Gae Aulenti ci ha lasciato, SUsanna Camusso scrive al Corriere della Sera chiedendo un Decreto per il Lavoro e, intanto, tante donne affogano nel Mediterraneo cercando speranza di vita in Europa
Domenica, 04/11/2012 - Prima Pagina Donne / 6 (29 ottobre – 4 novembre 2012)
Gae Aulenti (Signora dell’architettura) famosa in tutto il mondo, è morta a 84 anni. Il 16 ottobre aveva ricevuto alla Triennale di Milano, insieme a Vittorio Gregotti, la medaglia d’oro alla carriera. Gregotti ricordando quel giorno dice che forse quelle medaglie d’oro sono state anche un premio alla loro amicizia che datava dai tempi dell’Università e alla loro comune resistenza alle difficoltà del mondo. Gae Aulenti è stimata e apprezzata nel mondo e a lei si collegano opere di enorme importanza, una per tutte: la ristrutturazione del Musèe d’Orsay a Parigi, lavoro per il quale il Governo francese le aveva conferito la Legion d’honneur, onoreficenza di cui era giustamente orgogliosa. Erano gli anni 40 e a Milano, forse prima fra le prime, Gae Aulenti girava in moto e maglione nero come ricordano i suoi colleghi -allora d’Università- e poi nella professione Gregotti e Aulenti. Libera e geniale, coerente, con un alto senso morale e di civismo.. sono alcune delle parole di chi l’ha conosciuta da vicino nel suo lavoro, fino alla definizione di 'Leonessa forte, diretta, elegante' di Renzo Piano, che racconta come pur interpretando in modo diverso la lingua dell’architettura l’ha sempre sentita vicina. Mentre scrivo di lei mi interrogo se avrebbe scelto o accettato di chiamarsi architetta, di certo su questo aveva una sua idea perché si è sempre appassionata alla politica e all’impegno sociale.
Venendo a cose ben meno nobili: Federica Salsi, Consigliera Comunale di Bologna eletta nelle liste dei Grillini, “si permette “ di partecipare a Ballarò e la reprimenda di Grillo arriva come una mannaia e, in più, di carattere sessista e volgare: la tv ”è il vostro punto G” vi da “l’orgasmo”. La Salsi non si intimorisce, per fortuna, e risponde nel merito difendendo l’aver partecipato a Ballarò e definendo Grillo “… vittima della cultura berlusconiana …e un maschilista come altri”. Diverse donne impegnate nel Movimento 5 Stelle l’affiancano, ma troppe tacciono e sembrano stare col 'Capo'. Le donne del capo: “una categoria” che vorremmo estinta ma che pare ricrescere sempre come un'erba infestante. La Ministra Fornero in un Consiglio dei Ministri piange a fronte della possibilità concreta che saltino i fondi per i malati di SLA. Le lacrime della Fornero sono divenute motivo di battute, di ironia e persino messe alla berlina quasi fossero “comandate”. Non ho in realtà un'idea precisa; è difficile giudicarle perché il pianto può arrivare irrefrenabile a fronte di emozioni forti. Chissà che la Ministra non soffra davanti a scelte che sente ingiuste ma contemporaneamente è convinta che non si possa fare altrimenti. Il che è quanto davvero rimane incomprensibile a chi alle ragion di stato oppone quelle della vita. La vita preziosa quanto mai per chi ha 16 anni e che in modo oscuro e incomprensibile la perde, come Federica, ritrovata ai bordi del Lago di Bracciano senza vita e sola, dopo aver passato la notte di Halloween con il fidanzato e gli amici. Una notte forse di allegria finita con una morte che appare inspiegabile e ancor più inaccettabile. Le donne che fanno notizia si susseguono. In Ucraina le votazioni non hanno cancellato il partito d’opposizione che diede vita alla Rivoluzione Arancione. La sua leader Yulia Tymoshenko, in carcere da due anni, tira un sospiro di sollievo. Da Berlino la Cancelliera Merkel avverte che ci vorranno altri 5 anni per superare la crisi in Europa. Speriamo almeno che siano solo 5. Certo fa riflettere la lettera inviata da Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil al direttore del CORRIERE DELLA SERA, e pubblicata sulla prima pagina del giornale, sulle questioni del lavoro e sull’ipotesi di un decreto del Governo sulla rappresentanza. Si sia più o meno d’accordo con la Camusso e con le strategie della Cgil, certo è che la situazione è davvero difficile e il mondo del lavoro appare in uno stato di debolezza e fragilità senza precedenti pur non rinunciando a lottare e a dire la sua con determinazione. Poche ore fa un gommone di disperati partito dalla Libia per l’Italia è affondato. La Guardia Costiera Italiana ne ha salvati circa 70, tra le persone ripescate che non sono riuscite a farcela ci sono diverse donne. Di loro, delle ragioni e della speranza che riponevano in questa paurosa traversata, vorremmo tanto saperne di più.
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