Spigolando tra Terra Tavola e Tradizioni - Mesi in cui tutto parla al femminile
Ortensi Paola Giovedi, 22/03/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2012
Che la Primavera sia una stagione femminile lo certifica la grammatica, che ci impone l’uso dell’articolo LA. Da marzo a giugno, i mesi in cui la stagione si esprime, tutto parla al femminile: un inno alla vita e alla nascita che Botticelli ci racconta nel suo famoso dipinto, appunto ‘La Primavera’. La ninfa Cloris rapita da Zefiro, vento di primavera, e da lui amata, sparge dal suo splendido abito fiori che produrranno fiori, osservata da Venere e da Eros. La terra sponsorizza questa stagione accogliendo ogni seme, aprendo ogni gemma, accompagnando la vita di ogni animale, il germogliare di piante, fiori, alberi, spargendo pollini, diffondendo suoni. Poesia musicata da Vivaldi con la sua allegra Primavera. Musica larga e movimenti flessuosi come ha percepito Stravinskij regalandoci con Sagra di Primavera uno dei balletti più suggestivi. I giorni dal 21 si susseguono, prima piovosi e pazzerelli, poi sempre più generosi di luce e calore. I frutti crescono, invitando alla raccolta e al consumo. Gli orti esplodono, i pollai si riempiono di uova, non a caso uno dei simboli della Pasqua che, bassa o alta che sia, nella Primavera si volge e si avvolge. Un divenire continuo fino alla maturazione a giugno del grano, della vita uno dei simboli più importanti del mondo occidentale. Compaiono le rondini, in stormi “perché una rondine non fa primavera” alla ricerca del nido, lasciato un anno prima. Sarà la Primavera a donare carciofi e fragole, asparagi e ciliegie, ricotta e formaggi freschi dal profumo e sapore di erba che torna nell’alimentazione del bestiame, libero al pascolo. Le tavole si imbandiscono e i menù mai sono tanto variopinti. Primavera segnale insuperato di nuovo, di cambiamento, di riscossa. Simbolicamente si propone la trasposizione dalla natura, alle vicende dei popoli. La stagione diviene, per ultimo, dopo tanti altri possibili esempi, nel 2011, sintesi, con lo slogan di Primavera Araba, di rivolte che in tanti paesi del Nord Africa e non solo, hanno cercato nuove strade di sviluppo, democrazia, fuga dalla violenza e dalle dittature. Musiche, canzoni, detti, proverbi, poesie: un inno alla Primavera che mai si esaurirà. Rifletterci è interessante perché racconta il permanente bisogno umano di ricominciare sempre, anche dopo “aver vissuto tante Primavere”. Vivacità, colori, non possono non coincidere con una buona tavola, dove in un giorno di festa sarà bella avventura consumare. Gli involtini primavera che la cucina cinese ci ha insegnato a gustare li accompagneremo col vin brulè di Carmen.
RICETTE
Involtini Primavera per 6 persone
12 fogli carta di riso da comperare fatta (si può anche fare). Uno spicchio d’aglio, un cipollotto, una costa di sedano, 100 gr verza, 100 gr germogli di soia, sale.
Ammorbidire i fogli di carta di riso in acqua tiepida (come si fa con le lasagne). Due fogli sul tavolo. Riempire con un mucchietto di verdure tritate e fatte imbiondire ma lasciate al dente. Togliere l’aglio e il peperoncino dopo la cottura. Chiudere in modo che il ripieno non esca e friggere in abbondante olio caldo.
Vin Brulè per un litro di vino rosso corposo
Arance non trattate 1, cannella 2 stecche, 8 chiodi di garofano, un limone non trattato, 1/2 noce moscata grattata al momento, 200 gr di zucchero, fichi secchi e prugne secche a piacere.
Mescolare il tutto bene, mettere sul fuoco fino a bollore, ma non farlo bollire.
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