Martedi, 21/05/2013 - Roma è in campagna elettorale da mesi, ma ormai mancano solo pochi giorni all’appuntamento più importante per i suoi cittadini: l’elezione del nuovo sindaco. In una capitale tappezzata di cartelloni, ricolma di volantini, da sempre enclave di partiti e movimenti, sede del governo e del parlamento, e dunque per ovvie ragioni, città più politica di Italia, questi ultimi giorni vedono i candidati impegnatissimi in un tour de force di comizi, incontri, presenze sui media. Tutto pronto o quasi per la chiusura della campagna elettorale, che ognuno di loro sfrutterà per confermare i suoi voti certi e per tentare di rosicchiare qualche elettore indeciso all’avversario. In questo fiorire di promesse e slogan, c’è un candidato che con una campagna elettorale low cost, basata sulle donazioni private, su tam tam in rete, sull’impegno quotidiano di un gruppo forte che in lui crede, propone scelte scomode e radicali come la rottura del Patto di Stabilità interno e il congelamento del debito capitolino a beneficio dei servizi per cittadini e cittadine. Per queste ragioni Sandro Medici, candidato sindaco della Repubblica Romana, Presidente uscente del X Municipio, ha deciso di chiamarsi fuori dalla coalizione di centro-sinistra, coerentemente con il rinnovamento politico e culturale forte e senza compromessi elaborato in diversi punti del suo programma.
A guidare il comitato civico che ha appoggiato la candidatura di Sandro Medici, c’è una giovane donna appassionata di politica, Monica Pasquino, filosofa di formazione, lavoratrice nel settore della cultura, della formazione e nel no profit, in prima fila contro l’assenza di tutele e garanzie che contraddistingue chi è afflitto dalla precarietà. Monica scrive per l’huffington post e ha un curriculum importante, caratterizzato da esperienze all’estero e da numerose pubblicazioni inerenti le tematiche di genere, la cittadinanza attiva, il coworking e i beni comuni. Dalla fine del 2011 è anche Presidente dell’associazione SCOSSE, associazione che coniuga lavori editoriali e laboratori di educazione contro gli stereotipi all’impegno politico.
Le questioni di genere, i diritti LGBTQ, la dimensione della conciliazione dei tempi di vita, sono dunque da alcuni anni temi centrali nelle riflessioni e nelle pratiche di Monica che a Noidonne ha raccontato del suo incontro con il femminismo e di come si è evoluta nel tempo questa necessità di “pensiero di genere”. “Vengo da una famiglia molto religiosa e originaria del sud Italia. Ho ricevuto un’educazione molto tradizionale e rigida e, da adolescente, proprio perché donna, mi era concessa meno libertà rispetto ai miei fratelli. Subire questa disparità ha suscitato in me una forte voglia di ribellarmi e, al tempo stesso una riflessione profonda sulla mia identità femminile e sulla possibilità di sottrarmi al ruolo al quale la società voleva confinarmi. Una volta all’Università, ho avuto modo di approfondire la storia e la filosofia delle donne, nell’ambito di un corso accademico e con un gruppo di coetanee abbiamo creato un gruppo di autocoscienza che è durato un paio di anni, per poi confluire nel Laboratorio Sguardi sulle differenze, nato all’interno dell’Università Sapienza: tre esperienze diverse tra loro, ma tutte importantissime per la mia formazione. Dopo la laurea ho continuato a studiare il femminismo: durante il dottorato ho lavorato molto su Judith Butler e sulla cosiddetta Third Wave, pubblicando saggi sul ruolo del linguaggio nella costruzione e decostruzione degli stereotipi di genere e legati all’orientamento sessuale. Pochi anni fa, grazie ad una borsa di studio europea, ho svolto un post doc in California. A Berkley e a San Francisco ho avuto il piacere di ascoltare le lezioni di Butler, di conoscere Spivak e Nussbaum e di approfondire il lavoro di queste autrici. Tornata a Roma dall’esperienza all’estero, ho co-fondato S.CO.S.S.E., un’associazione composta da giovani donne precarie che lavorano per la promozione delle differenze. Con S.CO.S.S.E. abbiamo portato nelle periferie romane un Festival contro la violenza maschile sulle donne, abbiamo creato eventi di sensibilizzazione e formazione per difendere i diritti delle persone LGBT e abbiamo vinto dei progetti per insegnare italiano a cittadine straniere. S.CO.S.S.E. è per noi sia l’occasione per uscire dalla precarietà e dallo sfruttamento del lavoro subordinato, sia l’opportunità per attivarci politicamente e culturalmente su problemi e tematiche che ci stanno particolarmente a cuore.” Monica ha voglia di portare queste tematiche in Campidoglio e di contribuire a rendere Roma più aperta alle differenze di genere e più attenta alla situazione delle lavoratrici madri. “Intendiamo promuovere concretamente la libertà delle donne, soprattutto nell’ambito delle scelte legate alla procreazione e alla sessualità, e contrastare tutte le forme di violenza contro le donne, contro il bullismo e l’omofobia. Questi obiettivi si raggiungono attraverso investimenti molteplici: nei consultori, nei servizi sociali e sanitari, realizzando campagne di formazione e sensibilizzazione ad hoc nelle scuole e, in generale, attuando politiche che contribuiscano a laicizzare un discorso pubblico sul corpo femminile troppo spesso opprimente. Sostenere la libertà delle donne significa anche realizzare nuovi asili nido e “liberare” il tempo delle madri e delle nonne, queste in molti casi suppliscono alla carenza di servizi di accudimento per i più piccoli. Nel programma di Sandro Medici sindaco e della lista Repubblica Romana, questo obiettivo si raggiunge anche mettendo a disposizione di associazioni, piccole imprese e cooperative edifici pubblici abbandonati (ex rimesse ATAC, caserme o altri spazi), che vanno ristrutturati e restituiti alla cittadinanza. Oltre che migliorare la qualità della vita dei genitori, questo è uno strumento per incentivare il lavoro autonomo e la piccola imprenditoria. Un altro dei problemi fondamenti che hanno le donne è il lavoro, e le statistiche ci dicono che le percentuali generali, già negative, aumentano per le giovani donne. Il lavoro non c’è e quando lo troviamo è a nero o non ha compensi adeguati all’impegno che ci viene richiesto. La Repubblica romana ha costruito un programma ad hoc, a partire da tavoli di discussione a cui hanno partecipato associazioni, cittadini, sindacati e comitati di lavoratori in lotta.”
Le idee per una Roma molto diversa da quella degli ultimi anni non mancano al gruppo della Repubblica Romana per Sandro Medici Sindaco, e sono tutte nate da un confronto aperto e attivo con realtà che già operano sui territori, passaggio per nulla scontato in molti programmi politici. Mancano ormai pochissimi giorni e Sandro Medici chiuderà la campagna elettorale venerdì 24 maggio in Piazza Santa Maria in Trastevere, circondato da Monica e dagli altri candidati e da tutte quelle persone che lo hanno seguito in questi mesi faticosi ma luminosi come le proposte di rinnovamento che portano avanti.
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