Handicap e Pari Opportunità - Il lavoro di cura dei disabili e l’assistenza continua che va loro assicurato è alla base di ulteriori discriminazioni per le donne. Un convegno a Copparo (Fe) ha posto l’accento sul problema e ha presentato la Carta Eu
Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007
Il 2007 è stato designato dalla Commissione europea come “Anno europeo delle Pari Opportunità per Tutti” con l’obiettivo di proporre un dibattito più esteso sui benefici della diversità e per rendere i cittadini dell’Unione europea più consapevoli del loro diritto a ricevere uguale trattamento e a vivere una vita priva di discriminazioni.
L’Italia tra i sei fattori di discriminazione che il Piano d’azione nazionale ha individuato, annovera la disabilità che spesso porta a discriminazioni di tipo multiplo soprattutto se il soggetto è donna, terminale delle maggiori criticità da un punto di vista lavorativo, sia essa diversamente abile, sia essa investita dell’assistenza ai familiari non autosufficienti.
Anna Maria Comito, Presidente nazionale del Coface Handicap, insieme all’Aias e all’U.F.HA. ha recentemente presentato alla Camera dei Deputati la Carta Europea a “sostegno dei familiari che si occupano dei non autosufficienti”. e, in previsione dell’imminente presentazione alla Commissione Europea, ha fatto tappa in provincia di Ferrara, a Copparo. “E’ stato un appuntamento importante perché ci ha consentito di confrontarci da vicino con i territori e soprattutto con le persone che vivono le problematiche direttamente”, ha precisato la D.ssa Comito al termine del convegno, organizzato dalla Fondazione CasaViva con il coordinamento delle Consigliere di parità della Regione Emilia Romagna, e con il patrocinio del Comune, della Provincia e della Regione. L’evento, cui hanno partecipato autorevoli esponenti nazionali e regionali, titolato “Sostegno ai familiari che si prendono cura dei non autosufficienti”, ha riunito quasi tutte le Amministrazioni Comunali della Provincia che hanno potuto valutare l’importanza della rete tra soggetti Istituzionali, finalizzata a tematiche specifiche, anche conoscendo da vicino il ruolo delle Consigliere di parità che, occupandosi in prevalenza di discriminazioni nel lavoro, promuovono interventi che permettono di reperire e diffondere dati indispensabili per ‘fotografare’ situazioni che rischierebbero di essere sottovalutate.
Dagli interventi dei relatori, moderati dalla Direttora di ‘noidonne’ Tiziana Bartolini, è emerso che dall’osservatorio regionale il tema della conciliazione vita-lavoro è ancora una criticità di primo piano, in particolare vissuta dalle donne, con insufficiente condivisione familiare e, nonostante il territorio emiliano romagnolo sia un’eccellenza tra le regioni d’Italia soprattutto in termini di occupazione femminile, si registrano luci e ombre che tradotto in numeri significa da un lato l’aver raggiunto e superato da tempo il tasso del 60% di occupazione femminile, ma nel contempo si registra un 18% di discriminazioni per conciliazione denunciate agli uffici delle Consigliere di parità.
Un’altra criticità anche se non rilevata singolarmente è la discriminazione per disabilità che rientra nel 10% di denuncie registrate in altre discriminazioni.
E’ preoccupante la costante uscita dal mercato del lavoro delle donne nella fascia di età 35/45 che in molti casi coincide con la necessità di far fronte all’assistenza di familiari non autosufficienti.
Per Comito e Antonella Dalla Muta, presidente della Fondazione CasaViva, diventa necessario adottare dei percorsi formativi che qualifichino le competenze acquisite dai familiari, per arrivare al riconoscimento del lavoro di cura.
“L’ampio tema della conciliazione, dove la crescita dei figli e la cura dei familiari non autosufficienti sono gli elementi di maggior rilevanza, limitano il percorso lavorativo e di vita propria delle persone, in particolare delle donne, costringendole in troppi casi a rinunciare al lavoro retribuito con tutte le conseguenze che comporta in termini economici, di autostima, di socializzazione” , ha sottolineato Dalla Muta.
La Carta Europea può rappresentare uno strumento di Responsabilità Sociale delle imprese, come evidenziato da Alessandra Servidori, componente il Collegio Istruttorio del Ministero del Lavoro e quindi è opportuno sensibilizzarle, accompagnandole in un percorso che modifichi la cultura d’impresa, sviluppando modelli organizzativi idonei, finalizzati al raggiungimento del benessere delle persone.
E’ quindi improrogabile la messa in atto di azioni concrete che consentano alle donne di scegliere il loro futuro liberamente e senza condizionamenti.
Bisogna promuovere azioni di comunicazione/sensibilizzazione nei confronti delle imprese per favorire forme di lavoro flessibile senza penalizzazioni e più precisamente è opportuno collocare all’interno delle aziende, le risorse umane tenendo conto delle esigenze personali. I benefici sono garantiti per entrambe le parti in quanto migliora obbligatoriamente il benessere individuale e collettivo, l’efficienza/efficacia, con conseguente aumento della produttività e riduzione dei costi.
Altri aspetti importanti emersi dal dibattito, sono senza dubbio il monitoraggio e la verifica dell’efficacia della progettualità, indispensabili per valutare l’attenuazione delle criticità e pianificare al meglio gli investimenti futuri; la diffusione e il trasferimento delle buone pratiche attraverso le reti, elementi basilari per crescere, per sostenere e per ottimizzare le risorse.
E’ quindi utile che i soggetti istituzionali preposti si confrontino sempre con coloro che quotidianamente vivono le situazioni, mettendo a disposizione i supporti di integrazione necessari, elementi già adottati dal territorio copparese come evidenziato dalla sindaca Teresa Bertuzzi.
Il tema della disabilità deve accompagnare quotidianamente tutti coloro che istituzionalmente hanno strumenti tali che, concertando le azioni, il sapere, i ruoli contribuiscano a migliorare la qualità della vita dei non autosufficienti e dei familiari che si prendono cura di loro.
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