Un tris di film sull'essere genitori, per riflettere su società e famiglia
Dopo ‘La Dea Fortuna’, arrivano ‘Figli’ e ‘Judy’: diversi contesti ma un unico sguardo sul significato, le responsabilità, le difficoltà di mantenere i legami e la cura dei figli
Martedi, 28/01/2020 - La società cambia, le costellazioni familiari anche, le generazioni si evolvono, ma una certezza rimane: la necessità di assicurare ai figli, biologici, acquisiti o adottati, amore, accudimento, sicurezza, un luogo dove vivere e radicarsi, abitudini regolari e figure di riferimento. Proprio confrontandosi con tali tematiche, l’ultimo film del regista turco Ferzan Ozpetek, ‘La Dea Fortuna’ (trailer), racconta di come una coppia omosessuale in fase critica (Edoardo Leo e Stefano Accorsi) tragga nuova linfa vitale, e nuove occasioni di riflessione, dall’arrivo di due ragazzini, di 9 e 12 anni, lasciati in casa loro per un periodo dalla madre, un’amica della coppia con gravi problemi di salute (nel ruolo la brava Jasmine Trinca).
Problemi economici, divisione dei compiti e cambiali, sono al centro della vicenda raccontata in ‘Figli’ (trailer), ultima sceneggiatura di Mattia Torre - recentemente scomparso - dove Nicola e Sara, interpretati dai nostri bravi attori Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, sono una coppia che scopre a proprie spese come la nascita di un secondo figlio possa far saltare equilibri già precari, in una società che non sostiene i nuclei familiari, dove l’aiuto di genitori ex sessantottini non è affatto garantito e dove gli sforzi e le fatiche del quotidiano appaiono spesso immani e non ripagati. Dunque l’affetto e le cure non bastano, ai figli serve anche il soddisfacimento di bisogni materiali, assicurati da una situazione lavorativa stabile, e genitori sereni, non strozzati da debiti e conseguenti contrasti.
Ed ecco il terzo film, in uscita nelle sale distribuito da Notorious Pictures, “Judy” (trailer) biopic sulla vita di Judy Garland, indimenticabile interprete dalla voce d’angelo nel film ‘Il mago di Oz’, più in particolare racconto dell’ultima parte di una vita segnata fin da giovanissima dal successo delle grandi star, a fronte di indicibili rinunce e ferrea disciplina, le cui conseguenze traumatiche la portarono a dissolvere il suo patrimonio artistico ed economico fra droghe, alcool e sperperi, tanto da non poter assicurare ai due figli nati dal suo ultimo matrimonio, che lei adorava, un tetto e un pasto caldo. Ultima prova d’amore di Judy, per guadagnare denaro, acquistare una casa e riprendere i figli prima che fossero affidati al marito, fu una tournée a Londra che segnò invece la sua definitiva uscita di scena, inaffidabile, ritardataria e spesso alticcia, la grande cantante morì pochi mesi dopo, a soli 47 anni, sia per gli abusi sia per il dolore di non essere stata all’altezza del compito di madre, poiché nonostante la fama e il successo, non aveva soddisfatto il suo più grande desiderio, poter vivere con i suoi figli un giorno dopo l’altro. Nonostante le differenze di epoche e contesti, il legame genitoriale non è dato dal sangue, sembrano dirci le tre opere, ma dalle relazioni che, di volta in volta, siamo in grado di instaurare con bambini e ragazzi. Per la straordinaria interpretazione dell’attrice Renée Zellweger nel ruolo della protagonista, il film ‘Judy’ ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 3 candidature a BAFTA, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, vinto un Golden Globes e un premio ai SAG Awards. Al Box Office in USA, “Judy” ha incassato 24 milioni di dollari.
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