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Quando in campo c'è la forza della famiglia

Quando in campo c'è la forza della famiglia

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Bartolini Tiziana Sabato, 27/12/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2015

Una laurea e una vita da spendere. Domenica Trovarelli ha deciso che il posto ‘giusto’ per investire se stessa e costruire una famiglia fosse la terra dei suoi nonni e dei suoi genitori. La sua terra. “Sono nata a Teramo, ho vissuto a L’Aquila e ora gestisco la mia attività a Cugnoli, nelle campagne del pescarese!” Un’abruzzese DOC che intorno ai trenta anni ha pensato che fosse arrivato il momento di realizzare il sogno di rivitalizzare l’azienda agricola dei nonni. Domenica è presidente di Donne in Campo Abruzzo, ed è bello ascoltare il racconto di un percorso familiare che è al tempo stesso il cammino di una certa evoluzione sociale del nostro Paese. “I miei genitori, originari appunto di Cugnoli, dopo le scuole si sono allontanati dalla campagna, come succedeva spesso, intraprendendo vita e carriere in ambiti diversi. A L’Aquila mia madre ha fatto l’insegnante di francese e mio padre il dirigente Enel. I miei nonni hanno continuato a coltivare la terra finché la salute lo ha permesso. La nostra è zona di uliveti e vigneti, ma l’agricoltura era soprattutto sussistenza e si aveva un po’ di tutto, quindi anche un piccolo allevamento di bovini, di pecore e di animali di bassa corte. Era quella che oggi definiremmo azienda agricola multifunzionale. Dopo gli studi in Scienze Ambientali all’Università di L’Aquila, ho seguito vari corsi di specializzazione riguardanti soprattutto lo sviluppo del territorio da un punto di vista turistico ed ambientale. Nel frattempo per i miei genitori arriva la pensione con la decisione di rimettere in sesto le attività agricole lasciate da mio nonno. Accanto c’era la mia ricerca di un lavoro senza allontanarmi troppo. Nel 2009 il terremoto ha devastato la mia città e ci ha dato una vera e propria spinta. È stato abbastanza naturale intraprendere questa strada. Da subito abbiamo deciso di implementare un’azienda multifunzionale biologica con coltivazioni di ulivi, vigna, orto e un po’ di cereali. Contemporaneamente abbiamo impiantato l’agriturismo e la fattoria didattica. Ora la mia vita si divide fra L’Aquila e Cugnoli, conciliando famiglia e lavoro… ma in questo, si sa, le donne sono maestre!”



Descrivici l’azienda..

L’Agriturismo si chiama Rosso di Sera
(www.agriturismorossodisera.com), abbiamo quattro camere e un mini appartamento e facciamo servizio di prima colazione e cena ai soli ospiti alloggiati. In cucina c’è mia madre, che ripropone piatti della tradizione locale che io porto a tavola spiegando la loro storia e i prodotti con cui sono stati preparati. Nei circa 13 ettari dell’azienda agricola ci sono uliveti, un vigneto di Montepulciano d’Abruzzo, un frutteto di frutta antica e un po’ di cereali (grano duro). Ovviamente curiamo l’orto e alleviamo animali di bassa corte come polli, galline, anatre, caprette, maiali. La nostra è un’azienda a conduzione familiare e mio marito Federico, che lavora in una società di software, ci aiuta quando può perché una mano serve sempre. Devo dire che senza l’aiuto della mia famiglia non sarebbe stato possibile quello che abbiamo realizzato e che gestiamo quotidianamente. Ma tutti siamo convinti di aver fatto la scelta giusta vedendo crescere mia figlia Giorgia, due anni, in un ambiente sano. Lei adora gli animali e vuole sempre stare all’aria aperta.



Cosa ha di speciale la terra e l'ambiente agricolo?

Questo lavoro mi permette di esprimermi in mille modi diversi, ed è questo l’aspetto che mi affascina di più. Far conoscere il territorio con le sue produzioni tipiche, far capire il valore della terra e dei suoi frutti, nelle stagioni e nei modi giusti: insomma ho la sensazione di fare qualcosa di buono per me, per la mia famiglia e per la mia terra.



Se pensi al futuro, cosa vedi?

Da mamma cerco sempre di pensare al benessere di mia figlia, ma di un benessere vero basato su cose semplici, su principi sani, una vita rispettosa della natura e del territorio. Sono valori che le nuove generazioni stanno perdendo e che dovremmo cercare di tenere in vita. In questo lavoro secondo me è importante anche sapersi reinventare sempre: tradizione non vuol dire arretratezza, ma comprendere le nostre origini perché ci diano la forza e la capacità di andare avanti e fare sempre meglio. E così un domani mi vedo nella mia azienda, magari a sperimentare nuove coltivazioni, oppure cercare nuovi mercati di vendita…



 Quali sono le maggiori difficoltà per chi lavora nel campo agricolo, oggi?

Le problematiche che riguardano il nostro settore sono diverse e a volte rendono il lavoro davvero pesante…a cominciare dalla burocrazia che riguarda le varie attività che svolgiamo o che vorremmo svolgere. Ho scelto questo lavoro perché volevo vivere all’aria aperta, dedicarmi alle coltivazioni, ammassare la pasta davanti a turisti incuriositi, invece mi ritrovo a dedicare la maggior parte del mio tempo a produrre carte, ad andare in uffici, a risolvere problemi di natura burocratica.

Oggi spesso chi si dedica all’agricoltura viene ancora visto come una persona che non sapeva cos’altro fare, oppure legato ad un’azienda di famiglia. Invece tanti giovani si avvicinano a questo settore con la consapevolezza che essere agricoltori non è solo un lavoro, ma una scelta di vita. Una scelta che sai essere faticosa e difficile, ma che ti ripaga giorno dopo giorno dandoti grosse soddisfazioni. Quindi sarebbe auspicabile un aiuto consistente a coloro che vogliono dedicarsi all’agricoltura, sia a giovani in cerca di occupazione ma anche a quelle famiglie, uomini e donne, che avendo già una piccola proprietà, vogliono investire nella terra e ricavarne reddito.





 

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