Politica/ Case di appuntamento - Case chiuse legalizzate? Quartieri a luci rosse? Il disegno di legge è ancora in discussione. Intanto prolifera il mercato del sesso
Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2005
Scoperte dieci case di appuntamento a Roma e ventuno a Savona. Le recenti operazioni di polizia hanno portato all’arresto di numerose ragazze straniere e qualche italiana. Le straniere verranno espulse, chi gestiva le case è già in galera.
La notizia della maxi-retata ha riportato l’attenzione sul tema e i politici, quelli che ancora non sono in vacanza, rilanciano idee “originali”: parchi del sesso, aree dell’amore protette e altre “amenità” che si propongono come varianti alla legge in discussione al Parlamento; sarà infatti intenzione del Governo riaprire le case chiuse per togliere dalla strada le prostitute.
A cosa serve dire che questo è il mestiere più vecchio del mondo e che non si potrà mai far nulla per eliminarlo? Non sarebbe più giusto chiedersi perché ci sono tanti uomini che ricorrono alle prostitute? Oltre a quelli che non si pongono scrupoli nel trasformare la donna in oggetto a pagamento, o all’opportunismo di donne pigre che preferiscono facili guadagni invece di scoprire in sé ben altre qualità da mettere a profitto (e questo vale per quella piccola percentuale di donne italiane, che si dichiarano professioniste e pretendono di essere rispettate e riconosciute tali), non sarà forse il caso di cominciare a considerare il fenomeno come segnale di una vera e propria malattia sociale?
All’inizio dello scorso secolo era in uso tra i giovani adolescenti ricorrere alla prostituta per conoscere il sesso. Oggi questa è storia vecchia, le adolescenti sono anche “troppo” emancipate, a detta dei loro compagni. Se vogliamo guardare in faccia la realtà, oggi la maggior parte delle donne che si prostituiscono sono immigrate, costrette con la violenza a prostituirsi. Donne alle quali un uomo con un minimo di buon senso dovrebbe accostarsi per prestare aiuto e non per renderle strumento dei loro egoistici piaceri.
C’è una questione molto grave in Italia (patria del Maschio Latino). È una questione di perdita di cultura umana-umanistica che andrebbe affrontata, a fronte della quale la televisione ha delle grosse responsabilità. Se ha avuto il merito di dare unità di linguaggio (dove solo 40 anni fa ancora si parlavano dialetti diversi e incomprensibili gli uni dagli altri) non ha dato stimoli adeguati per un sano sviluppo culturale. È assurdo indignarsi all’idea dei burqa sulle afgane, se poi non si è capaci di indignarsi di fronte alla mercificazione del corpo in casa nostra. La mancanza di rispetto, pur in forme diverse, è pressoché uguale. In entrambi i casi si nega l’identità della persona, la si relega ad una condizione di oggetto.
Chi sono gli utenti del sesso a pagamento? Quelli che non riescono ad avere un rapporto profondo con l’altro sesso. Quelli che si ritrovano in casa con un partner con il quale non funziona più come prima. Quelli che confondono il sesso con l’amore. Quelli che fanno sesso come mangiano, forse per provare di valere qualcosa (cosa?). Le cause sono molte, complesse. Tra chi fa politica, c’è qualcuno che prima di stilare un testo di legge al riguardo abbia commissionato ricerche socio-culturali in tal senso?
Di fatto, se il mercato è così fiorente, viene da immaginare che il rapporto tra i due sessi in Italia sia davvero malato. Forse non siamo un Paese dove le scuole di erotismo alla maniera indiana siano possibili (vedi scheda). Nel Paese del Cattolicesimo il messaggio mistico del Kamasutra, dove il Dio asessuato si è scisso in due parti di uguale entità ma di diverso sesso creando dinamiche generatrici di vita , potrebbe rimanere incompreso. Tuttavia, pensando al Cristianesimo, il Cristo andò incontro alla Maddalena con spirito nuovo, diverso dai suoi contemporanei. Vide in lei l’essere umano, l’affrancò dalla sua condizione di oggetto, non era più un essere di secondo ordine, nato dalla costola di Adamo.
Secondo il nuovo testo di legge, si potrebbero istituire palazzine dove riunire ed isolare le tante case chiuse oppure intere zone controllate e riservate. Ma da quel che si può dedurre leggendo le relazioni del gruppo camerale preposto alla discussione del disegno di legge (scheda in alto) nessuna delle proposte indica una soluzione che, in prospettiva, porti a superare l’idea di “corpo uguale merce”.
Così facendo, la questione rimarrà sempre irrisolta.
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