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Prostituzioni, morale, moralismi: che fare?

Prostituzioni, morale, moralismi: che fare?

Sondaggio di settembre - Corpo, sesso, merce, decoro, leggi, numeri, riflessioni...

Rosa M. Amorevole Lunedi, 19/10/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2009

Il nostro sguardo al fenomeno della prostituzione è molto ristretto: si limita a quel che vediamo in particolari zone delle nostre città. I dati che emergono dalle fonti ufficiali ci permette dunque di mettere insieme quello che vediamo a quello che non ci è capitato di incontrare.

Il Dipartimento per le Pari Opportunità afferma che in Italia sono 9.000.000 di clienti, che frequentano 70.000 prostitute – prevalentemente per strada – con un giro di affari pari a 90.000.000 di euro al mese.

In un seminario tenutosi lo scorso anno, il Gruppo Abele sosteneva che “i marciapiedi sono gestiti dalla criminalità organizzata” e 30 sarebbero le nazionalità diverse coinvolte nel traffico di esseri umani. Le donne sono prevalentemente straniere, in maggioranza nigeriane (50-60%), poi quelle che provengono dall’est europeo, soprattutto dalla Romania (20%). Dopo alcuni anni di regresso nelle presenze delle albanesi, pare che ora siano in aumento.

Nel 60-70% dei casi sono donne con meno di 25 anni.

Secondo l’Organizzazione Internazionale Migranti, tra il 2000 e il 2006, si sono stimate 16-26.000 persone vittime di tratta, che diventano 50.000 se consideriamo anche coloro che sono transitate/i dal nostro Paese.

Un fenomeno dunque complesso, che difficilmente potrà registrare una reazione univoca a qualsivoglia sondaggio. Per il 43,8% occorrerebbe aiutare “gli uomini a capire le ragioni per cui scelgono il sesso a pagamento”, anche se questa opzione molto spesso è stata correlata con giudizi molto negativi sui clienti e da suggerimenti per specifici interventi di legge atti a tutelare da un lato (quello della donna) e punire dall’altro (cliente e sfruttatore).

Se un 20,5% non vuole né prostituzione di Stato né ritorno alle case chiuse, il 16,4% vorrebbe che così fosse. Un altro 16,4% ritiene che occorra intervenire sui clienti, in modo da liberare le strade da questo fenomeno.

I commenti, pur con sfumature diverse, nella descrizione del cliente fanno riferimenti specifici a uomini incapaci di amare, di avere relazioni paritarie, con molte difficoltà relazionali. Le donne sono prevalentemente descritte come vittime di tratta e di sfruttamento, fuori da ogni diritto umano. Il mestiere di prostituta, afferma una lettrice, “solo per il 3% viene scelto. In tutti gli altri casi esiste sfruttamento.” Il tema del potere ritorna in molte delle risposte, legato al tema della sopraffazione del maschio sulla femmina. Tristezza è il termine più citato nel primo approfondimento.

Il corpo e il sesso sono diventati merce, o forse lo sono sempre stati. C’è chi afferma che siano “la merce del potere”, ed il mercato ingloba tutto.

Una legge che voglia contrastare questi fenomeni, dovrebbe proteggere innanzitutto chi vuole uscirne e punire chi sfrutta o si macchia di reato di tratta. In modo diverso le risposte si sono focalizzate su tre punti precisi: la punizione degli sfruttatori e di chi esercita ogni forma di tratta, l’educazione all’affettività, il decoro delle città e le tasse. In particolare c’è chi fa riferimento anche a normative vigenti in altri stati europei, come quelle tedesche, che potrebbero regolamentare chi opera come sexworker in modo appropriato e rispettoso.

Un terzo delle persone che hanno risposto suggeriscono di tassare questi guadagni, così come tutti gli altri redditi da lavoro. Leggendo le risposte ho ripensato ad una vecchia intervista presentata in un talk show televisivo: il caso – divenuto nazionale – prendeva l’avvio dal tentativo di una sexworker che, intendendo compiere il civile gesto del pagamento delle tasse, intendeva rilasciare una ricevuta fiscale ogni prestazione effettuata. Inutile dire che gli esperti intervistati non sono stati in grado di fornire risposte a chi le aveva poste.



Un po’ di numeri



70.000 : prostitute in Italia

94%: sono donne

50%: sono immigrate

50%: lavorano in nord Italia

20%: sono minorenni

70%: lavorano in strada

30%: lavora in appartamento

9.000.000: clienti all’anno

30: prezzo medio in euro di un rapporto

5-7.000: rendita mensile in euro per lo sfruttatore

90.000.000: giro di affari di un mese in euro in Italia



Fonte: Dipartimento Pari Opportunità





(15 ottobre 2009)

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