Dalla mamma dell'ergastolano Cutrì alla condanna dello stalker di Monica Leofreddi, dal riconoscimento della piccola Pia da parte del papà Balotelli alla giovane Chiara in fin di vita per le botte del suo compagno
Domenica, 09/02/2014 - Prima Pagina Donne 6 (3-9 febbraio 2014)
Nella notte tra sabato e domenica l’ergastolano Domenico Cutrì, che era stato liberato lunedì nel corso di un trasferimento, in un conflitto a fuoco drammatico che è costato anche la vita di uno dei suoi fratelli, è stato ritrovato. La notizia, ampiamente seguita dai giornali durante la settimana ha visto molte parole spese sul ruolo della famiglia Cutrì ed in particolare della madre che avrebbe incitato il figlio a nascondersi, a non farsi ritrovare visto che la sua liberazione è anche costata la vita al fratello. Fra le tante cose scritte e dette credo che un concetto dalla doppia valenza ci interessi. Se da un lato, infatti, si è letto che la madre di Cutrì rappresenta la forma più arcaica di solidarietà famigliare che si trova nelle famiglie legate a culture mafiose, d’altra parte si è considerato che sono proprio le donne che in maniera più significativa rompono e si ribellano alla “tradizione”, spesso a costo della vita. La dissidenza femminile è il simbolo di donne che non accettano più la determinazione del loro destino. Ed è ovviamente questa seconda valenza del problema che vogliamo sottolineare come, ancora una volta, una speranza sul cammino di un riscatto femminile che sembra ancora davvero in difficoltà. Non a caso dobbiamo segnalare fra le vicende registrate in questa settimana due drammatiche storie che ci riportano ai diabolici sentieri del femminicidio tante volte percorsi. E così dobbiamo leggere di una giovane di 19 anni, Chiara, pestata di botte per l’ennesima volta dal suo convivente, in fin di vita in un ospedale della Capitale e simbolicamente a fianco a lei sempre a Roma, un altro letto dove una donna per l’ennesima volta giace massacrata di botte. Questa donna per paura nel passato non aveva denunciato il convivente; speriamo che questa volta ci ripensi. Come se non bastasse, Mahatab, la giovane iraniana che studiava scenografia all’accademia di Brera è stata uccisa a Milano dai suoi coinquilini e poi buttata in una valigia nella laguna di Venezia. A fronte di tanti orrori nostrani rimbalzano dalle pagine del New York Times le vicende della figlia di Mia Farrow, Dylan, che accusa con una lettera di essere stata abusata a 7 anni da Woody Allen, ed essere stata condizionata drammaticamente tutta la vita. Lui, a sua volta nega, sempre dalle pagine dello stesso giornale e dichiara che il tutto è frutto delle manipolazioni della ex moglie Mia. La vicenda che non perde per nessuno dei protagonisti la patina dello squallore e del dolore si innesca con la fase della candidatura all’Oscar per il nuovo film di Allen e incrocia la richiesta che i Farrow portano avanti di eliminare il film dall’importante rassegna, causa immoralità. In certe situazione avere un’idea compiuta è assai difficile, ma quello che è sicuro pensando anche al fatto che siamo in USA è che tutti ne traggono una pubblicità all’ennesimo grado. Intanto sono iniziate le Olimpiadi di Sochi. Della Russia e di queste Olimpiadi si parla moltissimo e ancor più dello sport; gli argomenti sono i molti Capi di Stato che non sono andati (non il nostro Presidente del Consiglio Letta che ha scelto di essere presente) per protestare contro i comportamenti verso i gay e il terrorismo e l’inaugurazione dove nel gioco della spettacolarità uno dei cinque cerchi olimpici non è riuscito a comporsi come da programma; ma quello che qui rileviamo è che questi Giochi vedono una presenza massiccia di donne e in diversi paesi anche maggioritaria, come per il Giappone e l’Australia e poi di grandissime atlete. Per brevità citiamo almeno e solo, pensando di onorare tutte le tutte altre, la nostra magnifica Carolina Kostner che a oggi ha già trainato la squadra di pattinaggio in finale. Da Sochi alle nostre Alpi “la neve” ci costringe ad una nota dolorosa. Schiacciata dal ghiaccio di una slavina è morta Simona Hosquet, 30 anni Caporal Maggiore dell’esercito, già atleta dello sci e unica donna chiamata a far parte delle mitiche Guide alpine di Cervinia. Di fronte a notizie come queste i commenti sembrano superflui ma non lo è ricordare e pensare a chi in così giovane età aveva mostrato tanta volontà e capacità di farcela. Rimanendo in Italia e sfogliando qualche notizia legata alla politica, due sembrano le donne più in prima fila: Emma Bonino, Ministra degli Esteri impegnata nelle vicende dei due Marò bloccati in India, indignatissima a nome di tutto il Governo per la legge sull’antiterrorismo con cui i due militari saranno giudicati, che di fatto farebbe ricadere sull’Italia la definizione di Stato terrorista. Dopo la Bonino, fra le più citate risulta la segretaria della CGIL Susanna Camusso, che dichiara la sua opinione assolutamente negativa sul Governo Letta, ma che è soprattutto al centro dell’interesse per l’inedito e praticamente senza precedenti scontro con il Segretario della FIOM Landini. Rimanendo fra le donne impegnate in politica nel mondo è difficile non citare la gaffe della Signora Victoria Nuland, Vice Segretario di Stato Americano che in una situazione non ufficiale ma vicino a un microfono insospettabilmente aperto ha mandato con veemenza a quel paese l’Unione Europea, che non sarebbe utilmente attiva nella questione Ucraina. Rimanendo in Europa è in Spagna, dove la Monarchia aveva un peso notevole, che esplode lo scandalo della frode fiscale in cui è coinvolta l’Infanta Cristina di Borbone, secondogenita del re Juan Carlos, già coinvolto da parte sua in scandali di varia natura che sta cercando di far dimenticare ai “sudditi”, traditi e fortemente irritati con una Monarchia “super inquinata”. Il finale è dedicato a degli auguri: alla piccola Pia (2 anni) che il calciatore Balotelli ha deciso di riconoscere come sua figlia; a Monica Leofreddi, conduttrice televisiva che finalmente vede condannato per stalking l’uomo che l’ha perseguitata per anni entrando nella sua vita privata nei modi più imprevedibili, fino alla spudorata richiesta del riconoscimento di paternità del figlio della Leofreddi; alle 4 donne di alta professionalità in corsa per la direzione del Pala Expò di Roma naturalmente dicendo: vinca la migliore o la più adatta. E naturalmente a tutte le donne in gara con se stesse per farcela.
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