Login Registrati
Prostituzione, cosa fare?

Prostituzione, cosa fare?

Regione Emilia Romagna - Progetti e iniziative contro la tratta e lo sfruttamento

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008

Il Progetto Oltre la Strada si propone di contribuire a contrastare il fenomeno della tratta di esseri umani nei suoi “nuovi” termini, progressivamente affermatisi su scala mondiale a partire dalla fine degli anni ’80: un fenomeno criminale planetario legato alla malavita organizzata, spesso coinvolta in altre attività criminali.
Nel territorio della Regione Emilia-Romagna al momento la condizione di sfruttamento più evidente risulta essere quella sessuale. Le altre tipologie di sfruttamento (principalmente lavorativo, edilizio e badantato, accattonaggio, partecipazione forzata a situazioni caratterizzate da illegalità) sono però in una fase di crescente emersione.
Questa Regione, che registra un tenore di vita tra i più elevati in Italia, presenta alcune caratteristiche che in parte spiegano e in parte determinano l’attuale ampiezza della diffusione di fenomeni di sfruttamento:
• con riferimento soprattutto allo sfruttamento sessuale, ma anche a quello per accattonaggio e vendita di gadget, sono da considerare fattori che incidono sulla diffusione del fenomeno: la collocazione geografica, l’essere punto di snodo anche in termini di trasporti (si pensi solo alla centralità a livello nazionale della stazione di Bologna), la presenza di porti (Ravenna in particolare ma anche Rimini), aeroporti (Bologna, Forlì, Rimini e Parma), di arterie frequentatissime come la via Emilia e la Romea, di zone a vocazione turistica come la Riviera adriatica che attira nei mesi estivi milioni di turisti e si spopola nei mesi invernali, lasciando a disposizione degli sfruttatori migliaia di appartamenti.
• con riferimento invece all’ambito dello sfruttamento lavorativo si può citare la diffusione di comparti produttivi “a rischio” come l’agricoltura, il terziario in generale, i laboratori artigiani, le tante piccole imprese edili e la grande distribuzione.
La diffusione in modo abbastanza uniforme, nei principali centri urbani della regione, del fenomeno della tratta e dello sfruttamento trova conferma in alcuni indicatori:
• alta incidenza dei contatti su strada in proporzione alle dimensioni dei capoluoghi di riferimento nelle province di confine;
• altissimo numero di persone in carico, oltre che nelle città più densamente popolate, anche in quelle medio-piccole ma caratterizzate da alti tenori di vita ed elevatissima presenza di attività produttive;
• aumento della presenza delle minorenni vittime di tratta ai fini di sfruttamento sessuale e in stato di abbandono (provenienti soprattutto da est Europa, in particolare Romania);
• aumento del fenomeno della prostituzione minorile maschile soprattutto rumena;
• incremento delle prese in carico di adulti, minori e disabili in situazioni di sfruttamento lavorativo e per accattonaggio, provenienti dall’est Europa (Bielorussia, Russia, Moldavia, Cina Popolare) e dal Nord Africa (Marocco, Senegal).

LE PAROLE-CHIAVE DEI NOSTRI INTERVENTI

Diritti/Empowerment/Comunità
Il sistema integrato di interventi denominato Oltre la Strada è un esempio di realizzazione di progetti complessi in ambito sociale che si propongono di concretizzare la promozione di empowerment a livello comunitario (in una prospettiva di sviluppo di comunità) e la promozione di empowerment a livello individuale (in una prospettiva di promozione dei diritti personali).

Lavoro di rete
In termini metodologici, il principio alla base del Progetto Oltre la Strada è quindi quello della creazione o rafforzamento di una rete strutturata di collaborazioni con gli attori del territorio interessati dal fenomeno: istituzioni, magistratura, forze dell’ordine, servizi pubblici e privato sociale.

