Login Registrati
Quando è la musica a spezzare l’oscurità

Quando è la musica a spezzare l’oscurità

Egitto - Al nour we al amal è l’orchestra egiziana di musiciste non vedenti che ha travalicato tanti confini. Geografici e culturali

Zenab Ataalla Lunedi, 03/11/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2014

 Al Cairo c’è un’orchestra molto speciale: le musiciste sono ragazze e donne non vedenti. Se la natura o la malattia le hanno private della vista, la musica ha alleggerito il peso della disabilità.

Una particolarità, questa, che da circa venti anni (cioè da quando è nata) fa pensare all’orchestra come ad un miracolo, ad un dono. Ed è veramente così, se solo si pensa al futuro - segnato - per donne non vedenti in un Paese dove il tasso di scolarizzazione femminile è piuttosto basso soprattutto nelle aree rurali. Grazie all’orchestra Al nour we al amal, che tradotto in italiano significa “la luce e la speranza”, le cose sono andate ben diversamente.

Queste donne sono riuscite a superare il loro limite fisico ma anche lo stigma sociale al quale sarebbero state soggette per l’intera vita, trasformando la privazione nella forza di andare avanti e combattere per realizzare i loro sogni.

In Egitto l’orchestra Al nour we al amal è famosa anche grazie a chi ha creduto fin dall’inizio nel progetto, prima di tutto a quei volontari e volontarie che nel lontano 1957 hanno fondato l’associazione da cui l’orchestra prende il nome.

Fin dall’inizio lo scopo dell’associazione - la prima nel panorama mediorientale ad essersi occupata di donne e bambine con una minima o del tutto assente capacità visiva - è stato quello di fornire loro non solo un’istruzione adeguata, ma anche una formazione professionale che permettesse un’integrazione sociale. Un successo che è andato via via aumentando, trasformando quello che era considerato solo un progetto di inclusione in una vera e propria orchestra di professioniste.

Ecco allora che se la società egiziana è colpevole di non aiutare le persone con disabilità a vivere una vita quanto più normale, sono iniziative come questa a raggiungere l’obiettivo.

Agli inizi degli anni ’90 l’orchestra contava solo 14 elementi, mentre oggi sono più di 40 le musiciste che ne fanno parte. Ci sono flautiste, arpiste, flautiste, percussioniste e violiniste che con grande determinazione si dedicano ogni giorno, e per molte ore, alla loro passione trasformata in lavoro con dura e severa dedizione.

Si addestrano con metodi speciali: c’è prima la lettura delle note musicali in braille, c’è poi la memorizzazione della propria parte musicale. Ma è soltanto nelle prove generali che ogni singola battitura si plasma in tutt’uno dando vita alla vera e propria esecuzione sincronizzata della melodia.





Queste musiciste, seguite da un team di professionisti, sono l’esempio di come con caparbietà e con l’appoggio delle famiglie è possibile raggiungere traguardi importanti. Dimostrano che nulla è impossibile, se lo si vuole veramente. 

L’orchestra, guidata oggi dal direttore Ali Osman, è formata da giovanissime e donne adulte, con un’età che va dai 20 ai 40 anni. Tutte hanno una vita indipendente.

Tra queste, e parliamo della maggioranza, c’è chi lavora a tempo pieno nell’orchestra. C’è poi chi, avendo un altro lavoro, partecipa soltanto alle prove pomeridiane.

Tutte insieme con grande maestria si dividono tra le musiche arabe contemporanee e quelle di Beethoven, Bizet, Rossini, Brahms, Ravel e Tchaikovsky senza mai tradire la mancata formazione in musica classica occidentale.

Con il linguaggio universale della musica, che come un fil rouge lega le une alle altre, le musiciste dell’orchestra Al nour we al amal danno vita ad una grande esibizione dal vivo, alla quale si affianca anche uno spettacolo emotivo in grado di toccare le corde dei cuori di chi le ascolta.

Un mix vincente che dura da molto tempo e che le ha portate a calcare i palcoscenici di mezzo mondo, con esibizioni in Egitto, Marocco, Qatar e Emirati Arabi. Ma la loro musica non si è fermata qui. Hanno travalicato i confini arabi approdando in Austria, Thailandia, Malta e Stati Uniti, raggiungendo persino il Giappone, passando per il Canada, Grecia, Svezia, Spagna, Slovacchia e continuando in Inghilterra e Germania.





Un successo che è stato messo a dura prova negli ultimi anni da una situazione politica, economica e sociale nettamente peggiorata dall’inizio della rivoluzione del 25 gennaio 2011 che sulla scia delle Primavere arabe ha visto prima la caduta di Mubarak, l’avvicendarsi di Morsi e dei Fratelli Musulmani, e la salita al potere da pochi mesi di Al Sisi.

Se poco meno di un anno fa il deficit fiscale egiziano si attestava intorno al 100% del Pil, e la disoccupazione si aggirava intorno al 13% su una popolazione di quasi 84 milioni di persone, la situazione non sembra essere molto cambiata con il nuovo governo. In un clima di generale insicurezza è stata inevitabile la fuga all’estero degli investitori stranieri. Quegli stessi investitori che fin dall’inizio hanno appoggiato l’orchestra e l’associazione Al nour we al amal.

La diminuzione poi di donazioni sia da parte dello Stato che delle associazioni no profit hanno portato di colpo anche alla cancellazione dei concerti all’estero.

Ma, come all’inizio della loro storia, tra le mille difficoltà burocratiche l’orchestra e l’associazione continuano a tenere duro. Quindi nessuno abbandona quell’orchestra che ha trasformato un sogno in realtà. Perché come in ogni famiglia che si rispetti, è l’unione a fare la forza.

Quella stessa forza che, privata della vista, riesce con l’arma della musica a squarciare sul palco l’oscurità.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®