Parità/ Il convegno di Milano - Organizzato dalla Consigliera di Parità della Regione Lombardia, l’incontro tra imprese e future lavoratrici sarà occasione per la presentazione di uno studio statistico
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2005
Sulle motivazioni e le aspettative lavorative delle studentesse, e sui bisogni delle imprese, è stata avviata una ricerca che ha preso lo stesso titolo del convegno, “Professioni da donna? Aspirazioni delle
studentesse e bisogni delle imprese", in cui sarà presentata. Lo studio - richiesto dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Regione Lombardia e realizzato da “Istituto Iard” e da “Gender” – rileva il punto di vista di giovani donne lombarde che si apprestano a progettare il proprio percorso di vita professionale, attraverso scelte formative o occupazionali. Ed evidenzia, passando attraverso il punto di vista delle imprese, quali ostacoli le ragazze si troveranno ad affrontare, al momento del loro ingresso nel mercato del lavoro, soprattutto se saranno interessate ad inserirsi in settori che la tradizione considera “maschili”.
L’indagine, che ha coinvolto mille fra studenti e studentesse delle classi IV e V superiore della Lombardia, ha permesso non solo di rilevare che l’investimento nell’istruzione è centrale nella vita delle donne, ma anche che la scelta del tipo di studi, così come l’ingresso nel mercato del lavoro, è dettata soprattutto da motivazioni espressive. Le studentesse vedono, infatti, il lavoro come uno strumento per la propria affermazione personale a tutto campo; si aspettano spazi di autonomia, crescita professionale, ma anche conciliazione dei tempi e buoni rapporti relazionali. Siamo di fronte a giovani donne istruite e motivate, con un livello di aspettative molto alto che, al tempo stesso, non rinunciano alla propria identità “femminile”. Sono attratte dalle materie umanistiche e desiderano inserirsi in settori dove siano valorizzate le competenze sociali di cui dispongono, in particolare l’ambito sanitario ed educativo, senza disdegnare l’area dei servizi. Iniziano, tuttavia, a mostrare anche attitudini e preferenze nei confronti di materie e professioni tecnico-scientifiche.
Ma con quale contesto dovranno confrontarsi le giovani donne, al momento del loro ingresso nel mercato del lavoro? In generale le aziende ritengono interessante l’offerta femminile, sempre più preparata e motivata, percepiscono il forte impegno che le ragazze mettono negli studi e l’importanza che esse attribuiscono alla realizzazione professionale. Riconoscono l’effettivo prevalente orientamento di questa offerta verso studi umanistici e lavori in settori quali i servizi, ma percepiscono anche un’iniziale crescita dell’interesse delle donne verso studi di tipo tecnico-scientifico e lavori in settori tradizionalmente considerati ‘maschili’, come l’industria, l’edilizia, i trasporti, la logistica. Infatti cominciano sempre più ad arrivare a questo genere di imprese curricula femminili; alcune donne sono già inserite in questi ambiti.
Segnali positivi di “apertura” alle donne, dunque, ma anche difficoltà, in quanto si tratta di entrare in contesti aziendali ancora poco familiarizzati con la presenza di personale femminile, se non nei profili di tipo amministrativo.
Appare, quindi, necessario – come sottolineano le Consigliere di Parità della Regione Lombardia – rivedere il processo di orientamento attraverso cui avvengono le scelte di studio e di lavoro: un processo in cui l’informazione sia precisa, libera da pregiudizi e da stereotipi, aperta quanto più possibile a rappresentare un universo in cui i percorsi non siano così nettamente identificati come “tipicamente maschili” o “tipicamente femminili”.
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