Cura della relazione e mediazione culturale
La metodologia della relazione d’aiuto e del counselling rappresenta il contesto teorico a cui fanno riferimento gli/le operatori/trici impegnati nelle attività di assistenza. Al centro degli interventi è la cura della relazione, affinché la persona vittima di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù possa progressivamente rielaborare la propria storia di vita. Tra gli strumenti a disposizione particolarmente utile si ritiene quello della mediazione culturale, in grado di fornire elementi di decodifica degli atteggiamenti, dei comportamenti, dei sistemi di credenze afferenti alle diverse culture di provenienza.

IL NUMERO VERDE ANTI-TRATTA 800.290.290

Dal luglio 2000 la Regione Emilia-Romagna è titolare di una postazione locale del Numero Verde contro la tratta (800.290.290). Il servizio offre informazioni e consulenza a persone che si prostituiscono e alle vittime della tratta, agli operatori pubblici e privati e alla popolazione in generale. In questi sei anni di lavoro la postazione emiliano-romagnola del Numero Verde ha potuto sviluppare un importante lavoro di rete a favore degli operatori e dei progetti regionali che attuano programmi di protezione sociale, sfruttando intensamente le potenzialità del servizio nella ricerca di posti in accoglienza e come strumento di connessione tra soggetti e territori differenti.

L’Emilia-Romagna combatte seriamente la criminalità e rifiuta i luoghi comuni del Governo
Laura Salsi

Le vittime della tratta sono inserite in circuiti di sfruttamento di diverse tipologie: sfruttamento sessuale, lavoro forzato, accattonaggio, traffico di organi.
Si tratta di una questione complessa che può essere affrontata i due modi: da un lato con la propaganda tipica di questo Governo che crede di risolvere la prostituzione attraverso multe o ammende ai clienti, dall’altro attraverso un lavoro serio che miri a colpire il cuore del problema: la lotta alla tratta. La Regione Emilia-Romagna, mettendo in campo risorse e professionalità per combattere lo sfruttamento, ha scelto la strada più difficile, ma la più efficace, coinvolgendo una rete territoriale in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte, dagli enti locali al terzo settore.
Fra i mercati di sfruttamento, quello della prostituzione forzata, che riguarda in primo luogo le donne, e in forma minore, anche se crescente, minorenni, bambine e bambini, e uomini è senza dubbio il più visibile e il più lucroso per la criminalità. A noi tutti compete la responsabilità di offrire programmi di protezione e di integrazione sociale, per far sì che ad ogni singola persona sia garantito il diritto primario di libertà.



Progetto “LAVORAVO A STRADA”, le buone pratiche bolognesi
Gabriella Ercolini


“Lavoravo a strada“ racconta, la storia personale di quattro ragazze di provenienza diversa (Ucraina, Moldavia, Romania, Nigeria) che all’arrivo in Italia hanno avuto un destino comune: la prostituzione in strada. La promessa di una vita diversa lontano da fame e miseria. L’inganno. Il marciapiede. Poi la riconquista di una libertà che ha il sapore della rinascita, che non cancella tuttavia le cicatrici di un’esperienza che le aveva rese schiave. Il documentario audiovisivo è stato realizzato da due giovani filmaker indipendenti Alessandra Marolla e Alessandra Soldati e grazie all’Associazione Bolognese Fiori di Strada onlus, che ha aiutato le ragazze intervistate a lasciare la strada. Cito questa esperienza come buona pratica bolognese perché ho avuto l’occasione di vedere il lavoro fatto e ritengo che possa essere, per tutti noi impegnati a vari livelli nella costruzione di politiche per le donne, un indispensabile momento di comprensione dei problemi, uno spaccato di realtà senza pregiudizi o falsità, il cui unico intento è quello di sensibilizzare e far conoscere le persone che normalmente vengono etichettate come prostitute. I racconti fanno rabbrividire, commuovono, emozionano, sconvolgono e scandalizzano ma restituiscono una realtà vera senza la quale poi non si sa più vivere.

(18 dicembre 2008)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®