Venerdi, 18/02/2011 - IL movimento antiviolenza delle donne in Campania si è lungamente confrontato con le forze politiche della Regione, incalzando suggerendo e proponendo la legge “per il contrasto alle violenze contro le donne”. La legge dopo l’approvazione in Consiglio è stata ora pubblicata, quindi entra in vigore: teoricamente.
Questo primo risultato è certamente anche dovuto alla presenza del più alto numero di donne in Consiglio nella storia della Campania, grazie alla legge elettorale regionale, anche essa voluta dalle donne ed approvata dopo lunghi ed estenuanti confronti.
L’approvazione della legge contro le violenze è il primo passo: il secondo, concreto deve essere la copertura finanziaria, che di nuovo impegnerà la vigilanza delle donne e il loro incalzare la politica.
La politica nega e taglia i fondi a tutti i livelli, in particolare alla salvaguardia dei diritti. Noi sappiamo che tuttavia le forze politiche se vogliono possono trovare i soldi eliminando sprechi e cattivi investimenti.
Sappiamo che quello che ci aspetta, nell’attuazione del diritto fondamentale delle donne a vivere libere dalle violenze, è ancora una fatica, come quella nella quale siamo state impegnate per ottenere la legge, tutte: dal movimento alle associazioni, dalle consigliere elette alla Consulta. Il nostro impegno ora è quello di ottenere copertura finanziaria.
Abbiamo mostrato al Paese "cosa le donne vogliono", cioè una democrazia costruita sui diritti delle donne, in questi giorni, ma la politica si adopera ad “abolire”.
In Campania vogliono abolire la Consulta femminile, per esempio, mentre si estendono le abolizioni “informali” col taglio dei fondi: gli stipendi di coloro che tengono in vita i servizi, il diritto alla salute con i così detti accorpamenti delle strutture sanitarie. Piccoli esempi mirati a danneggiare le donne che chiedono PIÙ' DIRITTI.
Noi ci saremo, in piazza e nei palazzi, perché sappiamo che trasferire i diritti dalla carta alla vita "è affar nostro".
Udi di Napoli, Centro EVA, Arcidonna, Le donne medico
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