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Protagoniste nel mondo

Protagoniste nel mondo

Angela Merkel e Ellen Johnson-Sir - Angela Merkel in Germania e Ellen Johnson-Sirleaf in Liberia, elette alla guida dei governi dei loro Paesi, ci fanno chiudere l’anno in bellezza

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2005

Angela Merkel in Germania e Ellen Johnson-Sirleaf in Liberia elette alla guida dei governi dei loro Paesi ci fanno chiudere l’anno in bellezza. Se l’Africa ha saputo scegliere tra una donna e il ricco calciatore Weah e se la Germania riunita non ha avuto paura di una donna venuta dall’Est, forse ancora è possibile sperare nel miracolo italiano, senza alcun riferimento alla inattuata profezia berlusconiana del 2001. Alcuni sondaggi che attribuiscono notevoli preferenze a Ségolène Royal, unica donna alla guida di una regione francese, ci parlano di una Francia che non disdegna l’ipotesi di una donna all’Eliseo. Negli Stati Uniti per la successione alla Casa Bianca non è del tutto peregrina l’ipotesi di un duello tra Hillary Clinton e Condoleeza Rice. Perfino il Giappone, modificando regole ferree, si prepara ad onorare una donna imperatrice. Con tutti i limiti di un’imposizione dinastica finalizzata al mantenimento del potere, pure non si può non rilevare il coraggio di infrangere un tabù. C’è un’altra nazione, oltre l’Italia, dove si parla di quote rosa, ma quelli dei consigli di amministrazione di aziende private e il governo norvegese preannuncia di imporre loro la chiusura se non accoglieranno le donne in numero adeguato. Il mondo cambia e alle ottusità nostrane, che come sempre nella storia puntano a colpire le donne e i soggetti più deboli, noi donne del terzo millennio sapremo rispondere con più efficacia e tempestività di quanto abbiamo fatto in passato. Ricominciamo da tre, per dirla con Troisi, e questo punto di partenza ci consente di valutare quanto sia basso e provinciale il clima che vorrebbero costringerci a respirare. La globalizzazione oltre alle merci facilita anche scambi di idee e relazioni. Sta a noi donne cogliere e valorizzare le potenzialità di questa dimensione. E’ del tutto evidente che noi italiane, costrette ad impegnarci in una guerra estenuante dentro e fuori il Parlamento per strappare tanto minimi quanto inutili posizionamenti nelle liste elettorali in relazione al contesto legislativo in cui verrebbero applicati, tardiamo a volgere lo sguardo all’estero e a beneficiare delle sollecitazioni che giungono da Occidente, da Oriente e anche dal Terzo Mondo. E’ sufficiente lamentare la penuria delle presenze femminili nelle assemblee elettive nostrane mentre l’Assemblea nazionale del Ruanda è composta al 45 per cento da donne? La questione oltre che sul piano numerico dovrebbe essere affrontata entrando più nel vivo. Proviamo a comparare i metodi con cui è attuata la politica oggi in Italia e negli altri paesi occidentali per capire se la mancanza di regole e di un minimo di etica che caratterizza le relazioni e il dibattito nel mondo politico è comune ad altre nazioni. Forse dovremmo maggiormente indagare sulle condizioni che hanno permesso a Frau Merkel di concorrere per diventare Cancelliere e individuare le ragioni che ci impediscono di cominciare a chiedere che il prossimo presidente della Repubblica sia una donna, scongiurando tra l’altro pericolose ipotesi di futuro un settennato scomodo se non addirittura pericoloso per la nostra democrazia dopo la riforma costituzionale. La politica non ne ha la forza, e allora apriamola noi questa finestra sul mondo, svincolandoci dall’opprimente afasia che ci circonda. Finiamola con la rincorsa dell’angusto dibattito politico nazionale, dettato dalle quotidiane produzioni di marketing elettorale oggi di un ministro e domani di un leader. E’ chiaro che ci prendono per sfinimento togliendoci la possibilità di reagire con la dovuta energia a quelle che sono vere e proprie offese, vedi la sortita del Ministro Giovanardi sulla politica che annoia le donne, passata senza suscitare più di tanto scalpore. Inchiodate come siamo nella guerra di trincea per la difesa sacrosanta della 194 e dei consultori, perdiamo colpi sullo scandalo di un Ministro della Salute che, impegnato a difendere la vita dei non nati, mette in secondo piano la salute dei bambini in carne ed ossa che potrebbero intossicarsi con alimenti non sicuri.

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