, asili.
Ricordiamo che grazie a loro proprio le valli valdesi erano praticamente le uniche, in tutto l'arco alpino, ad essere del tutto alfabetizzate sin dalla prima metà del XIX secolo.
(www.chiesavaldese.org – t. 011/6692838 06 - 0121/91296 - 06/4745537)
(15 febbraio 2007)
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